ELOISE
P. TRENTOTTO E TRENTANOVE
Niente era
stato programmato. Entrambi furono presi alla sprovvista. L’uomo era certamente
più esperto della ragazzina ma sentire il sapore di quelle labbra fresche gli
fece stringere ancora di più le braccia intorno al corpo esile di Eloise. Si
accorse della sua inesperienza e cercò di essere gentile mentre con la lingua
le apriva le labbra e, finalmente potè suggere un nettare giovane che sapeva di
linfa vitale. Le grandi mani dell’uomo le accarezzavano la schiena, con
gentilezza, con la paura di farla spaventare. Una parte della sua mente era
cosciente ma l’altra parte avrebbe voluto stenderla sui sassi duri della riva e
farla sua. Stava combattendo una dura battaglia con se stesso mentre Eloise si
riaveva dalla sorpresa.
Anche lei
scopriva nuove emozioni, alle quali sapeva di non essere pronta e soprattutto
con quel cavaliere che lei non amava di sicuro. Ci volle poco perché si
rendesse conto di quello che le stava facendo, i suoi sensi acerbi si stavano
risvegliando e lei non era assolutamente d’accordo. Gli mise le mani sul petto
e lo allontanò con decisione.
Per pochi
attimi si guardarono negli occhi e ognuno vide ciò che voleva. Con mano ferma
Eloise si asciugò le labbra e ritrovò per prima la parola. Lei è il padrone indiscusso delle Terre del Green, ma io non sono di
sua proprietà. Quello che è appena accaduto io l’ho già cancellato e spero che
lo faccia anche lei. Gli disse con la voce che le tremava. Fischiò a
Beatrice che giunse lentamente, le salì in groppa e lo lasciò in riva al fiume.
Galoppava
sentendo il vento tiepido sul viso mentre cercava di allontanare dalla sua
mente ciò che era successo. A differenza di quello che gli aveva detto sapeva
che sarebbe stato difficile dimenticarlo, dimenticare il suo primo vero bacio.
Sentiva ancora in bocca il sapore del cavaliere e si indispettì per non essere
riuscita a mandarlo via. Io non ti
appartengo, padrone delle Terre del Green. Con questo pensiero in testa
raggiunse la stalla e cominciò a strigliare Beatrice.
Sir Power
non si capacitava di quello che aveva fatto. Era immerso nei suoi pensieri e
guardava, senza vederla l’acqua che scorreva pacifica nel fiume. Sentiva ancora
il profumo di rosa che gli era rimasto nella barba. Cominciò ad odiare e amare
quel profumo.
Tutto a posto, sir Power? La voce di Oliver lo riscosse, doveva
immaginarlo che non lo avrebbero fatto allontanare a lungo.
Il nuovo
venuto si guardava intorno con la speranza di vedere la ragazzina ma non c’era
nessuno. La faccia del suo padrone non rivelava niente di buono, per questo
capì che l’incontro fra i due c’era stato. Aveva capito da tempo che Eloise lo
intrigava e che non gli era indifferente. Avrebbe dovuto difenderla anche da
lui, se fosse stato necessario.
I due
montarono a cavallo e ritornarono al castello senza dire una parola.
A settembre,
come ogni anno i granai e i fienili terminavano di essere riempiti. In ogni
casa c’era la scorta di legna e di tutte le conserve che si potevano fare per
il rigido inverno. L’ultima domenica del mese ci sarebbe stata la festa di fine
estate, con balli, banchetti e allegria.
Rose
osservava sua figlia, si era accorta di un certo cambiamento ma non osava
chiederle niente. Era un’età particolare ed Eloise era una ragazza, anzi ormai
una signorina con un carattere indipendente. Conosceva bene sua figlia e sapeva
altrettanto bene che non le si poteva imporre niente. Sospirava pensando a come
sarebbe stato il suo futuro. Le ragazze della sua età avevano già parecchi
ragazzi che ronzavano loro intorno, alcune si erano già fidanzate ufficialmente.
Presto anche lei avrebbe compiuto quattordici anni e a quell’età molte doti
erano già pronte e molti fidanzamenti erano stati concordati.
