ESTERINA
P. VENTIDUE
Viviamo molto intimamente e molto intensamente
questo bellissimo periodo. Le feste di Natale, il nuovo anno, li abbiamo
festeggiati con Mariuccia e Cesarino che ci hanno dato una bellissima notizia:
si sposeranno in febbraio e verranno a vivere al cascinale.
Oggi, accompagnerò Mariuccia a provare l’abito
da sposa. Non capisco come possa volere me al suo fianco: peccatrice e con il
pancione, ma lei mi vuole bene e sta andando contro tutte le convenzioni e non
rinuncia alla nostra amicizia.
Fa molto freddo, ma siamo talmente felici che
camminiamo verso la sartoria ridendo come due ragazzine emozionate.
Albina sta attraversando la strada e ci
incrocia. Guarda con disprezzo me e la mia pancia, sputa con biasimo ai miei
piedi e si rivolge a Mariuccia.
“Cosa ci
fai in giro con questa rubamariti? Non ti vergogni a frequentare persone come
lei? Stai attenta, per una che ruba i mariti delle altre potrebbe essere facile
portarti via anche il tuo, ti consiglio di starle alla larga, una sgualdrina
non distingue un letto dall’altro e potresti trovartela nel tuo con tuo marito.
E pensare che l’avevo accolta in casa mia come una figlia quando sua madre la
maltrattava. Ora ho capito che sua madre aveva ragione, cercava di
raddrizzarla, lei aveva già capito di che pasta era fatta sua figlia. Povera
Matilde, ha generato una figlia sgualdrina, ed io ho generato un figlio debole
che si è fatto attrarre da una come lei.”
Senza aggiungere altro se ne va.
La nostra allegria è finita. Nessuna di noi ha
voglia di parlare. Abbiamo, ognuna nel nostro cuore, un grandissimo dispiacere.
Entriamo nel negozio per provare il vestito da sposa e veniamo accolte con
grande freddezza. Capisco di non essere ben accetta e cerco di andarmene.
Mariuccia si avvede della situazione e si rivolge alla titolare: “signora Maria, se non vuole fare i nostri
abiti ce ne andiamo subito.”
La sarta cerca di rimediare ma Mariuccia esce e
le grida “si tenga l’abito, io non lo
voglio più!”
Adesso come facciamo? Mariuccia non si perde
d’animo e insieme sistemiamo l’abito da sposa di sua nonna e, il giorno del suo
matrimonio è bellissima, come tutte le spose lo sono.
Io sono all’ottavo mese di gravidanza e non
entro in chiesa, ma tutti i festeggiamenti sono previsti al cascinale e non me
ne perdo nemmeno uno. Alberto non lascia mai il mio fianco, sa che per noi
tutto questo non sarà mai possibile e cerca di consolarmi, ma io non ne ho
bisogno, sono troppo felice così.
Il parto si avvicina e Mariuccia è sempre al mio
fianco. I lavori sono rallentati, in questa stagione c’è meno da fare e Alberto
e Cesarino si concentrano sui conti.
E’ all’alba del 31 marzo che hanno inizio le
doglie e Alberto corre a chiamare Mariuccia. Finalmente ci siamo.
Il parto è un’esperienza unica e irripetibile
che ogni donna conosce e attraversa per amore. Lorenzo nasce a mezzogiorno del
primo aprile e tutto è andato bene.
Io non so descrivere la gioia e la felicità che
ho provato quando ho visto il suo visino per la prima volta, e Alberto piangeva
come una ragazzina, abbracciava Cesarino e Mariuccia e non riusciva a stare
fermo, era talmente emozionato che il cuore sembrava potesse scoppiargli.
Nessuno ha portato regali, ha fatto auguri, ma
sul muro di cinta hanno scritto “qui vive
la famiglia del peccato che ha messo al mondo il bastardo, state lontani da
questo posto, si respira vergogna.”
Lorenzo viene battezzato in casa e cominciamo la
classica trepidazione di genitori. Il bambino cresce sano ed è bellissimo, ha i
capelli scuri di Alberto e il sorriso mi ricorda tanto il mio povero fratello, “almeno voi da lassù aiutateci e
proteggeteci” penso rivolta a mio padre e ad Alfredo, perché quaggiù
abbiamo poca solidarietà.
Io mi dedico completamente al mio bambino e
lascio i lavori della tenuta ad Alberto e Cesarino. Mariuccia mi aiuta ed è
innamorata di Lorenzo che contraccambia con i suoi modi semplici e ruffiani.
Non esco quasi mai dal cascinale, ma oggi, in
questa giornata così tiepida e piacevole di inizio autunno, prendo il mio
piccolo, e con Mariuccia andiamo in paese. Sono passati parecchi mesi da quando
l’ho accompagnata dalla sarta ed oggi, voglio ritentare l’avventura.
Sua madre
ci ha invitate a prendere un tè, è il primo invito che ricevo e non me lo
lascio scappare.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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