ESTERINA
P. DICIANNOVE
Alberto è stato di parola. Nel mese di giugno ha
sposato Elena e le campane della chiesa hanno a lungo suonato a festa. Il mio
cuore si è vestito a lutto, non posso farci niente, non posso cancellare il mio
amore. La tristezza ha preso il posto della speranza e, per non morire di
dispiacere comincio a interessarmi all’andamento della proprietà.
Ho 20 anni, fra un anno entrerò in possesso
della mia eredità. Devo farmi un po’ le ossa e capire come funziona. Mia madre
ha assunto davvero un amministratore ed è a lui che mi rivolgo.
Fra mia madre è me c’è una specie di tregua, ma
so che lei non ha perso la speranza di combinare il mio matrimonio, ma dovrà
cambiare il candidato, perché Giovanni si è sposto con un’altra.
La guerra è finita, la vita riprende il suo
corso, la gente si sposa e finalmente trova anche un po’ di amore, anch’io
dovrò pensare a cosa fare nel futuro. Per adesso imparo a dirigere la mia
proprietà.
Mi impegno molto e imparo in fretta. Gustavo,
l’amministratore, è molto fiero di quello che imparo e mia madre si mantiene
distante da me.
Sono talmente impegnata che non mi accorgo del
tempo che passa. Solo quando sono sola nella mia stanza provo dolore e
tristezza ma non mi arrendo nemmeno davanti all’evidenza: Alberto è unito nel
sacro vincolo del matrimonio con Elena, niente potrà riportarlo da me, ma io
non riesco ad allontanarmi da lui.
Le feste, il Natale, il nuovo anno, tutto mi
scivola addosso senza lasciarmi niente nel cuore. Un altro anno, il 1920,
finalmente a maggio i miei 21 anni.
Ci sono quasi, fra una settimana, il 17 maggio
1920 entrerò in possesso della mia eredità. Cosa ne farò? Cosa cambierà?
Staremo a vedere.
SESTO CAPITOLO.
Finalmente, oggi 17 maggio 1920 compio 21 anni.
Scendo a colazione e non trovo nessuno. Non mi
aspettavo né festeggiamenti né auguri. Per me è una data importante, quella che
segna il mio nuovo inizio. Mia madre non c’è e nessuno sa dove sia andata.
Bisogna che mi organizzi e vada dal notaio, ho
bisogno di sapere della mia eredità. Per intanto, con Gustavo controllo i conti
e il tempo vola come al solito. E’ già sera quando vedo mia madre rientrare e,
senza convenevoli mi dice: “Domani a
pranzo ci sarà il notaio Gelmini e tutto verrà chiarito. Buon compleanno
Esterina.” E nient’altro.
Nello studio ci siamo solo noi tre. Il notaio
comincia a leggere tutte le carte ma io ci capisco poco. “Si fermi signor notaio, eviti i formalismi e vada al sodo, in cosa
consiste l’eredità? Di cosa entro in possesso?”
“Signorina
Esterina, lei diventa proprietaria esattamente della metà di tutto, ora bisogna
fare l’inventario e le divisioni, ma a grandi linee le posso dire che oltre al
cascinale ci sono vari appezzamenti di terra, altre abitazioni e un cascinale
molto importante a circa cinque chilometri da qui, ci sono gli animali, le
stalle e tanto altro. Vi ho portato un primo elenco che potete consultare e
vedere se riuscite a trovare un accordo fra di voi prima di passare alle
questioni prettamente legali.”
E dopo un ultimo caffè e un liquore, ci lascia.
Siamo rimaste sole e nessuna di noi ha voglia di
continuare la nostra convivenza.
“Mamma,
che ne dici se decidiamo fra noi la divisione dei beni?”
Io sono bendisposta, e spero lo sia anche lei.
“Va bene,
ma ti premetto che desidero avere l’altro cascinale perché l’ho acquistato da
poco e mi piace, sul resto mi va bene la separazione consensuale.”
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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