ELOISE
P. TRENTA E TRENTUNO
Beatrice
oltrepassò l’entrata della stalla che il sole era tramontato. Rose uscì tirando
un sospiro di sollievo, sua figlia mancava da ore e, come al solito non aveva
avvisato nessuno.
Eloise entrò
in casa e mise sul tavolo le monete. Sua madre alzò un sopracciglio, interrogativamente
e la ragazzina la mise al corrente del lavoro che aveva svolto.
Non imparerai mai ad essere una vera
signorina! La sgridò
bonariamente sua madre.
E che mi importa, mamma? Le sorrise mentre andava a lavarsi.
Rose
osservava sua figlia, come del resto aveva sempre fatto e si accorse che era
più serena, da quando aveva incontrato il giovane cavaliere aveva un
atteggiamento più cordiale. La donna sperò che l’amicizia che era nata fra i
due potesse aiutare sua figlia a migliorare il suo atteggiamento da maschiaccio,
ci sperava poco, ma almeno aveva qualcuno con cui parlare.
Era un caldo
mattino di un giugno dal sole implacabile, sarebbe stata una giornata rovente nella
fucina. Tom, il suo aiutante ed Eloise erano intenti nei loro lavori. L’uomo
osservava sua figlia mentre lavorava, era davvero brava. Ah se fosse stata un
maschio! Ma era una femmina e anche lui si rendeva conto di quanto fosse bella,
ed era pure una ragazza dal cuore d’oro, avrebbe avuto parecchie delusioni
nella sua vita se non fosse cambiata almeno un po’. Sospirò, non poteva fare
niente, soltanto il tempo e il loro amore avrebbe dato seguito a quello che era
il suo destino. Sapeva di amarla immensamente, come pure sua moglie l’amava, ma
non erano mai stati in grado di domarla. Sorrise fra sé, l’aveva paragonata ad
una puledra indomabile e l’immagine rendeva bene la realtà.
Eloise era
intenta nel suo lavoro, sudava abbondantemente mentre i capelli sembravano
voler scappare dalla treccia. Alzò lo sguardo e si fermò. Sorrise a Oliver che
la stava guardando. Finì velocemente e lo raggiunse. Che ci fai qui? Gli chiese mentre si lavava le mani. Ho una promessa da mantenere. Le
rispose.
Gli occhi
della ragazzina brillavano dalla felicità. Dammi
solo qualche minuto e arrivo. Gli
disse mentre spariva in casa.
Oliver
rimase a parlare con Tom mentre l’aspettava. Gli uomini si voltarono
simultaneamente e rimasero a bocca aperta. Aveva indossato una veste e raccolto
i capelli in due piccole trecce fermate dietro sui lunghi riccioli. Nonostante
la semplicità era una visione. Lei si bloccò non capendo lo sguardo dei due
uomini ma si riprese subito. Ciao pa’, ci
vediamo più tardi, grazie per avermi sellato Beatrice. Montò in sella con
insolita grazia e col suo amico si avviarono al castello.
Rose e Tom
rimasero a guardarli mentre galoppavano insieme. E’ proprio una bella ragazza, la nostra Eloise. Bisbigliò Rose. Speriamo che non sia un male. Le rispose
il marito, rientrando al lavoro.
Oliver ed
Eloise non si fermarono fino a quando arrivarono in prossimità del castello. Si
fermarono ad osservare l’intensa attività che si svolgeva. Carovane di muli e
carri andavano e venivano in continuazione portando materiali di ogni tipo.
Tutto intorno c’erano cumuli di blocchi di pietra, di tronchi, e di ogni genere
di materiale. La ragazzina osservava quel trambusto. Ma come fanno ad avere tutto sotto controllo? La fucina, la segheria, e
tutto il resto, non si fermano mai. Disse più a se stessa che al suo
compagno. Ci sono parecchi uomini che
controllano e tengono registri, e i responsabili sono molto bravi, sono stati
scelti dal re in persona per velocizzare i lavori. Le donne lavano e cucinano
per tutti e non c’è giorno di sosta, sanno che l’inverno dovranno rallentare e
non vedono l’ora di terminare i loro lavori. Le rispose.
Eloise
osservava quella immensa muraglia, delle sbarre di ferro erano già state
inserite nelle feritoie, presto avrebbe avuto anche il grande portone e sarebbe
sembrata una fortezza impenetrabile.
Spronarono i
cavalli e oltrepassarono l’entrata principale. Alcune baracche erano sparse e
le spiegò che erano quelle dei responsabili e di sir Power. Ce n’era una molto
grande e le disse che era lo studio dei capi con tutte le mappe e i disegni
sempre in fase di modifiche.
