EPPUR SI MUOVE, ANZI
NO.
Me ne sto
qui, comodamente sdraiata sul mio divano che tante volte mi ha accolta
dolorante, assonnata, in meditazione e osservo i miei quadri appesi alla
parete. Immagino i pittori che ci hanno messo la mano e la mente per dipingerli
e sono sicura, all’inizio della loro opera non sapevano dove la stessa li
avrebbe portati. Essere artisti è un privilegio che pochi conoscono, e anche
chi lo è non si capacita di quello che sa fare, sia egli pittore, scultore,
scrittore ecc.
Io amo
volare con la fantasia nelle mie meditazioni e scopro mondi e universi lontani
dove la vita è molto diversa da quella che si conosce qui, sul Pianeta Terra.
Ho visitato
diverse galassie delle quali non conoscono i nomi, accompagnata dalla mia
inseparabile Emetiades, l’Aliena che c’è in me, sempre pronta ad insegnarmi
come si può fare a vivere meglio.
Oggi ho
visitato un pianeta insieme a lei e me ne ha raccontato la sua storia.
E’ su una
Galassia non troppo lontana dalla nostra, il teletrasporto è veloce e ad
arrivarci ci vuole poco.
La prima
cosa che noto appena riprendo il mio corpo dopo il viaggio è la sconfinata
dimensione di tutto ciò che ho davanti. Confesso che non riconosco ogni cosa, e
la mia curiosità, già insita in me fin dalla nascita si ingigantisce a
dismisura. Conosco molto bene Emetiades e so che mi parlerà quando lo riterrà
opportuno, per questo me ne sto zitta ad ammirare quello che tutti i miei sensi
percepiscono.
Alzo lo
sguardo e anche qui esiste il cielo, ma è così diverso: circondato da
arcobaleni e affollato di uccelli colorati che con il loro incessante volo
rendono l’aria profumata e colorata. E’ piacevole anche solo stare seduta per
terra ad occhi aperti.
Mi sembra di
respirare con ogni poro della pelle mentre i polmoni si riempiono di gioia pura
ad ogni respiro. Emetiades mi osserva e mi sorride. Ti piacerebbe che anche la Terra fosse così? Mi chiede. Non serve
che risponda, le basta osservarmi per capire. Noi ci parliamo telepaticamente,
me lo ha insegnato lei quando è arrivata in casa mia e da allora, se non per
brevi periodi non se ne è più andata, non so perché mi abbia scelto, anzi sì.
Questo Pianeta ha una storia molto
simile alla Terra, per questo ti ho portata qui. Ha superato tante guerre e
battaglie, pestilenze, malattie, sfruttamenti, cattiverie, perfino schiavitù. A
vederlo ora sembra impossibile immaginarlo. Pensalo come il Pianeta Terra in un
Universo diverso, incastonato in una Galassia diversa, lo stesso Pianeta che
vive in parallelo ma esattamente al contrario. Riesci a comprendere? Mi chiede coi suoi grandi occhi
languidi.
La gente che popola da sempre questo
posto ha sopportato a lungo ogni genere di angheria, pensava di vivere bene
perché aveva un lavoro, scuole, da mangiare e anche un po’ di tempo libero. Non
sapeva di essere, invece solo schiava di chi li aveva soggiogati con ogni
genere di potere: politico, mediatico, religioso, ed erano felici di poter
avere una vita, semplicemente una vita. Mi osserva ancora. Non
avevo dubbi che tu capissi tutto questo. Cerca di sorridermi ma non ci è
mai riuscita. Poi successe una cosa che
nessuno si aspettava. Iniziarono a nascere dei bambini molto particolari, con
doti inimmaginabili. Chi comandava se lo aspettava ed era pronto a porre
rimedio, questi nuovi nati potevano ribaltare tutta la società così com’era
stata fino ad allora. Cominciarono ad irrorare l’aria con particolari sostanze
e molti bambini e anziani cominciarono ad ammalarsi e a morire. Spuntarono
subito le soluzioni sotto forma di medicine e di vaccini e per loro fu facile
annientare sul nascere questa nuova forma di vita così pura e intelligente.
Ne morirono e se ne ammalarono a
migliaia, ma i media tacevano e parlavano di tutt’altro. Sai cosa mi ha stupito
in tutto questo? Mi
guarda e non aspetta la mia risposta. La
mancanza di amore dei genitori verso i propri figli. Fa una lunga pausa, si
vede che mentre racconta soffre. Te
l’immagini dei genitori che non amano i propri figli? Eppure loro credevano di
amarli al punto di salvarli con quello che i loro padroni reclamizzavano.
Lavoravano, soffrivano, amavano e non si accorgevano di morire senza avere mai
vissuto. Tu sai bene cosa intendo, non serve che te lo spieghi.
Rimane in
silenzio per alcuni minuti. Osservo il cielo, io ho sempre amato il cielo e le
nuvole, ma sulla Terra, da quando le scie chimiche hanno preso il sopravvento
non riesco più a vedere nemmeno uno sprazzo di azzurro con gli sbuffi bianchi
delle nuvole che si rincorrono. E’ un assoluto piacere poter ritrovare il cielo
com’è nei miei ricordi di bambina. I bambini di oggi non lo conosceranno mai,
stanno insegnando loro che quello che si vede nel cielo sono nuvole di vapore e
al tramonto il sole le colora. Dio quanto orrore!
