giovedì 27 settembre 2018

ELOISE


ELOISE

P. TRENTOTTO E TRENTANOVE





Niente era stato programmato. Entrambi furono presi alla sprovvista. L’uomo era certamente più esperto della ragazzina ma sentire il sapore di quelle labbra fresche gli fece stringere ancora di più le braccia intorno al corpo esile di Eloise. Si accorse della sua inesperienza e cercò di essere gentile mentre con la lingua le apriva le labbra e, finalmente potè suggere un nettare giovane che sapeva di linfa vitale. Le grandi mani dell’uomo le accarezzavano la schiena, con gentilezza, con la paura di farla spaventare. Una parte della sua mente era cosciente ma l’altra parte avrebbe voluto stenderla sui sassi duri della riva e farla sua. Stava combattendo una dura battaglia con se stesso mentre Eloise si riaveva dalla sorpresa.
Anche lei scopriva nuove emozioni, alle quali sapeva di non essere pronta e soprattutto con quel cavaliere che lei non amava di sicuro. Ci volle poco perché si rendesse conto di quello che le stava facendo, i suoi sensi acerbi si stavano risvegliando e lei non era assolutamente d’accordo. Gli mise le mani sul petto e lo allontanò con decisione.
Per pochi attimi si guardarono negli occhi e ognuno vide ciò che voleva. Con mano ferma Eloise si asciugò le labbra e ritrovò per prima la parola. Lei è il padrone indiscusso delle Terre del Green, ma io non sono di sua proprietà. Quello che è appena accaduto io l’ho già cancellato e spero che lo faccia anche lei. Gli disse con la voce che le tremava. Fischiò a Beatrice che giunse lentamente, le salì in groppa e lo lasciò in riva al fiume.
Galoppava sentendo il vento tiepido sul viso mentre cercava di allontanare dalla sua mente ciò che era successo. A differenza di quello che gli aveva detto sapeva che sarebbe stato difficile dimenticarlo, dimenticare il suo primo vero bacio. Sentiva ancora in bocca il sapore del cavaliere e si indispettì per non essere riuscita a mandarlo via. Io non ti appartengo, padrone delle Terre del Green. Con questo pensiero in testa raggiunse la stalla e cominciò a strigliare Beatrice.
Sir Power non si capacitava di quello che aveva fatto. Era immerso nei suoi pensieri e guardava, senza vederla l’acqua che scorreva pacifica nel fiume. Sentiva ancora il profumo di rosa che gli era rimasto nella barba. Cominciò ad odiare e amare quel profumo.
Tutto a posto, sir Power?  La voce di Oliver lo riscosse, doveva immaginarlo che non lo avrebbero fatto allontanare a lungo.
Il nuovo venuto si guardava intorno con la speranza di vedere la ragazzina ma non c’era nessuno. La faccia del suo padrone non rivelava niente di buono, per questo capì che l’incontro fra i due c’era stato. Aveva capito da tempo che Eloise lo intrigava e che non gli era indifferente. Avrebbe dovuto difenderla anche da lui, se fosse stato necessario.
I due montarono a cavallo e ritornarono al castello senza dire una parola.
