DOVE VANNO I
RICORDI?
Me ne stavo
sdraiata ad occhi chiusi. Il grande albero frondoso ammorbidiva l’aria con la
sua soffusa sinfonia di suono e di silenzio. Era dolce sentire la carezza del
tiepido e leggero vento che, oltre a far suonare le foglie mi accarezzava il
viso. Un sorriso increspò le mie rughe e le labbra si socchiusero a
ringraziare, con un cenno di sorriso quel momento così speciale e piacevole.
Non aprire gli occhi. Pensa! Sentii sussurrarmi nelle orecchie.
La mia mente, piano piano sembrò assopirsi. Che
cosa vuoi? Sento la voce di Emetiades. Già, che cosa volevo? Allunga la mano e prendilo.
Non aprii
gli occhi, perché avevo paura di perdere il contatto con questa voce e con le
sensazioni che provavo. Sapevo bene cosa volevo, allungai la mano e afferrai quel ricordo che stava lì, vagante ed
evanescente ad aspettare che lo riprendessi.
Un bel
ricordo davvero. Il mio primo bacio, il primo vero bacio. Avevo quattordici
anni e rubavo il tempo da trascorrere con il ragazzo del mio cuore. Bellissimo,
gentile, troppo bello per essere vero, non ci credevo. Lo conoscevo da poco ma
mi ero subito innamorata di lui. Era una domenica d’estate e non c’erano molte
cose che si potevano fare ai miei tempi!
Ma una passeggiata, quella era sempre disponibile.
Ricordo bene
quel sentiero sterrato che affiancava la ferrovia e dall’altro lato un semplice
fosso separava campi dorati di grano maturo. Camminavamo mano nella mano, in
silenzio. Soltanto il cinguettio degli uccelli e il ronzio degli insetti ci
faceva da sfondo. Le nostre mani sudate, più per l’emozione di toccarci che per
il caldo erano intrecciate e ognuno di noi era perso nei propri pensieri. Due
ragazzini, che si erano allontanati dagli altri per respirare un poco del
profumo reciproco. Timidezza, imbarazzo per ritrovarci da soli in un luogo
così. Camminavamo lentamente per rendere più lungo il tempo da passare da soli,
per assaporare quell’emozione che, allora non lo sapevamo, si respira poche
volte nella vita. Cosa mi passava nella mente? Non lo so, era attesa,
sentimento, Amore. Chi fece la prima mossa? Non lo sapremo mai, un coro di
Angeli, i nostri angeli accompagnatori si erano stancati della nostra timidezza
e fecero in modo che nello stesso istante i nostri occhi si specchiassero: i
miei nei tuoi e i tuoi nei miei. Soltanto un attimo, un’esplosione di energia
ci avvolse e tu, sì tu mi avvolgesti in un abbraccio e posasti, per la prima
volta le tue labbra sulle mie. Fu un bacio breve e dolcissimo che mi mandò il
cuore a mille, un bacio che mise il sigillo sul nostro amore, a volte
contrastato, a volte incompreso ma per noi unico e indissolubile. Non so cosa
provasti nel tuo cuore in quel momento, ma io impressi la dolcezza di quel
bacio come sigillo nel mio cuore da riaprire ogni volta che eri lontano da me.
E così è ancora oggi.
Dolci
lacrime bussano da sotto le palpebre. Dio quanta forza hanno i ricordi! Sono
passati 44 anni da quell’estate, dal nostro primo bacio ma ancora oggi, se
voglio, allungo la mano e prendo questo ricordo dall’album dell’Universo. La
ragazzina è diventata donna, e il tempo che passa la rende sempre più fragile e
scontrosa. Ma nel suo cuore, tenuto ben protetto da quel sigillo, niente altro
potrà entrare se non l’Amore che ancora ha per te.
Cosa mi fai, Emetiades? Perché tutto
questo?
Perché tu non sei cambiata e il tuo
cuore è ancora quello di una ragazzina, perché le tue emozioni non invecchiano
mai e perché tu, a volte dimentichi che se anche il cielo spesso si scurisce
col temporale tu sai ballare sotto la pioggia e camminare sull’arcobaleno.
Ancora non capisco.
I ricordi sono quello che le persone
portano nel loro bagaglio, ma troppo spesso è un bagaglio dimenticato in un
magazzino polveroso e umido, MA NON PER TE, ed io sono qui per aiutarti a
sorridere, a continuare la tua strada portandoti via il peso che hai nel cuore.
Sono io che ho messo al tuo fianco quel ragazzo, l’unico su questa Terra che
fosse giusto per te e VOGLIO che tu non perda nemmeno un frammento della
felicità così faticosamente conquistata e vissuta. Stai serena, tutto è già
stabilito ed io, Emetiades sono con te fin dai tempi dei tempi, e non abbiamo
ancora finito. Goditi il resto di questo viaggio, apri gli occhi e sorridi, fa
che le tue rughe siano di gioia e non di dolore e riprenditi quello che davvero
ti meriti. Non avere mai paura, niente dipende da te, imparalo in fretta e
riprendi il sentiero.
Emetiades,
l’Aliena che è in me.
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