Con Eloise
non sarebbe stato possibile. Non scherzava del tutto quando diceva che non era
una cavalla da domare e comandare. I ragazzi avrebbero dovuto faticare
parecchio per conquistarla e lei, da madre sperava che il cavaliere che aveva
instaurato con lei un bel rapporto di amicizia potesse riuscire a farla
innamorare. Era sicura che se sua figlia si fosse innamorata lei lo avrebbe
capito subito e avrebbe fatto di tutto per incoraggiarla, ma fino ad ora non si
prospettava niente di simile.
Come evocato
dai suoi pensieri vide Oliver arrivare. Uscì sotto il portico e lo salutò con
un sorriso. Era quasi ora di pranzo e lo invitò a rimanere con loro.
Eloise fu
sorpresa di vederlo a tavola che chiacchierava con sua madre. Sorrise, felice
di rivederlo e si sedette anche lei in attesa cha arrivasse Tom.
Fu un pasto
semplice e conviviale. Rose invitò i due ad uscire per una passeggiata.
E’ bello rivederti, sei quasi uno
straniero. Gli
disse.
Sono stato molto impegnato, essere
parte della scorta personale del padrone non è semplice, tende a sfuggirci e
noi non possiamo perderlo di vista. Già una volta lo abbiamo salvato per un
pelo e abbiamo paura che possa succedere ancora. Le rispose.
Ma chi può volere la sua morte? Per
quale motivo? Non mi sembra un personaggio pericoloso visto che si vuole
ritirare in questo posto sperduto. Aggiunse Eloise.
E’ proprio questo il punto: non
sappiamo rispondere a queste domande, perciò nemmeno debellare il pericolo. Se
lo conoscessimo sapremmo come affrontarlo e porre fine a tutto. Ma così non
possiamo distrarci nemmeno un secondo, per questo ho poco tempo per venire a
trovarti. La mise al
corrente.
La ragazza
lo prese per mano e lo trascinò nel boschetto. So che hai poco tempo e voglio mostrarti un nido che ho scoperto da
poco.
L’uomo
sorrise e si lasciò trascinare. Non era certo quello che lui desiderava, ma la
seguì cercando di avere il medesimo entusiasmo della ragazza.
Era giunto
il giorno della festa. Eloise si stava rimirando davanti allo specchio col
vestito nuovo che sua madre le aveva regalato. Si era rifiutata di farsi
acconciare i capelli e li portava come al solito, due piccole trecce laterali
che si univano dietro, esattamente al centro della sua folta cascata di
capelli. Soltanto un fiocco colorato e niente altro. Il viso pulito e senza
trucco, sua madre temeva che potesse sfigurare al ballo ma era talmente bella e
caparbia, di più non aveva ottenuto.
La giornata
era davvero bellissima, tipica di quelle che annunciano la fine dell’estate,
come un segno di matita che separa le due stagioni: l’indomani poteva già
essere pieno autunno senza che l’estate avesse avuto tempo di salutare con un arrivederci le Terre del Green.
Rose, Tom ed
Eloise si stavano dirigendo alla piazza del villaggio e già la musica arrivava
fino a lì. Ogni famiglia aveva un posto dedicato e ognuno portava cibi e vino.
Presero posto e portarono alla mensa quello che Rose aveva preparato.
Eloise si
guardava intorno sorridendo. Aveva sempre vissuto lì, conosceva praticamente
tutti, era cresciuta in quella comunità e l’amava senza darlo a vedere. Sapeva
che i suoi genitori erano stati girovaghi in passato ma in quel posto avevano
trovato tante persone che li avevano accolti e, col tempo anche apprezzati.
Si accorse
di un tavolo ancora vuoto e preparato con particolare attenzione. Si stava
chiedendo a chi appartenessero quei posti privilegiati quando sir Power e tutta
la sua scorta fecero il loro ingresso, mentre tutto intorno si faceva silenzio.
Oliver vide
Eloise e le sorrise prima di prendere posto accanto al suo padrone.
La musica
riprese e iniziarono a servire cibo e bevande. Tante giovinette portavano i
piatti ai tavoli e a quello del padrone c’era un assembramento incredibile.