A settembre, come ogni anno i granai e i fienili terminavano di essere riempiti. In ogni casa c’era la scorta di legna e di tutte le conserve che si potevano fare per il rigido inverno. L’ultima domenica del mese ci sarebbe stata la festa di fine estate, con balli, banchetti e allegria.
Rose osservava sua figlia, si era accorta di un certo cambiamento ma non osava chiederle niente. Era un’età particolare ed Eloise era una ragazza, anzi ormai una signorina con un carattere indipendente. Conosceva bene sua figlia e sapeva altrettanto bene che non le si poteva imporre niente. Sospirava pensando a come sarebbe stato il suo futuro. Le ragazze della sua età avevano già parecchi ragazzi che ronzavano loro intorno, alcune si erano già fidanzate ufficialmente. Presto anche lei avrebbe compiuto quattordici anni e a quell’età molte doti erano già pronte e molti fidanzamenti erano stati concordati.
Con Eloise non sarebbe stato possibile. Non scherzava del tutto quando diceva che non era una cavalla da domare e comandare. I ragazzi avrebbero dovuto faticare parecchio per conquistarla e lei, da madre sperava che il cavaliere che aveva instaurato con lei un bel rapporto di amicizia potesse riuscire a farla innamorare. Era sicura che se sua figlia si fosse innamorata lei lo avrebbe capito subito e avrebbe fatto di tutto per incoraggiarla, ma fino ad ora non si prospettava niente di simile.
Come evocato dai suoi pensieri vide Oliver arrivare. Uscì sotto il portico e lo salutò con un sorriso. Era quasi ora di pranzo e lo invitò a rimanere con loro.
Eloise fu sorpresa di vederlo a tavola che chiacchierava con sua madre. Sorrise, felice di rivederlo e si sedette anche lei in attesa cha arrivasse Tom.
Fu un pasto semplice e conviviale. Rose invitò i due ad uscire per una passeggiata.
E’ bello rivederti, sei quasi uno straniero. Gli disse.
Sono stato molto impegnato, essere parte della scorta personale del padrone non è semplice, tende a sfuggirci e noi non possiamo perderlo di vista. Già una volta lo abbiamo salvato per un pelo e abbiamo paura che possa succedere ancora. Le rispose.
Ma chi può volere la sua morte? Per quale motivo? Non mi sembra un personaggio pericoloso visto che si vuole ritirare in questo posto sperduto. Aggiunse Eloise.
E’ proprio questo il punto: non sappiamo rispondere a queste domande, perciò nemmeno debellare il pericolo. Se lo conoscessimo sapremmo come affrontarlo e porre fine a tutto. Ma così non possiamo distrarci nemmeno un secondo, per questo ho poco tempo per venire a trovarti. La mise al corrente.
La ragazza lo prese per mano e lo trascinò nel boschetto. So che hai poco tempo e voglio mostrarti un nido che ho scoperto da poco.
L’uomo sorrise e si lasciò trascinare. Non era certo quello che lui desiderava, ma la seguì cercando di avere il medesimo entusiasmo della ragazza.





