martedì 26 marzo 2019

ESTERINA


ESTERINA

P. VENTITRE






Maddalena ci accoglie con un sorriso tirato. Mi accorgo che non è felice di questo incontro e capisco subito che è stata Mariuccia l’artefice di tutto questo.

Cerco di non scoraggiarmi ed entro in casa. Anche Elena è stata invitata, Maddalena non sapeva che ci sarei stata anch’io, e si sente molto in imbarazzo.

Nessuno conosce il vero accordo fra Elena e me, abbiamo preferito che la gente pensasse e sparlasse come voleva ma, la verità è comunque venuta a galla, e tutti sanno che l’ho pagata per riavere Alberto e non che è stata lei a deciderlo.

Stiamo tutti cercando di comportarci da persone civili, dopo tutto fra poco ce ne andremo ed ognuno tirerà un sospiro di sollievo, quando entra Albina. Maddalena è sua sorella ed ha saputo che oggi Mariuccia sarebbe venuta in visita, ma poi, vede me e il bambino.

Nella stanza ogni respiro sembra essersi fermato.

Lo sguardo di Albina passa dall’allibito all’incredulo, per poi mostrare tutto il disprezzo che prova per noi. Guarda Elena e non capisce cosa ci fa lei in quella stanza con noi.

Il suo viso si fa rosso, il gozzo le si gonfia e la rabbia sembra esploderle dagli occhi. “Non posso, proprio non posso stare nella stessa stanza con loro, ma tu, Elena, non dici niente? Vieni, andiamocene, qui si respira la vergogna e nessuno dovrebbe starle vicino”.
La prende con forza per un braccio ed escono. Lorenzo sceglie proprio quel momento per cominciare a piangere e Albina si blocca sulla porta. Dopo tutto è suo nipote, si gira, ma la rabbia è più forte del sentimento ed esce di corsa.

“Ora dobbiamo andare, il bambino deve mangiare e sta scendendo il fresco. Ti ringrazio Maddalena, spero che verrai anche tu a trovarci al cascinale, ci farebbe molto piacere, come hai potuto vedere siamo ancora persone civili ed il mio bambino è uguale a tutti gli altri.”

Ce ne torniamo silenziosamente a casa, e Mariuccia è molto felice, ha fatto un piccolo passo per riportarmi nel mondo civile e ci è quasi riuscita.

“Grazie mia cara della tua amicizia” penso, e la ringrazio con il cuore.

Il tempo trascorre ed io mi godo il mio bambino che cresce sano e vispo e dimostra una intelligenza fuori dal comune. Sono sua madre e mi sembra che tutto di lui sia straordinario. A due anni parla perfettamente e sorride poco, è sempre piuttosto serio. Mariuccia lo vizia spudoratamente, purtroppo lei non riesce a restare incinta, mentre io mi accorgo che aspetto un altro bambino.

Questa gravidanza è così diversa dall’altra. Sto molto male e non posso alzarmi dal letto, e tutto è sulle spalle di Mariuccia e di Alberto. Io non mi faccio abbattere dalla situazione, è solo passeggera, ho aspettato Alberto per la durata di tutta una guerra figurarsi se non so aspettare nove mesi la nascita del mio bambino e, puntualmente, la natura fa il suo corso e Teresa nasce il 10 febbraio 1926.

 E’ Stato un parto lungo e doloroso che ha rischiato di portarmi alla tomba, dovrò stare attenta per un po’ e non avere altri figli. Meglio se mi accontento e mi goda i miei due bambini, il mio uomo e la mia felicità di madre.

Niente può incrinare la mia, la nostra felicità. Abbiamo due splendidi figli, il nostro amore che non si è mai appannato, due amici come Mariuccia e Cesarino e abbiamo imparato a godere di ogni piccola cosa.

Il mondo che c’è fuori non ci vuole e noi dovremo farcene una ragione, ma per i nostri bambini che stanno crescendo come sarà? Vivere emarginati per noi che siamo adulti è stata dura, ma eravamo preparati e sapevamo molto bene come sarebbe stata la vita per due che vivono “nel peccato”, ma per i nostri bambini, quando cominceranno a uscire, a frequentare la scuola, come sarà? Loro sono senza colpe, non devono subire offese o ingiustizie per colpa nostra, saremo in grado di aiutarli? La gente sa essere molto cattiva, con noi lo è stata e, ancora continua ad esserlo.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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