martedì 18 settembre 2018

ELOISE


ELOISE

P. VENTUNO E VENTIDUE



Scesero velocemente da cavallo e corsero dal loro compagno. La freccia lo aveva preso alla spalla, pochi centimetri e non ci sarebbe stato più niente da fare.
Imprecando lo sollevarono con cura mentre sir Power e Steven cominciavano la perlustrazione, inutilmente.
Dovettero tornare in fretta dagli altri, il pericolo non era certamente passato. Leroi si lamentava ma stava coraggiosamente in sella.
Nei loro alloggi medicarono il ferito, ancora non avevano detto una parola. Cosa significa questo, sir Power? Gli chiese Allen. Il loro capo sospirò, li avvicinò e tenendo la voce bassa raccontò come erano andate veramente le cose. Chi può volere la sua morte, sir Power? Lei è un protetto del re! Gli disse di nuovo. Purtroppo non lo so, credevo fosse legato ai messaggi che ho portato ma ora sono nelle mani del re, io non ho più niente che valga la pena prendere e non conosco il contenuto degli stessi. Rispose loro. Possibile che non abbia nemmeno dei sospetti? Allen non demordeva. Niente che abbia un senso. Gli rispose.
Rimasero silenziosi per alcuni minuti. Poi sir Power riprese la parola. Vi chiedo di non fare cenno a quanto successo, state molto all’erta e non uscite da soli per nessun motivo, nemmeno se vi chiamassi io stesso. Non vedo l’ora di tornare a casa e togliermi da questo nido di vipere!
Li lasciò per tornare nella sua stanza. I pensieri gli vorticavano nella mente, non riusciva a trovare un senso a quello che gli era successo, ma aveva ben capito che era in pericolo, era lui il bersaglio e togliere di mezzo i suoi uomini era solo il modo per lasciarlo sguarnito, senza difese. I corridoi illuminati che oltrepassava gli sembravano luoghi per agguati, il suo senso sviluppato di spia e di molti anni trascorsi sul filo del rasoio ora erano al massimo dell’esasperazione. Non sarebbe stato facile coglierlo di sorpresa, nemmeno nel sonno, chiunque ce l’avesse con lui avrebbe trovato pane per i suoi denti.
Chiuse la porta dietro di sé e si versò da bere. Stava portando il boccale alle labbra ma si fermò: non avrebbe toccato niente che non fosse anche per tutti gli altri.
Maledizione. Maledizione. Maledizione. Disse scagliando il calice colmo di vino contro il camino.
Riprese il controllo quando sentì bussare alla porta. Una dama della regina chiedeva se poteva accompagnarlo dalla sovrana. Non poteva certo rifiutare, e la seguì.
Raggiunse gli appartamenti della regina, lei lo aspettava con a fianco Mariclaire. Il viso dell’uomo si illuminò di un sorriso quando la vide e la regina lo fece accomodare di fronte a lei.
Ho sentito parlare molto bene di lei, sir Power. Mio marito, il re ne decanta le qualità, la sua lealtà e la sua rettitudine, al punto di prometterle in sposa la mia dama preferita. Ho voluto conoscerla di persona per avere il piacere di brindare con lei e Mariclaire in privato prima dell’annuncio ufficiale. Sarò molto triste quando lei me la porterà via, ma sono sicura che sarete felici. Disse la regina.
Una cameriera versò del vino e insieme brindarono alla futura vita dei due giovani. Trascorsero alcuni minuti in inutili conversazioni fino a che lui e la sua fidanzata furono congedati. Si inchinarono alla regina e uscirono insieme
Conosco bene la regina, e lei, mio signore le ha fatto un’ottima impressione. Sono davvero felice di avere anche la sua approvazione, è molto importante, sarà lei stessa a fornirmi la dote che mi serve. Gli disse mentre uscivano. Mi vuole accompagnare nelle mie stanze? Gli chiese soavemente.
Entri, sir Power, non abbia timore, qui, finalmente potremo stare un po’ da soli. L’uomo si chiuse la porta alle spalle, finalmente poteva rilassarsi.
Si sedettero su un comodo sofà e lei gli prese la mano fra le sue. Tutta la stanza era pregna del suo profumo, troppo forte per i gusti dell’uomo. E’ stato lontano a lungo, mio caro, me ne vuole parlare? Ho saputo che è stato ferito, spero non sia niente di grave.
Sir Power la guardava, non erano mai stati così in intimità, sapeva che era sconveniente e doveva stare attento a come comportarsi, a dispetto di quello che gli altri credevano lui conosceva l’etichetta oltre a tante altre cose. Miss Mariclaire, gli ordini del re sono discussi solo con lui, non posso parlare delle missioni che lui mi ha ordinato, né ora né mai. Le rispose baciandole la mano. Avevo la certezza che lei fosse un uomo leale e retto, il re dovrebbe averne altri come lei, ed io sono fiera di diventare sua moglie. Le cinguettò baciandogli l’orecchio.
Mariclaire si tolse i guanti e cominciò a sbottonarsi il corpetto. Lui la osservava senza dire nulla, poi si alzò di scatto. Questo è sconveniente! A malincuore devo tornare dai miei uomini. Porterò con me il ricordo di questi momenti, in attesa che tutto venga approvato dal re e finalmente stare insieme. Le baciò la mano e uscì.
Ci era voluto un buon autocontrollo ma non voleva rischiare le ire del re solo perché non era stato capace di stare al suo posto.
Era ora di cena e raggiunse i suoi uomini, più corrucciato che mai. Loro capirono che non era di buon umore e mangiarono in silenzio.





