sabato 22 dicembre 2018

AGHATA


AGHATA

P. DICIANNOVE





Sara era disperata, dopo aver visto come era ridotta la sua amica non si dava pace, voleva aiutarla e non sapeva come. Era seduta nella sala comune a consumare la cena quando vide Ester entrare e mettersi nel suo solito angolo, restava sempre distante da tutte. La giovane le si avvicinò. La vecchia cameriera alzò lo sguardo sulla ragazza, ma non disse una parola, aveva imparato da tanto tempo a non fidarsi di nessuno e di nessuna di loro, il suo corpo portava ancora i segni di quello che aveva subìto. Tu sei la donna che si è presa cura di Aghata, la conosci forse più di tutte qui dentro. Le disse Sara. Aspettò che quella le rispondesse ma Ester non apriva bocca, stava terminando il suo pasto e presto se ne sarebbe andata. Sara non sapeva cosa fare e in un impeto di sconforto le disse: sei fredda come il ghiaccio ed io non ti conosco, ma so che tu conosci Aghata ed ha bisogno di aiuto, rimani pure nel tuo mondo dorato mentre qui le ragazze soffrono e spariscono! Si alzò per tornare al suo posto ma la donna le prese il braccio e la costrinse a sedersi di nuovo.
Sussurrando per non farsi udire le chiese dov’è la fanciulla? Sara la osservava. Se davvero ti interessa è in gabbia ed io non so come aiutarla! Ester sbiancò ma non disse niente. E’ là già da alcuni giorni, riesci ad immaginare? Io l’ho vista e quasi non la riconoscevo! Non si sopravvive a lungo là sotto. Aveva le lacrime agli occhi mentre diceva queste cose alla donna, se ne andò delusa e arrabbiata, cosa le era saltato in mente di parlare a quella vecchia cameriera? Aveva osato troppo, sperava solo che quella non andasse a dire a nessuna che lei era scesa alle gabbie.
Ester terminò il suo pasto. Andò nell’alloggio di sir Cortan a controllare che tutto fosse a posto e fu sorpresa di vederlo seduto davanti al fuoco. Si affrettò a preparargli la vasca per il bagno e andò a procurarsi del cibo. Si vedeva che era stanco. Ci volle quasi un’ora prima che il suo padrone si sedesse al tavolo a mangiare, indossava abiti puliti e aveva ancora i capelli umidi. La donna, come al solito era seduta sul gradino del camino in attesa che il suo padrone terminasse per poter rimettere tutto in ordine.
E’ successo qualcosa di significativo durante la mia assenza? Le chiese l’uomo. Ci sono stati strani movimenti nell’appartamento della lady ma nessuno parla o non ne sa niente. Fece una pausa. Ho appena saputo che la fanciulla è rinchiusa nella gabbia. Sir Cortan la guardava in cerca della conferma, sperava di non aver capito quello che gli aveva detto la cameriera, ma la donna fece un cenno affermativo per confermare.
Tu sai perché si trova là? Volle sapere. No, credo che nessuno lo sappia, nemmeno la sua amica che l’ha cercata ed è riuscita a vederla, rischiando molto e lei lo sa, deve volerle bene per aver fatto un gesto simile. L’uomo rimase pensieroso, lord Aram non era ancora tornato, perciò doveva essere stata lady Lucy a spedirla nella gabbia. Ancora lei, sempre lei a tramare e mettere in pericolo la dignità stessa di suo marito. Lord Aram non era un uomo di saldi principi morali, nessuno lo era, tranne lui stesso, ma sua moglie era la personificazione della cattiveria e perfidia, lui ascoltava molte voci che circolavano ed era preoccupato. I suoi gesti e le sue stupide arroganze stavano mettendo in pericolo la loro stessa posizione di comando in quel presidio. La scorta personale di quella donna si vantava spesso di quello che facevano e lui conosceva ogni gesto, compreso il fatto dell’omicidio della vecchia fattucchiera. Purtroppo non poteva fare niente fino al ritorno del suo padrone, sapeva che quella era un’altra trappola per lui, se si fosse presentato nei sotterranei lei lo avrebbe saputo subito e le avrebbe dato la conferma che cercava. Vai dalla sua amica e fa in modo che possa tornare nei sotterranei con cibo e coperte, ma non mettere in pericolo né lei né te stessa. Al ritorno del lord cercherò di saperne di più. Ora puoi andare, sono stanco ed ho bisogno di riposare.
Era rimasto solo, era sempre stato solo in quel posto fin dal suo arrivo. Quando ragazzino si era presentato al capitano delle guardie aveva fatto un giuramento a se stesso: non si sarebbe mai mescolato con nessuno e sarebbe stato un capitano generoso e giusto con i suoi sottoposti e leale con il lord. Lui aveva mantenuto tutte le sue promesse, anche se talvolta era stato difficile sopportare certe situazioni, sapeva però che era rispettato e ben voluto da tutti quelli che dipendevano da lui. Prese il suo mantello e uscì. I due uomini di guardia lo riconobbero e lo salutarono. Si incamminò verso l’alloggio personale della lady passando dal parco e si fermò a poca distanza. Era buio e dalle sue finestre filtrava la fioca luce delle candele. Cosa passava nella mente di quella donna? Di chi poteva fidarsi per saperne di più? Fece dietro front e ritornò sui suoi passi, c’era qualcuno che sapeva. Andò nell’alloggio dello scrivano, era tardi ma non gli importava, quell’uomo aveva un debito molto grosso con lui ed era ora di riscuoterlo. Bussò alla sua porta e venne lui stesso ad aprire, lo fece entrare e si accomodarono nel vasto studio dell’uomo. C’erano molti registri, molti libri, era un uomo stimato e giusto e rispondeva direttamente a lord Sirus, il capo di tutti i lord della zona. So perché sei qui. Gli disse lo scrivano. Allora parla. Gli rispose sir Cortan. La fanciulla di nome Aghata è incolpata di furto, la sua compagna di stanza l’ha denunciata e le guardie della lady hanno trovato la refurtiva. E’ quello che c’è a verbale. E’ stata condannata a venti giorni nella gabbia mentre alla ragazza che l’ha denunciata è stato abbuonato un anno di servizio. Io ho preso atto di questa situazione, come mio compito ma sto assistendo a troppe cose che mi disturbano e se avessi le prove di quello che sospetto potrei rivolgermi a lord Sirus, ma fin’ora non ne ho, i sospetti non bastano o sarei io stesso a finire in gabbia. Sir Cortan rimase qualche minuto in silenzio. Ti ringrazio, come posso fare per farla tornare prima in libertà senza espormi? Tratteneva il respiro in attesa della risposta. Non puoi fare nulla, la condanna è stata trascritta e solo lord Aram può annullarla, io non posso aiutarti. Sir Cortan lo guardò dritto in faccia e quello si spaventò quando vide lo sguardo del capitano delle guardie. Fa in modo di trovare le prove dei reati della lady, ma portali a me e a nessun altro, non esporti. Lo salutò e tornò al suo alloggio. Quella notte non riuscì a dormire nonostante la stanchezza di quei giorni, pensava alla fanciulla, a tutte le fanciulle che in passato avevano sofferto e che avevano perso la vita, non poteva più continuare a sopportare quella situazione. Cosa le aveva fatto quella ragazza per renderlo, ora così diverso?



illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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