ESTERINA
P. VENTISEI
“Esterina,
ho un messaggio da parte di tua madre, chiede quando può venire a parlarti. Non
chiedermi a che proposito vuole vederti. Mi ha stupito questa richiesta,
aspetta una tua risposta.”
Non stupisce me, ma lei non lo può sapere. Mi
verrebbe voglia di farla aspettare un anno, ma io non sono come lei, e poi,
sono curiosa di sapere cosa vuole da me.
“Può
venire domani pomeriggio.”
Mariuccia mi guarda incuriosita ma non aggiunge
altro, lei sa che alcune questioni sono ancora in sospeso fra di noi e spera,
come ogni persona buona, che si possano appianare.
Mi sento
agitata, non vedo mia madre da parecchi anni, da quando mi sono messa con
Alberto e si è precipitata a sputare tutto il suo veleno in questa casa e su di
noi, non ha mai visto nemmeno i suoi nipoti, ha dovuto prendere un grande
coraggio per ritornare qui. Bene, io l’aspetto.
Alberto mi ha chiesto se desidero che lui stia
nei paraggi, e gli ho solo chiesto di stare con i bambini. Sono sicura che
Lorenzo farà di tutto per vedere sua nonna, è molto incuriosito e vuole fare la
sua conoscenza. Non credo sarà possibile, non mi aspetto sentimentalismi.
Guardo mia madre al di là della scrivania. Si è
mantenuta bene in questi anni, sembra davvero che il tempo per lei non sia
passato. I suoi lineamenti si sono addolciti ed i suoi occhi sembrano più
grandi e dolci. Anche lei mi guarda con occhi attenti, dopo tutto sono sua
figlia, figlia che non vede da più di sei anni e che, l’ultima volta che l’ha
vista, l’ha ricoperta di insulti.
Aspetto che sia lei a parlare per prima. E’
stata sua l’idea di questo incontro e tocca a lei iniziare.
“Ti trovo
bene Esterina. Vedo che le lentiggini sono sparite.”
“Sono
sicura, mamma, che non sei venuta a parlarmi delle mie lentiggini, posso sapere
cosa vuoi?”
“Sei
sempre la solita, subito al sodo. Bene. Sono sicura che hai sentito anche tu le
voci che circolano sul mio conto da un po’ di tempo.”
“Cara
mamma, non ti devi giustificare con me, sei libera di fare come ti pare.”
“Per te è
facile parlare così. Tu non hai la vergogna nei tuoi sentimenti. Io sì! Io non
sono come te, non posso sopportare una vita emarginata come la tua. Io voglio
camminare a testa alta.”
“E allora,
cosa vuoi da me?”
“Tu
conosci il testamento di tuo padre, se mi risposo perdo tutto. Io amo Gustavo,
per la prima volta nella mia vita, alla mia età non più giovane, mi sono
innamorata veramente. Non posso vivere nel peccato, voglio poter sposarmi in
chiesa con tutti i sacramenti prescritti dal Signore, e voglio raggiungere un
accordo con te per le mie proprietà. Voglio sapere se sei disposta a lasciarmi
gestire tutto come ora in cambio di un affitto che andremo a concordare. Faremo
tutto con il notaio e tutto sarà regolare.”
Riprende fiato e mi guarda. Io non parlo e la
fisso negli occhi. Quegli occhi che sono sempre stati così freddi e calcolatori
ma che ora hanno una luce più dolce, non come quando i suoi schiaffi mi
colpivano e mandavano lampi e saette come se ci fosse il temporale.
Possibile che l’amore, anche su di lei abbia
compiuto il miracolo?
Voglio andare fino in fondo e capire fin dove è
disposta ad arrivare.
“Mi
dispiace mamma, ma se tu ti risposi ho intenzione di rispettare la volontà del
babbo: tu perdi tutto, e tutto ritorna a me, dopotutto ho due figli e devo
pensare al loro futuro.”
Le sue spalle si accasciano. Davvero aveva
sperato che io accettassi la sua proposta ed ora, si trova in un bel pasticcio.
Sta meditando su cosa fare e cosa dire. Vedo le sue labbra tirarsi come fionde
ed i suoi occhi perdere lo splendore che avevano fino a poco fa.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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