I giorni che lo speravano dal ballo per il suo fidanzamento sembrava non passassero mai. Li trascorreva con i suoi uomini anche se avrebbe voluto avere più tempo da passare con la sua fidanzata. Lo innervosiva quella faccenda, ore passate col sarto per il suo abito da ballo, un pomeriggio a ripassare i passi di danza, era davvero esasperato, ma finalmente il giorno era giunto e gli ospiti avevano cominciato ad arrivare.
La musica arrivava fino alla sua stanza, lui, in piedi indossando il suo abito nuovo si guardava allo specchio. Era elegante, come confaceva l’etichetta per quell’occasione. Si girava per osservare la sua figura, il suo viso era perfetto con barba e capelli ben tagliati, sembrava proprio un damerino di corte. Per un attimo gli sembrò di vedere nello specchio il riflesso di quella mocciosa che rideva di lui. Certo quella ragazzina non avrebbe mai avuto modo di vivere nemmeno un minuto come i signori che abitavano il palazzo e i loro simili. La rivide in sella alla sua cavalla nera che cavalcava meglio di un maschio, rivide le sue mani ruvide per il troppo lavoro ma, soprattutto rivide lo sguardo di sfida che gli aveva lanciato l’ultima volta che si erano visti. Non era una ragazzina comune, e sarebbe stata completamente fuori luogo in un ambiente come quello. Pensò, invece alla sua fidanzata, sempre perfetta, sempre consapevole del posto che occupava e di quello che avrebbe avuto una volta che si fossero sposati. Non c’era confronto fra le due. Rivide nella sua mente i due volti che si affiancavano, il più giovane col sorriso di chi sa cosa significa vivere fino in fondo, l’altro col sorriso di chi sa come si vive fino in fondo.
Fra le due chi era la più vera? Si chiese. Ma non ebbe il tempo di rispondersi, un paggio era arrivato per condurlo nel salone.
Sir Power respirò profondamente prima di varcare la soglia. La musica avvolgeva tutto il salone, lunghe tavole erano imbandite di ogni ben di dio, camerieri passavano con vassoi carichi di bicchieri colmi e di manicaretti fra le persone convenute. Erano davvero tante ed erano in attesa dei sovrani.
La musica cessò e tutti si voltarono verso la scalinata. Il re e la regina scendevano affiancati sorridendo, dietro di loro Mariclaire li seguiva sorridendo felice.
I sovrani presero posto sui loro troni e la musica riprese. Erano una coppia notevole, il re di bell’aspetto e la regina non era una gran bellezza ma erano molto uniti, mai nessuno aveva sentito pettegolezzi su di loro ma tanti sapevano che le cose non erano proprio come sembravano.
Il valletto personale del re chiese il silenzio e tutti trattennero perfino il fiato.
Il re e la regina si alzarono dal trono e chiamarono al loro fianco sir Power e Mariclaire.
Fu il re a prendere la parola.