Era giunto il giorno della festa. Eloise si stava rimirando davanti allo specchio col vestito nuovo che sua madre le aveva regalato. Si era rifiutata di farsi acconciare i capelli e li portava come al solito, due piccole trecce laterali che si univano dietro, esattamente al centro della sua folta cascata di capelli. Soltanto un fiocco colorato e niente altro. Il viso pulito e senza trucco, sua madre temeva che potesse sfigurare al ballo ma era talmente bella e caparbia, di più non aveva ottenuto.
La giornata era davvero bellissima, tipica di quelle che annunciano la fine dell’estate, come un segno di matita che separa le due stagioni: l’indomani poteva già essere pieno autunno senza che l’estate avesse avuto tempo di salutare con un arrivederci le Terre del Green.
Rose, Tom ed Eloise si stavano dirigendo alla piazza del villaggio e già la musica arrivava fino a lì. Ogni famiglia aveva un posto dedicato e ognuno portava cibi e vino. Presero posto e portarono alla mensa quello che Rose aveva preparato.
Eloise si guardava intorno sorridendo. Aveva sempre vissuto lì, conosceva praticamente tutti, era cresciuta in quella comunità e l’amava senza darlo a vedere. Sapeva che i suoi genitori erano stati girovaghi in passato ma in quel posto avevano trovato tante persone che li avevano accolti e, col tempo anche apprezzati.
Si accorse di un tavolo ancora vuoto e preparato con particolare attenzione. Si stava chiedendo a chi appartenessero quei posti privilegiati quando sir Power e tutta la sua scorta fecero il loro ingresso, mentre tutto intorno si faceva silenzio.
Oliver vide Eloise e le sorrise prima di prendere posto accanto al suo padrone.
La musica riprese e iniziarono a servire cibo e bevande. Tante giovinette portavano i piatti ai tavoli e a quello del padrone c’era un assembramento incredibile. Tante risate, smorfie e inchini da far accapponare la pelle di Eloise. Si vergognava per quelle ragazze che speravano di ottenere o elargire particolari favori, ben sapendo che sir Power era fidanzato e che mai si sarebbe abbassato in pubblico a venire meno ai suoi doveri.
Girò lo sguardo mentre il ricordo del bacio che si erano scambiati le ritornò prepotente nella mente. Si arrabbiò con se stessa, voltò la schiena a quel tavolo e cominciò a mangiare di malavoglia.
Sua madre, fraintendendo il suo comportamento la richiamò all’educazione. Lo sai che Oliver non può allontanarsi, non essere risentita. Le disse. Hai ragione, madre, cercherò di comportami bene. Le rispose senza però cambiare posizione.
Il sole stava tramontando e il vino aveva fatto già molte vittime. La luna sarebbe sorta di lì a poco e gli ultimi grilli avrebbero allietato la notte stellata.
La pista da ballo era pronta e i musicisti avevano già accordato i loro strumenti. Era finalmente giunta l’ora che i giovani e meno giovani aspettavano: avevano davanti tutta la notte per ballare e divertirsi.
Molte coppie di ragazzi e ragazze saltellavano nei balli tipici di quel posto. Tutti li conoscevano, li imparavano ancora da bambini così come si impara a camminare e a nuotare.
Rose e Tom si guardarono e raggiunsero l’allegra brigata per ballare fino a che i piedi li avessero sorretti.
Eloise non era una fan del ballo, forse lo sarebbe diventata di lì a poco quando avrebbe frequentato la scuola di miss Maffy, per ora si sentiva goffa e per niente invogliata ad unirsi all’allegra combriccola.
Si stava divertendo ad osservare gli altri quando un ragazzo che ben conosceva la prese per un braccio e la trascinò in pista. All’inizio era risentita del trattamento ma sua madre le passò vicino e le sorrise. Decise di buttarsi e cominciò a divertirsi come gli altri.
Sir Power la osservava, non si accorgeva che non le aveva ancora tolto gli occhi di dosso e che Oliver ne era ben conscio. La guardia si alzò e raggiunse la pista, tolse dal braccio del suo cavaliere la sua amica e iniziò goffamente a ballare con lei.
Dovrai venire anche tu alla scuola di miss Maffy, stai sbagliando ogni passo ma mi sto divertendo. Gli disse mentre lui imparava in fretta i pochi e semplici modi di quel ballo popolare.
Rimasero in pista per parecchio. Steven li raggiunse e prese in consegna la dama. Da quel che ho visto non è difficile ballare questo ballo, mi faccia da maestra. Le disse saltellando e ridendo insieme a lei.
Ogni uomo della scorta ballò con Eloise e lei non si era mai divertita tanto. Ognuno di loro era stato conquistato dalla sua spontaneità ma tutti sapevano di quello che provava Oliver e la rispettavano per questo. Era indiscutibilmente la più bella ragazza della festa e se ne erano accorti tutti.
I suonatori si presero una pausa e tutti tornarono ai loro posti a dissetarsi.
Rose e Tom erano accaldati e sorridenti seduti vicini alla loro figlia. Ti stai divertendo, Eloise? Hai trovato il ragazzo che ti piace? Le disse scherzando ma non troppo sua madre.
Madre, lo troverò quando il mio cuore me lo dirà, ma non è stasera quel momento. Le rispose.
La musica riprese e i balli continuarono. Oliver raggiunse il loro tavolo. Noi dobbiamo andare, c’è parecchia strada da fare e il buio è nostro nemico. Le bisbigliò all’orecchio.
Eloise lanciò uno sguardo a sir Power che stava aspettando il suo uomo. State attenti, è una notte di divertimenti e potrebbe essere quella giusta per un agguato.
Le baciò la mano come se fosse la regina, raggiunse gli altri e lasciarono la festa.

 foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti





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