Tante risate, smorfie e inchini da far accapponare la pelle di Eloise. Si
vergognava per quelle ragazze che speravano di ottenere o elargire particolari
favori, ben sapendo che sir Power era fidanzato e che mai si sarebbe abbassato
in pubblico a venire meno ai suoi doveri.
Girò lo
sguardo mentre il ricordo del bacio che si erano scambiati le ritornò
prepotente nella mente. Si arrabbiò con se stessa, voltò la schiena a quel
tavolo e cominciò a mangiare di malavoglia.
Sua madre,
fraintendendo il suo comportamento la richiamò all’educazione. Lo sai che Oliver non può allontanarsi, non
essere risentita. Le disse. Hai
ragione, madre, cercherò di comportami bene. Le rispose senza però cambiare
posizione.
Il sole
stava tramontando e il vino aveva fatto già molte vittime. La luna sarebbe
sorta di lì a poco e gli ultimi grilli avrebbero allietato la notte stellata.
La pista da
ballo era pronta e i musicisti avevano già accordato i loro strumenti. Era
finalmente giunta l’ora che i giovani e meno giovani aspettavano: avevano
davanti tutta la notte per ballare e divertirsi.
Molte coppie
di ragazzi e ragazze saltellavano nei balli tipici di quel posto. Tutti li
conoscevano, li imparavano ancora da bambini così come si impara a camminare e
a nuotare.
Rose e Tom
si guardarono e raggiunsero l’allegra brigata per ballare fino a che i piedi li
avessero sorretti.
Eloise non
era una fan del ballo, forse lo sarebbe diventata di lì a poco quando avrebbe
frequentato la scuola di miss Maffy, per ora si sentiva goffa e per niente
invogliata ad unirsi all’allegra combriccola.
Si stava
divertendo ad osservare gli altri quando un ragazzo che ben conosceva la prese
per un braccio e la trascinò in pista. All’inizio era risentita del trattamento
ma sua madre le passò vicino e le sorrise. Decise di buttarsi e cominciò a
divertirsi come gli altri.
Sir Power la
osservava, non si accorgeva che non le aveva ancora tolto gli occhi di dosso e
che Oliver ne era ben conscio. La guardia si alzò e raggiunse la pista, tolse
dal braccio del suo cavaliere la sua amica e iniziò goffamente a ballare con
lei.
Dovrai venire anche tu alla scuola di
miss Maffy, stai sbagliando ogni passo ma mi sto divertendo. Gli disse mentre lui imparava in
fretta i pochi e semplici modi di quel ballo popolare.
Rimasero in
pista per parecchio. Steven li raggiunse e prese in consegna la dama. Da quel che ho visto non è difficile ballare
questo ballo, mi faccia da maestra. Le disse saltellando e ridendo insieme
a lei.
Ogni uomo
della scorta ballò con Eloise e lei non si era mai divertita tanto. Ognuno di
loro era stato conquistato dalla sua spontaneità ma tutti sapevano di quello
che provava Oliver e la rispettavano per questo. Era indiscutibilmente la più
bella ragazza della festa e se ne erano accorti tutti.
I suonatori
si presero una pausa e tutti tornarono ai loro posti a dissetarsi.
Rose e Tom
erano accaldati e sorridenti seduti vicini alla loro figlia. Ti stai divertendo, Eloise? Hai trovato il
ragazzo che ti piace? Le disse scherzando ma non troppo sua madre.
Madre, lo troverò quando il mio cuore
me lo dirà, ma non è stasera quel momento. Le rispose.
La musica
riprese e i balli continuarono. Oliver raggiunse il loro tavolo. Noi dobbiamo andare, c’è parecchia strada da
fare e il buio è nostro nemico. Le bisbigliò all’orecchio.
Eloise
lanciò uno sguardo a sir Power che stava aspettando il suo uomo. State attenti, è una notte di divertimenti e
potrebbe essere quella giusta per un agguato.
Le baciò la
mano come se fosse la regina, raggiunse gli altri e lasciarono la festa.
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