mercoledì 5 dicembre 2018

AGHATA


AGHATA

P.  QUATTRO





L’alba era spuntata da poco. In casa di Arian e Goran il fuoco era acceso da tempo. Tutti i comignoli delle casupole sparse sul territorio mandavano già a quell’ora fumo nell’aria.
 Aghata si era lavata e vestita ed ora, sua madre le stava intrecciando i capelli. Dio quante cose avrebbe voluto dirle! Non preoccuparti per me, mamma, mi comporterò bene, non può essere così terribile! Anche l’ultima ciocca di capelli fu legata e la donna fece girare sua figlia verso di sé. Aveva gli occhi lucidi e un grosso nodo in gola, avrebbe voluto parlare ma non ci riusciva. Il sorriso di sua figlia le riscaldò il cuore. Fuori, Goran si fece sentire, il carro era pronto e il sole era già spuntato, dovevano partire.
Fu un viaggio silenzioso e Arian tenne stretta la mano della figlia nella sua per tutto il tragitto.
Nella piccola piazza del villaggio c’era già parecchia gente e tanto silenzio.
Il capo clan si fece avanti e chiamò a sé le dieci ragazzine. Le mise in fila e le guardò una per una. Davanti alla propria figlia fece uno sforzo terribile per trattenersi dall’abbracciarla, era il capo e doveva dare l’esempio. In lontananza si sentirono gli zoccoli di alcuni cavalli che stavano arrivando.
In testa al gruppo c’era sir Cortan, il braccio destro del lord, il suo consigliere più fidato. Erano in cinque ma soltanto lui scese da cavallo lasciando le redini sciolte. Salutò semplicemente con un gesto del capo. Era alto rispetto alla media, magro e di portamento fiero e deciso, spesso anche elegante sotto la sua pesante armatura che quel giorno non portava. Aveva una rada barba sul mento e una cicatrice sulla guancia sinistra che gli faceva storcere la bocca come un ghigno cattivo. Gli occhi scuri con folte sopracciglia lo facevano sembrare all’orco cattivo che le madri usavano per spaventare i figli.
Si avvicinò a David. Vedo che anche stavolta avete obbedito agli ordini di lord Aram, ne sarà soddisfatto. Il capo clan fece un cenno di assenso.
Sir Cortan vide la fila di ragazze e si avvicinò alla prima. Le chiese il nome, di mostrare mani e denti, di voltarsi e infine di rimettersi in riga. La stessa procedura con ognuna di loro. Si fermò un attimo di più davanti a Sofia e alzò una sopracciglia lanciando uno sguardo a suo padre. David, come capo clan era esentato da alcuni obblighi e l’uomo non capiva come quel padre avesse potuto mettere sua figlia insieme alle altre. Il capo David sostenne il suo sguardo senza vacillare, sir Cortan alzò le spalle e continuò la sua ispezione.
Quelle che vedeva erano davvero delle graziose fanciulle, avrebbero servito bene il suo lord. Davanti all’ultima della fila si trovò di fronte ad Aghata. La ragazza teneva lo sguardo basso e, come aveva visto fare alle altre mostrò quello che l’uomo voleva vedere. Sir Cortan si tolse il guanto e con gesto da sembrare quasi gentile le alzò il viso. Vide subito che era di una bellezza incredibile, la sua pelle chiara, a differenza di tutte le altre ragazze non aveva nemmeno una efelide, le labbra sembravano disegnate da un pittore e gli occhi… fu catturato da quello sguardo, limpido e profondo e senza paura. I loro occhi rimasero fissi per alcuni secondi e Aghata si rilassò, quello non era un uomo pericoloso. Nell’intimo dell’uomo qualcosa vibrò, rimase solo un attimo poi si rimise il guanto e raggiunse il capo clan.
Sono soddisfatto di quello che avete fatto, lo riferirò a lord Aram e ne sarà contento. Lascio le ragazze per alcuni minuti, il tempo per salutare i genitori, poi saliranno sul carro e verranno condotte al castello. Come sempre torneranno a casa a seconda dei lavori ai quali saranno adibite ma farò in modo che non passino più di una settimana lontane da casa. Potevi risparmiarti di inserire tua figlia. Raggiunse il suo cavallo e ripartì verso il castello, lasciando due guardie ad accompagnare il carro.
Aghata stava salutando i suoi genitori. Non siate tristi, non mi succederà niente. Li abbracciò e fu la prima a salire sul carro.
Tutti quelli in piazza erano rimasti a guardare il carro fino a che non fu sparito, poi molte madri cominciarono a piangere, maledicendo quell’usanza e la cattiveria di quel lord. Si recarono nella piccola cappella, si inginocchiarono sul nudo pavimento di terra e rimasero a pregare per le loro figlie mentre gli uomini aspettavano fuori fumando e bestemmiando sotto voce.
Il castello era avvolto da una coltre grigia, perfino il sole non voleva assistere a quell’evento, nuvole grigie sembravano essere fisse su alcune torri e cominciò a scendere una leggera pioggerella così che le ragazze arrivarono fradice.
Furono condotte nella grande sala della servitù dove la governante avrebbe fatto un’ulteriore ispezione per assegnare loro i compiti. Sir Cortan, in disparte osservava ogni cosa e la sua presenza rendeva tutte nervose, compresa la governante.
Ci volle poco tempo per decidere i loro compiti. La governante miss Lorel destinò ognuna al proprio compito. Rimase parecchio indecisa quando si trattò di destinare Aghata, poi decise che l’avrebbe istruita per servire i suoi padroni.
La ragazza farà la sguattera in cucina. Sentenziò sir Cortan. Aspettò l’assenso della governante e uscì.

illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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