sabato 23 marzo 2019

ESTERINA


ESTERINA

P. VENTIDUE






Viviamo molto intimamente e molto intensamente questo bellissimo periodo. Le feste di Natale, il nuovo anno, li abbiamo festeggiati con Mariuccia e Cesarino che ci hanno dato una bellissima notizia: si sposeranno in febbraio e verranno a vivere al cascinale.

Oggi, accompagnerò Mariuccia a provare l’abito da sposa. Non capisco come possa volere me al suo fianco: peccatrice e con il pancione, ma lei mi vuole bene e sta andando contro tutte le convenzioni e non rinuncia alla nostra amicizia.

Fa molto freddo, ma siamo talmente felici che camminiamo verso la sartoria ridendo come due ragazzine emozionate.

Albina sta attraversando la strada e ci incrocia. Guarda con disprezzo me e la mia pancia, sputa con biasimo ai miei piedi e si rivolge a Mariuccia.

“Cosa ci fai in giro con questa rubamariti? Non ti vergogni a frequentare persone come lei? Stai attenta, per una che ruba i mariti delle altre potrebbe essere facile portarti via anche il tuo, ti consiglio di starle alla larga, una sgualdrina non distingue un letto dall’altro e potresti trovartela nel tuo con tuo marito. E pensare che l’avevo accolta in casa mia come una figlia quando sua madre la maltrattava. Ora ho capito che sua madre aveva ragione, cercava di raddrizzarla, lei aveva già capito di che pasta era fatta sua figlia. Povera Matilde, ha generato una figlia sgualdrina, ed io ho generato un figlio debole che si è fatto attrarre da una come lei.”

Senza aggiungere altro se ne va.

La nostra allegria è finita. Nessuna di noi ha voglia di parlare. Abbiamo, ognuna nel nostro cuore, un grandissimo dispiacere. Entriamo nel negozio per provare il vestito da sposa e veniamo accolte con grande freddezza. Capisco di non essere ben accetta e cerco di andarmene. Mariuccia si avvede della situazione e si rivolge alla titolare: “signora Maria, se non vuole fare i nostri abiti ce ne andiamo subito.”
La sarta cerca di rimediare ma Mariuccia esce e le grida “si tenga l’abito, io non lo voglio più!”

Adesso come facciamo? Mariuccia non si perde d’animo e insieme sistemiamo l’abito da sposa di sua nonna e, il giorno del suo matrimonio è bellissima, come tutte le spose lo sono.

Io sono all’ottavo mese di gravidanza e non entro in chiesa, ma tutti i festeggiamenti sono previsti al cascinale e non me ne perdo nemmeno uno. Alberto non lascia mai il mio fianco, sa che per noi tutto questo non sarà mai possibile e cerca di consolarmi, ma io non ne ho bisogno, sono troppo felice così.

Il parto si avvicina e Mariuccia è sempre al mio fianco. I lavori sono rallentati, in questa stagione c’è meno da fare e Alberto e Cesarino si concentrano sui conti.

E’ all’alba del 31 marzo che hanno inizio le doglie e Alberto corre a chiamare Mariuccia. Finalmente ci siamo.

Il parto è un’esperienza unica e irripetibile che ogni donna conosce e attraversa per amore. Lorenzo nasce a mezzogiorno del primo aprile e tutto è andato bene.

Io non so descrivere la gioia e la felicità che ho provato quando ho visto il suo visino per la prima volta, e Alberto piangeva come una ragazzina, abbracciava Cesarino e Mariuccia e non riusciva a stare fermo, era talmente emozionato che il cuore sembrava potesse scoppiargli.

Nessuno ha portato regali, ha fatto auguri, ma sul muro di cinta hanno scritto “qui vive la famiglia del peccato che ha messo al mondo il bastardo, state lontani da questo posto, si respira vergogna.”

Lorenzo viene battezzato in casa e cominciamo la classica trepidazione di genitori. Il bambino cresce sano ed è bellissimo, ha i capelli scuri di Alberto e il sorriso mi ricorda tanto il mio povero fratello, “almeno voi da lassù aiutateci e proteggeteci” penso rivolta a mio padre e ad Alfredo, perché quaggiù abbiamo poca solidarietà.

Io mi dedico completamente al mio bambino e lascio i lavori della tenuta ad Alberto e Cesarino. Mariuccia mi aiuta ed è innamorata di Lorenzo che contraccambia con i suoi modi semplici e ruffiani.
Non esco quasi mai dal cascinale, ma oggi, in questa giornata così tiepida e piacevole di inizio autunno, prendo il mio piccolo, e con Mariuccia andiamo in paese. Sono passati parecchi mesi da quando l’ho accompagnata dalla sarta ed oggi, voglio ritentare l’avventura.
 Sua madre ci ha invitate a prendere un tè, è il primo invito che ricevo e non me lo lascio scappare.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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