Dame e cavalieri, benvenuti a questa festa. Oggi è per me un giorno speciale, perché posso dare seguito alla promessa fatta a sir Power e miss Mariclaire. Un uomo che ha rischiato la propria vita per portare a termine missioni che io stesso ho comandato, nessuno come lui mi è stato fedele e leale. Una donna amata in modo particolare dalla regina, dalla bellezza indescrivibile e dai modi più raffinati che questa corte abbia mai goduto. Perfetti per stare insieme, con la nostra benedizione comunico ufficialmente il loro fidanzamento. Il matrimonio avrà luogo non appena il castello di sir Power sarà pronto per accogliere la sua sposa, e credo avverrà più presto di quanto si creda. Lunga vita a sir Power e miss Mariclaire. Disse il re alzando un calice di vino.
Tutti brindarono ai fidanzati e la festa ebbe inizio.
Congratulazioni, sorrisi, battute sagaci, tutto procedeva nel migliore dei modi.
I due fidanzati erano davvero belli e sorridevano a tutti, lei sottobraccio al suo uomo era radiosa e lui si adeguò alla situazione godendo di quella serata che il suo re aveva programmato proprio per loro. Iniziarono i balli e la notte li accompagnò nella festa.
Sir Power fu accompagnato dal re. Io ho mantenuto la mia promessa, il tuo castello sta vedendo la luce, molto velocemente, la tua futura sposa è una delle più belle donne del regno e ti libero dall’obbligo che avevi con me. Non sai quanto sia stata importante la tua ultima missione. Domani potrai tornare a quella che già è la tua casa ma esigo che quando ti chiamo tu torni a palazzo. Ora torna dalla tua fidanzata o qualcuno te la porterà via. Rise il re congedandolo.
Fu una notte di balli e divertimenti, l’alba già spuntava quando gli ultimi invitati, molto alticci lasciavano il salone.
Sir Power accompagnò la sua fidanzata nelle sue stanze ed entrò con lei. Erano esausti ma sul viso della donna c’era ancora il sorriso e sembrava fresca come una rosa bagnata di rugiada.
So che dobbiamo salutarci, che lei deve tornare al suo castello. Mi mancherà, mio signore. Gli si avvicinò. Le lascio un ricordo di me. Lo abbracciò e lo baciò ardentemente sulla bocca. L’uomo la strinse senza mai staccare la bocca dalla sua e la sollevò da terra. La fece sdraiare sul letto e le slacciò il corpetto di quell’abito scandalosamente scollato. I seni della donna avevano capezzoli scuri e turgidi. Cominciò a baciarglieli mentre lei si dimenava e miagolava come una gattina. Lo lasciava fare, anche le sue mani cercavano di sbottonare i calzoni così attillati che non lasciavano niente all’immaginazione.
Fu sir Power a riprendere per primo il controllo. Si sollevò ammirando quel corpo perfetto e stupendo, che sarebbe stato suo molto presto. Aspettò che la sua erezione si placasse e si rivestì.
E’ proprio un bel ricordo che porto con me. Ora devo proprio andare.
I suoi uomini lo stavano già aspettando, il cavallo sellato e la sua sacca pronta. Non si tolse il vestito da cerimonia, portava ancora impresso il profumo intenso della sua futura sposa, anche quello sarebbe stato un ricordo da portare via.



foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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