Una lacrima
mi cade in grembo. Emetiades con la sua mano ossuta mi accarezza la guancia e
l’asciuga. Non dovresti piangere. Sai che
tutto è in divenire, che ogni cosa sta andando come deve essere. Ti ho portata
qui proprio per farti vedere come andrà a finire anche sul tuo Pianeta. Non
devi darti pena, se ti guardi intorno potrai vedere quanti Umani sono qui, ad
osservare e a capire quello che tu stessa stai vedendo. Non sei la sola a sapere
come andranno le cose sul tuo Pianeta. Mi prende la mano e me la stringe.
Mi sono sempre chiesta come una come lei, un’Aliena col cuore grande e generoso
non possa conoscere il calore del corpo, lei è sempre fredda, le piace
accarezzarmi, sfiorarmi per rubarmi un po’ di calore. A volte mi stringe fra le
braccia e ci scambiamo pensieri e sentimenti senza parlare. Quante volte la
ringrazio per essere con me.
Ma ora
vorrei conoscere il seguito della storia.
C’è stato un periodo di grande caos,
qualcuno stava capendo quello che succedeva e cercava in tutti i modi di farlo
capire anche agli altri. I primi furono i più sfortunati, vennero uccisi e
nessuno seppe mai che non furono morti naturali. Più il tempo passava più
persone sembravano risvegliarsi e si ponevano domande sulla loro vita, su
quella dei propri figli e su quella del loro Pianeta che, piano piano veniva
distrutto per avidità. Ci furono anni in cui nemmeno un arcobaleno solcò il
cielo. Per questo ora ne vedi ovunque, per non dimenticare quello che è successo.
Mentre il Pianeta moriva di siccità, terremoti, inondazioni causando morti e
distruzioni anche nelle persone, qualcuno riuscì a farsi ascoltare. E fu
l’Amore, quello vero che salvò questo pianeta dalla distruzione totale. Intere
famiglie cominciarono a rimanere sedute per giorni, si tenevano per mano e
cominciò a formarsi una lunga catena di uomini, donne, bambini e anche tanti
animali che rimanevano fermi, semplicemente respirando. Mi osserva attentamente. Riesci ad immaginare cosa può fare la gente
che si riunisce e bandisce ogni diversità? Bandita l’appartenenza politica,
religiosa, di colore, di ideali, uniti solo dall’Amore per la propria famiglia
e la propria Terra. Niente è più forte di questo, niente! Tutto si è fermato.
Non è stato assolutamente facile e molte persone non sono sopravvissute.
Avevano escogitato un modo molto semplice per sopravvivere: alcuni di loro
portavano cibo e acqua, niente di più. Fu un periodo duro. Chi comandava le
provò tutte: avevano ancora parecchi uomini e donne dalla loro parte e
ordinarono loro di sparare senza distinzione di sorta. Ne morirono a migliaia,
ma non cedettero. Passarono settimane in quel modo e ogni giorno qualcuno degli
“altri” si univa a loro e abbandonava le armi. Era un braccio di ferro che nessuno
si aspettava. L’economia crollò, le guerre cessarono, nessuno più voleva
combattere i suoi simili. Non serviva a niente la ricchezza, il denaro, le
grandi proprietà, non c’era più niente da comprare o da vendere solo da
distruggere e cominciarono ad usare anche i loro robot quando rimasero senza
risorse umane. A questo punto qualcuno si alzò dalla fila, ora avevano davanti
solo delle macchine da combattere e così, come erano state fatte furono
distrutte, i padroni rimasero soli e senza difese. Tutto il Popolo del Pianeta
si era unito e, aveva ottenuto la sua vittoria.
Da quel momento la vita cambiò. Era
come se nell’aria fosse stato spruzzato il virus dell’Amore e ricominciarono la
messa a nuovo del Pianeta. Arrivarono da altre Galassie ad aiutarli, Alieni che
erano rimasti in attesa del momento giusto per intervenire e rimettere a posto
le cose. Gli ultimi “cattivi” furono prelevati da una grande astronave e
nessuno ne seppe più niente. Da allora questo Pianeta ha cambiato la sua
storia.
Io sorrido
dentro di me e lei se ne accorge. Avanti,
lo so cosa stai pensando, mi dice.
Te l’immagini il Pianeta Terra che si
riunisce tutto a combattere senza armi il Grande Male come lo chiamo io? Io
proprio no. Le
rispondo.
Non succederà per caso o perché molti
sono coscienti di quello che sta succedendo, purtroppo no. Succederà qualcosa
di veramente grave sul tuo Pianeta e obbligherà i superstiti ad unirsi per
ricominciare e solo allora gli stessi Alieni che hanno aiutato questo Pianeta
verranno in aiuto della Terra, solo se capiranno che l’Amore è arrivato anche
lì.
Non mi piace come andranno le cose,
perché l’umanità terrestre non può ottenere tutto questo senza troppe
sofferenze? Le
chiedo.
E’ quello che ti ha sempre
angustiato, quello che ti fa stare male, il fatto che prima di arrivare a
questo punto ci sarà da soffrire. Ma non ci puoi fare niente, è l’umanità che
deve cambiare e non lo farà se non ne sarà costretta. Non esiste il virus dell’Amore
se non lo producete voi terrestri, io vedo esattamente il contrario, e lo sai
anche tu.
Mi guardo
intorno e sorrido con gli occhi e con le labbra. E’ bellissimo questo posto e
se così diventerà anche il Pianeta Terra sarà valsa la pena di soffrire.
Emetiades, perché non chiedi ai
nostri parenti alieni di intervenire prima? Le chiedo.
Tu non ti arrendi mai. Per questo mi
piaci.
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