giovedì 14 marzo 2019

ESTERINA


ESTERINA

P. SEDICI






Con fare arrabbiato si avvicina e alza la mano per colpirmi, ma si ferma a mezz’aria. Io non mi sono mossa e la sto guardando dritta negli occhi. Non sono più una bambina da schiaffeggiare per ogni banale motivo. Ho quasi venti anni e sono più alta di lei, sono risoluta nei miei propositi e lei questo lo sa molto bene.

“Mia cara ragazza, o fai come dico io o questa casa non sarà più aperta per te, qui comando io.”

“Davvero mamma? Hai ancora poco da comandare, fra poco più di un anno sarò maggiorenne, e allora cosa farai? Mi allontanerai da quella che è casa mia? “

Se l’avessi colpita non sarebbe rimasta così male. Tutto ad un tratto ha scoperto che sono al corrente del testamento di mio padre, e questo non se lo aspettava, ora che armi userà per convincermi? Faccia e dica quel che vuole, ma io non l’ascolterò.

“Sei ancora sotto la mia tutela, ricordatelo, e da oggi rientra in vigore il divieto di prendere la bicicletta o di uscire da sola. Resterai chiusa in questo posto fino alla tua maggiore età, vediamo come andrà a finire.”

“Già, vedremo come andrà a finire. Ti sei accorta, mamma, che non sono più una bambina? Che sono una donna in grado di affrontare il mondo?”

“Domani sera a cena ci sarà tutta la famiglia Montero, e mi aspetto da te un comportamento adeguato.”

Fine del discorso, fine della discussione e si allontana sicura che ubbidirò ai suoi ordini. Vedremo.

Adesso che sono da sola nella mia stanza sfogo la mia rabbia in silenzio.

10 gennaio 1919. Caro diario. Non ho nessuna intenzione di sposare Giovanni Montero. Io il mio amore lo coltivo nel cuore da molto tempo ed i miei sentimenti non sono mutati. Io sposerò Alberto o resterò zitella come zia Sofia. Non mi importa. Questa è la mia decisione.

Vedo che i preparativi della cena di domani si stanno intensificando. Escono dalle credenze i servizi più belli di piatti e posate e penso che è tutto tempo sprecato.

Ora che siamo seduti a tavola mi guardo intorno. I signori Montero e suo figlio Giovanni, mia madre ed io.

Mia madre esclude come al solito i preamboli.

“Questa è una cena importante, le nostre famiglie hanno intenzione di unirsi con il matrimonio dei nostri figli. Mia figlia e Giovanni inizieranno una nuova dinastia e le nostre terre e le nostre proprietà ne trarranno enorme vantaggio. Cosa ne pensi Giovanni?”

“Penso che Esterina è una gran bella ragazza, e che sono fiero di accettarla in moglie, e tu Esterina cosa ne pensi?”

“Penso che te ne tornerai a casa senza la fidanzata ufficiale. Mi dispiace Giovanni, ti conosco da tanti anni e non mi sei mai piaciuto. Ho un altro fidanzato che presto tornerà dal fronte ed è a lui che ho promesso la mia mano. Mia madre, non può decidere per me. Ed ora vi auguro buon proseguimento della serata.”

Con garbo, mi alzo e torno nella mia stanza.

“Fermati subito Esterina. Torna indietro e comportati da persona educata. Tu farai quello che io ho deciso e non mi insulterai di fronte ai nostri ospiti. Sei sotto la mia tutela ed io decido quello che è meglio per te.”

“Quello che è meglio per me è Alberto. Non mi stancherò mai di ripeterlo.”

Con la schiena dritta passo in rassegna i visi dei presenti. Solo la forza e la determinazione del mio amore mi aiuta a mantenere il distacco. I signori Montero sono scandalizzati dal mio comportamento, Giovanni fa finta di niente e mia madre sprizza rabbia da tutti i pori. Me la farà pagare, ne sono sicura, ma deve cominciare a capire che non sono un burattino senza sentimenti. Io sono una donna: la donna di Alberto.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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