venerdì 29 marzo 2019

ESTERINA


ESTERINA

P. VENTISEI






“Esterina, ho un messaggio da parte di tua madre, chiede quando può venire a parlarti. Non chiedermi a che proposito vuole vederti. Mi ha stupito questa richiesta, aspetta una tua risposta.”

Non stupisce me, ma lei non lo può sapere. Mi verrebbe voglia di farla aspettare un anno, ma io non sono come lei, e poi, sono curiosa di sapere cosa vuole da me.

“Può venire domani pomeriggio.”

Mariuccia mi guarda incuriosita ma non aggiunge altro, lei sa che alcune questioni sono ancora in sospeso fra di noi e spera, come ogni persona buona, che si possano appianare.

 Mi sento agitata, non vedo mia madre da parecchi anni, da quando mi sono messa con Alberto e si è precipitata a sputare tutto il suo veleno in questa casa e su di noi, non ha mai visto nemmeno i suoi nipoti, ha dovuto prendere un grande coraggio per ritornare qui. Bene, io l’aspetto.

Alberto mi ha chiesto se desidero che lui stia nei paraggi, e gli ho solo chiesto di stare con i bambini. Sono sicura che Lorenzo farà di tutto per vedere sua nonna, è molto incuriosito e vuole fare la sua conoscenza. Non credo sarà possibile, non mi aspetto sentimentalismi.

Guardo mia madre al di là della scrivania. Si è mantenuta bene in questi anni, sembra davvero che il tempo per lei non sia passato. I suoi lineamenti si sono addolciti ed i suoi occhi sembrano più grandi e dolci. Anche lei mi guarda con occhi attenti, dopo tutto sono sua figlia, figlia che non vede da più di sei anni e che, l’ultima volta che l’ha vista, l’ha ricoperta di insulti.

Aspetto che sia lei a parlare per prima. E’ stata sua l’idea di questo incontro e tocca a lei iniziare.

“Ti trovo bene Esterina. Vedo che le lentiggini sono sparite.”

“Sono sicura, mamma, che non sei venuta a parlarmi delle mie lentiggini, posso sapere cosa vuoi?”

“Sei sempre la solita, subito al sodo. Bene. Sono sicura che hai sentito anche tu le voci che circolano sul mio conto da un po’ di tempo.”

“Cara mamma, non ti devi giustificare con me, sei libera di fare come ti pare.”

“Per te è facile parlare così. Tu non hai la vergogna nei tuoi sentimenti. Io sì! Io non sono come te, non posso sopportare una vita emarginata come la tua. Io voglio camminare a testa alta.”

“E allora, cosa vuoi da me?”

“Tu conosci il testamento di tuo padre, se mi risposo perdo tutto. Io amo Gustavo, per la prima volta nella mia vita, alla mia età non più giovane, mi sono innamorata veramente. Non posso vivere nel peccato, voglio poter sposarmi in chiesa con tutti i sacramenti prescritti dal Signore, e voglio raggiungere un accordo con te per le mie proprietà. Voglio sapere se sei disposta a lasciarmi gestire tutto come ora in cambio di un affitto che andremo a concordare. Faremo tutto con il notaio e tutto sarà regolare.”

Riprende fiato e mi guarda. Io non parlo e la fisso negli occhi. Quegli occhi che sono sempre stati così freddi e calcolatori ma che ora hanno una luce più dolce, non come quando i suoi schiaffi mi colpivano e mandavano lampi e saette come se ci fosse il temporale.

Possibile che l’amore, anche su di lei abbia compiuto il miracolo?

Voglio andare fino in fondo e capire fin dove è disposta ad arrivare.

“Mi dispiace mamma, ma se tu ti risposi ho intenzione di rispettare la volontà del babbo: tu perdi tutto, e tutto ritorna a me, dopotutto ho due figli e devo pensare al loro futuro.”

Le sue spalle si accasciano. Davvero aveva sperato che io accettassi la sua proposta ed ora, si trova in un bel pasticcio. Sta meditando su cosa fare e cosa dire. Vedo le sue labbra tirarsi come fionde ed i suoi occhi perdere lo splendore che avevano fino a poco fa.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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