sabato 9 marzo 2019

ESTERINA


ESTERINA

P. DODICI






Sto piangendo come una fontana. Sono felice che lui sia ancora vivo.

Rileggo la lettera, voglio impararla a memoria e ripeterla nella mia mente in ogni momento.
Scendo le scale e ancora mia madre mi guarda con sospetto.

“Alberto sta bene, vado a dirlo anche ad Albina.” Lei non mi risponde ma so che non le fa piacere questo legame che si è creato con la famiglia di Alberto. “Non posso farci niente, mamma. Loro sono più famiglia di te” penso. Prendo la mia bicicletta e di corsa a casa di Albina. Almeno oggi ci sarà una bella notizia.



QUARTO CAPITOLO

Estate 1917. Siamo ancora in piena guerra. Non so nemmeno se tutto il mondo si è dichiarato guerra. Io non capisco questa pazzia, questo voler conquistare altre terre, sottomettere interi paesi. Qualcuno mi vuole spiegare perché uomini normali dovrebbero desiderare la morte dei loro simili? Cosa vuole dire “nemico”? Nemico di cosa o di chi?
Va bene che sono una semplice ragazza di campagna ma nella mia mente non riesco a concepire di dover uccidere un altro essere umano, proprio non ci riesco. E poi, se penso al grande dolore di intere famiglie e comunità per la morte di qualche persona cara, lo capisco ancora di meno.

Anche se non ci voglio pensare non ne posso fare a meno: la guerra, le malattie, i disagi sono ormai parte di tutte le famiglie. Solo mia madre sembra non provare niente! Io non riuscirò mai a capirla. Passa le sue giornate a dare ordini ai lavoranti o sui libri dei conti. Sono sicura che se ci fosse una possibilità di arricchirsi in questo tragico momento lei saprebbe trovarla e sfruttarla. Non posso fare a meno di pensare, quando la guardo, di essere stata generata da un essere non umano.

Il suo viso ha le rughe di chi non sorride mai, gli occhi sempre attenti e scaltri per non farsi cogliere impreparata da qualsiasi avvenimento. Più che rispettata è temuta da tutti, un suo ordine e non torni al lavoro e lei, si approfitta di questa situazione.

Io non la temo, non la amo e non la odio: la tollero in attesa di compiere la maggiore età e di andarmene lontana da lei. Non riuscirà ad intrappolarmi nella sua rete, qualunque sia, non ce la farà mai a piegarmi ai suoi progetti. Lei conosce la mia determinazione, così come io conosco bene la sua e arriverà, prima o poi, il momento dello scontro, e so che sarà davvero duro per me.

10 luglio 1917. Caro Diario. Non posso, davvero non posso pensare che questa triste e miserabile guerra possa continuare. Vedo intere famiglie soffrire di un dolore talmente intenso ed intimo che nessuno ormai lo sa più esternare. Ieri, mentre percorrevo alcune stradine con la mia bicicletta, non ho visto altro che facce smunte, tristi. Donne con la schiena piegata dal peso del lavoro, bambini con espressioni vuote e con gli occhi privi della luce gioiosa della quale avrebbero bisogno. Vecchi che a stento riescono a portare un sacco sulle spalle così seri e sconsolati da non riuscire nemmeno più a sorridere ai loro nipoti. Se nessuno riesce a trasmettere un po’ di gioia di vivere cosa possiamo aspettarci dal futuro? I nostri bambini hanno bisogno di speranza, le nostre donne hanno bisogno di amore, i nostri vecchi hanno bisogno di sostegno. Cosa posso fare per loro? Io vorrei poter regalare a tutti loro un pezzettino della mia felicità: felicità che mi viene dal mio amore, dalla mia certezza che le cose miglioreranno. Per questo sorrido a tutti loro quando li incontro e vedo che loro ricambiano il sorriso. Adesso mi chiamano “la figlia della signora” ma io vorrei essere solo Esterina. Nessuno sa cosa provo dentro casa mia, quanto sono sola e quanto mi costa continuare questa vita. Mi dà così tanta gioia quando passo a salutare Albina! Vedendo lei mi sembra di vedere Alberto, e teniamo vivo fra di noi il suo ricordo, trasmettendogli con le nostre preghiere la nostra protezione fatta di amore vero. Ho 18 anni, ancora tre anni e sarò maggiorenne. Coraggio Esterina, la strada è ancora lunga. Mantieni il sorriso, presto Alberto tornerà ed avrà bisogno del tuo sostegno.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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