ESTERINA
P. VENTISETTE
“Non so
cosa speravo quando sono venuta da te. Hai tutto il diritto di comportarti
così. Io al tuo posto avrei fatto lo stesso. Ma se sono venuta fin qui a
parlarti è perché ho capito che l’amore rende diversi, ed io mi sento diversa.
Ho fatto tanto per conquistarmi la posizione che ho, ho sposato tuo padre anche
se non lo amavo, ho tentato in tutti i modi di piegarti ad un matrimonio che
aumentasse il nostro patrimonio e non ho mai capito il perché tu ti sia sempre
rifiutata. Lo capisco adesso, adesso che sono disposta a rinunciare a tutto per
l’amore che porto a Gustavo. Sì mia cara, rinuncio a tutto ma voglio sposare
Gustavo, il nostro amore ha diritto di essere vissuto alla luce del sole, anche
se non so come faremo a vivere se perdo tutto. Non l’avevo messo in conto, può
darsi che Gustavo non mi voglia senza il mio patrimonio, ma io voglio lui. Lui
mi ama e troveremo comunque il modo di vivere.”
Sono esterrefatta! Mia madre disposta a
rinunciare a tutto per amore. No, non ci posso credere. Questo è un cambiamento
che non mi aspettavo.
“Ora
capisci cosa vuol dire amare veramente? Cosa vuol dire rinunciare a tutto per
amore? Bè, io l’ho fatto molti anni fa ed ho subìto ogni umiliazione. Ancora
oggi vengo emarginata e non so come raccontare ai miei figli il motivo di tanto
risentimento. Tu stessa mi hai maledetta, dalle tue labbra sono uscite le
offese più gravi, quelle che mi hanno fatto più male. Adesso capisci cosa ho
provato e cosa sto ancora provando? I
miei figli sono considerati i figli del peccato e tutto per causa tua, per la tua
voglia di potere e di denaro e per la tua mancanza di amore nel cuore. Sono
contenta che, finalmente, anche il tuo cuore si sia aperto, sono sicura che ci
troverai molta felicità, amare è indispensabile per vivere bene, adesso anche
tu lo sai.”
“Mamma,
mamma, ti ho portato dei fiori”. Lorenzo entra come una ventata di aria fresca e
si ferma. Non sapeva che avevo ospiti. Mi porge i fiori di campo e guarda mia
madre. “Buon giorno signora”.
“Questa è
tua nonna Matilde, adesso la puoi conoscere, è la mia mamma. Mi hai chiesto di
lei un po’ di tempo fa. Mamma, questo è Lorenzo, mio figlio, tuo nipote”.
Si guardano in silenzio. Io so che rivede in mio
figlio i tratti di Alfredo, gli somiglia molto e lei ha molto amato suo figlio.
Lorenzo le si avvicina. “Tu sei la mia
nonna? Sei molto bella! Perché non sei mai venuta a trovarci?”
Dovrà trovare una risposta da dargli. Lorenzo
non è un bambino che si accontenta di mezze parole.
“Se avessi
saputo che eri un bambino così bello sarei venuta prima. Te l’ha detto la tua
mamma che somigli molto a un altro bambino? Il mio bambino?”
Lorenzo non molla, le si avvicina ancora di più
e le sale sulle ginocchia. Mia madre non sa cosa fare e mi guarda. Lascio a lei
la decisione, se fare la nonna o andarsene e lei, lo stringe tra le braccia e
gli bacia i capelli. Si commuove e comincia a piangere.
Mia madre che piange e si commuove? Anche questa
non l’avevo mai vista.
Alberto entra trafelato. “Scusa Esterina ma mi è scappato con i fiori per te e non sono riuscito
a raggiungerlo in tempo”. Tiene per mano Teresa che, incuriosita, anche lei
si avvicina a mia madre.
“Ti
presento la nonna Matilde” le dice Lorenzo, “è
venuta finalmente a trovarci, adesso abbiamo anche noi una nonna”.
Alberto ed io siamo impietriti: mia madre con i
miei figli in braccio che li guarda come se non avesse mai visto niente di più
bello. Anche noi ci guardiamo e rimaniamo in silenzio, non sappiamo cosa dire.
Alberto mi si avvicina e mi posa una mano sulla
spalla, mia madre deve sapere che questa è una famiglia, una famiglia fatta di
amore, e lei non lo ha mai capito, fino ad ora.
Ora Alberto ha riportato fuori i bambini, devo
terminare di discutere con mia madre.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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