Lasciarono i
cavalli e proseguirono a piedi. Oliver osservava Eloise che aveva
un’espressione attenta e di meraviglia. Dal terreno spuntavano le fondamenta
dell’abitazione principale e già si poteva capire quanto fosse grande e
particolare. Sir Power ha dato ordine di
rispettare al massimo la vecchia costruzione, useranno le vecchie fondamenta
per avere una base di partenza. La mise al corrente.
Il nuovo castello sarà uguale a
quello vecchio! Disse
a se stessa. Osservava ogni cosa, ogni particolare mentre Oliver l’accompagnava
e le spiegava quello che vedeva.
Arrivarono
al piccolo pezzo di terreno che ospitava il pozzo, ma non c’era altro che una
uniforme base di terriccio ricoperto di erbacce sottili. Eloise si avvicinò. Il pozzo non c’è più, lo sapevo!
Molti uomini
lanciavano occhiate curiose ai due, conoscevano sir Oliver ma la ragazzina era
una novità, mai nessuno forestiero era entrato in quelle mura.
Aspettami solo qualche minuto, ho fatto
preparare uno spuntino che andremo a mangiare sulla tua altura preferita. Le disse mentre correva a prendere il
cestino.
Eloise
osservava quella marea umana che lavorava con estremo impegno, stavano facendo
un lavoro che sarebbe durato nel tempo, che avrebbe fatto la storia di quel
territorio quasi sconosciuto. Sarebbe stato davvero magnifico, già riusciva a
immaginarlo con i giardini e le fontane, le stalle e gli alloggi della servitù,
quello delle guardie. Più di tutto immaginava la casa padronale, con quadri e
ritratti su tutte le pareti e il salone dove i balli avrebbero allietato i
padroni e gli invitati. Sorrideva mentre inciampava in qualche passo di danza
fino a che, avendo gli occhi chiusi andò a sbattere contro il fisico possente
di sir Power.
Per non
cadere, l’uomo l’aveva presa fra le braccia e la stava osservando con
intensità, le studiava il viso, gli occhi, la bocca, in pochi attimi aveva
assimilato tutta la bellezza della ragazzina. Avrebbe voluto baciarla, si
trattenne a stento e la lasciò andare. Faccia
più attenzione a dove mette i piedi, qui ci sono pericoli ovunque. Le girò
le spalle e se ne andò.
Che voleva sir Power? Le chiese Oliver arrivando con il cesto.
Niente. Non mi è sembrato molto
contento che io fossi qui, hai avuto dei problemi per avere il permesso? Gli chiese preoccupata. L’uomo le
sorrise e uscirono tornando ai loro cavalli.
L’altura che
spesso l’aveva vista ferma ad osservare il castello non era molto distante. Era
piacevole stare all’ombra del grade albero. Avevano mangiato e si stavano
rilassando mentre i cavalli pascolavano lì vicino.
Anche a
quella distanza si vedevano gli operai sempre all’opera. Sarà un castello magnifico, non avevo idea che i lavori proseguissero
così velocemente. Disse la ragazza. Il
re ha promesso che entro due, al massimo tre anni sarà tutto finito e si potrà
procedere con il matrimonio. E il re mantiene le promesse. Le rispose
Oliver.
Eloise
rimase in silenzio qualche minuto. Tu
conosci la futura signora del castello? Che tipo è? Non ci aveva mai
pensato ma era incuriosita, se il fantasma si lamentava così tanto un motivo ci
doveva essere. Miss Mariclaire è una
donna bellissima. E’ una delle dame preferite della regina, ha un’ottima
istruzione e la benevolenza dei reali. Io non le ho mai parlato ma si rimane
incantati davanti a tanta grazie e tanta bellezza. Le rispose sinceramente.
La ragazza
rimase pensierosa. Sorrise al suo nuovo ed unico amico. Io non diventerò mai una donna bellissima, non avrò grazia e
istruzione, ma so ferrare un cavallo e risolvere un sacco di problemi pratici. L’uomo
divenne serio e lei lo guardò senza capire. Tu
sei una splendida ragazza, e diventerai una donna bellissima, l’uomo che ti
sposerà sarà molto più fortunato di sir Power, perché tu sei vera. Le rispose
con tono serio.
Eloise era
rimasta senza parole. Tu mi trovi bella?
Sembrava non crederci nemmeno lei. Sei
semplicemente incantevole, e sono davvero felice di essere tuo amico. Lui
avrebbe voluto prenderla fra le braccia e baciarla, fin dalla prima volta che
l’aveva vista aveva dovuto soffocare il desiderio. Era tanto giovane, ma era
tanto bella e sarebbe sbocciata presto. Chissà se l’avrebbe persa, ma l’avrebbe
tenuta d’occhio e appena possibile si sarebbe dichiarato, ma non ora, bisognava
avere pazienza.
Incantevole. Bisbigliò sottovoce cercando di
assimilare il complimento. Oliver la osservava e si beava nello scoprire le
prime emozioni della ragazzina. