giovedì 21 marzo 2019

ESTERINA


ESTERINA

P. VENTI






Lo sapevo che aveva fatto affari anche in tempo di guerra, e glielo lascio volentieri. Non avrei mai immaginato di essere d’accordo con lei su qualcosa, ma il desiderio di dividerci è talmente forte che in pochi giorni stiliamo la nota di quello che sarà mio e di quello che toccherà a lei.

“Grazie, papà” penso. Adesso sono finalmente libera.

Nell’estate di questo primo anno di libertà il lavoro ferve e assumo un nuovo amministratore, Gustavo è andato con mia madre, da me è arrivato Cesarino.

Sono talmente impegnata che il 1920 e anche l’anno successivo volano via letteralmente. Soltanto nei giorni di festa mi sento un po’ sola, ma ho imparato a godere anche di questi momenti.

Ho 23 anni, sono ricca, e mi manca solo l’amore. Cosa posso fare? Il ricordo di Alberto non mi ha mai abbandonato e, a volte, mi capita di vederlo con Elena ed i suoi bambini. Ogni volta è un tuffo al cuore e un gran dolore, la vita non è stata generosa con me.

Sono nello studio e sento bussare. E’ con molta meraviglia che vedo entrare Elena.

“Buon giorno Esterina, posso parlarti?”

La faccio accomodare e aspetto di sentire cosa mi deve dire.

“Ho pensato molto prima di fare questo passo e venire da te. Sono sposata con Alberto da molto tempo e non sono riuscita, mai, nemmeno per un piccolo momento a farmi amare. So che mi vuole bene, che ama i bambini e non ci fa mancare nulla. Anch’io gli voglio bene, e mi accontenterei se solo sapessi che va bene anche a lui. Ma non è così! Ho vissuto questi anni con la speranza che le cose potessero cambiare e che i suoi sentimenti nei miei confronti potessero mutare, ma non è mai successo. Lui cerca di non darlo a vedere ma è sempre triste, ed io so, che è te che ha sempre nei pensieri e nel cuore. Non posso rimproverarglielo, tu c’eri prima di me e ho sempre saputo del vostro amore, dei sacrifici e delle rinunce che hai fatto per lui. Mi sono meravigliata quando mi ha chiesto di sposarlo ed io, ero tanto sola che ho accettato: è stato l’errore più grosso che potessi fare. Non si può spegnere un grande amore, ed il vostro è sempre stato un grande amore, tu stessa non ti sei ancora sposata e sono sicura che lo ami ancora. Lui per me, non è mai stato un vero marito; lo capisci Esterina? Sai quante volte nel sonno pronuncia il tuo nome? Ho aspettato, pazientato, ma ora non ce la faccio più, non posso competere con il rimpianto del vostro amore.  Sono venuta da te con una proposta: se tu mi prometti che mi aiuterai economicamente con i miei bambini io lascio libero Alberto. Lui non sa di questa mia decisione, prima volevo sentire il tuo parere, non voglio rischiare di lasciarlo se non sono sicura che tu lo ami e lo vuoi ancora per te. Cosa mi dici Esterina?”

“Quanto è la tua richiesta?”

E ci accordammo.

Ora dovevo solo aspettare di vederlo venire da me. Elena mi aveva garantito che ci avrebbe pensato lei a convincerlo.

E, finalmente, è qui, in casa mia e non riesco a dirgli niente.

“Elena mi ha detto tutto. Mi ha praticamente cacciato da casa. Esterina, mia bellissima Esterina, non ho mai tradito la nostra promessa, non ci sarei mai riuscito. Sei pronta ad affondare il mondo al mio fianco? Lo sai che non sarà facile, sono comunque un uomo sposato, l’uomo di un’altra e tu, diventerai quella che se lo è comprato. Dovremo subire…”

“Ho già subito il peggio. La vita senza di te è stata il peggio. Ora sono pronta a tutto.”
Ma non avrei mai immaginato come sarebbe stato difficile!

Mi accorgo che le cose sono cambiate già dai primi giorni della nostra convivenza. Nessuno mi invita più in casa propria, nessuno mi saluta come prima. Sono considerata una concubina, una peccatrice, quella che ruba il marito e non sono più accettata nemmeno in chiesa alla domenica.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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