ESTERINA
P. CINQUE
“Non
parlarmi di queste cose, non le voglio sentire. Nessuno andrà in guerra, il
nostro re non lo permetterà. Vedrai, presto anche gli altri la finiranno e
tutto tornerà come prima.”
“Piccola,
dolce, romantica Esterina, dovrai tornare con i piedi per terra. Il mondo non è
come tu lo sogni, è fatto di altre cose, ma ti prego, tu non cambiare mai.
Rimani la mia Esterina con l’anima pura e gentile che lotta per il suo amore
come fa un guerriero contro il mostro cattivo. E, se la guerra dovesse
raggiungerci, l’affronteremo come gli eroi dei romanzi.”
Un ultimo bacio, un’ultima carezza e di corsa
verso casa. “A presto, amore mio,
pensami.”
Entro in casa di corsa e salgo velocemente le
scale. Forse nessuno si è accorto della mia assenza. Prendo il mio diario e
subito ci scrivo.
20 luglio
1914. Caro Diario, oggi è stato il giorno più bello della mia vita. Stare fra
le braccia del mio amore è stato veramente dolcissimo. I suoi baci mi hanno
lasciata con le gambe molli, ma ho fatto in modo che lui non lo notasse.
Serberò a lungo il ricordo di questa giornata meravigliosa. Anch’io avevo sentito
parlare della guerra, ma non ci voglio pensare. Non voglio pensare a cose
tristi, voglio pensare solo all’amore.
Da quando sono tornati i miei genitori
l’atmosfera è cambiata. La paura che anche il nostro Paese possa entrare in
guerra si fa sempre più concreta. Mio padre è molto preoccupato per Alfredo,
per le nostre terre, e mia madre si guarda intorno come se qualcuno volesse
derubarla.
I mesi passano ed io non sono più uscita di
casa. Incontro Alberto durante la messa, ma non possiamo parlarci. Non mi
importa. Mi basta sapere che nulla è cambiato, che ci amiamo e che nessuno
potrà dividerci.
20
dicembre 1914. Caro Diario. E’ quasi Natale, ma non c’è molta gioia intorno a
noi. Tutti abbiamo paura della guerra. Ormai temiamo che sia solo questione di
tempo e poi toccherà anche a noi. Io spero ancora che il nostro re riesca ad
evitarla, ma dai discorsi che sento in famiglia ci sono poche possibilità che
possa succedere. Se davvero scoppierà questa maledetta guerra credo che molte
cose cambieranno, e non certamente in meglio. Cosa sarà dei giovani che
dovranno partire per il fronte? Il mio Alberto? E mio fratello? Signore Dio, fa
che non succeda. Presto sarà Natale, speriamo che Gesù Bambino porti solo belle
cose. Io non sono pronta per cose brutte, non le voglio, ti prego, porta a
tutti solo amore.
Sono passate le feste ed è iniziato il nuovo
anno. Il 1915 non comincia con buone prospettive. In paese e in ogni famiglia,
non si parla d’altro che della guerra che ci circonda. Il nostro re deve
prendere una decisione ed i suoi consiglieri sono tentennanti.
E’ un inverno così freddo e ventoso che ogni
sentimento di allegria viene spazzato via, c’è solo posto per le
preoccupazioni, le paure, ed in ogni famiglia ci sarà qualcuno che parte se la
guerra arriva anche da noi.
Mia madre è sempre più scorbutica e severa. Ha
cominciato a mettere in dispensa ogni cosa che può. Credo che si stia già
preparando al peggio.
Nonostante tutto non molla la presa sulla mia
libertà di movimento.
30 marzo
1915. Caro Diario. Non ho più avuto occasione di stare da sola con Alberto. Lo
vedo solo da lontano e lui mi manda sempre un sorriso. Il suo splendido sorriso
che mi riscalda il cuore e rende meno freddo questo bruttissimo inverno. Mia
madre, se potesse, lo ucciderebbe. Lo ritiene la causa dei nostri litigi, ma
non sa, che anche se lui se ne andasse, io rispetterò la mia promessa: sarò
solo sua fino alla morte. Nessun altro sa che abbiamo questo accordo, spero che
il tempo che mi separa dalla maggiore età passi in fretta, non so come farò a
resistere per così tanto tempo ancora, lontana da lui. Aspetto la primavera e
spero che porti a tutto il mondo solo un amore bello come il nostro.
Ormai non si aspetta altro che l’annuncio
ufficiale dell’entrata in guerra del nostro Paese. Siamo tutti rassegnati. Mio
padre si è dato molto da fare cercando di evitare il fronte a mio fratello, ma
non ci è riuscito. Lui spera ancora di tenerlo a casa, vorrebbe nasconderlo,
farlo partire, ma Alfredo non ne vuole sentire parlare. Lui è pronto per la Patria.
foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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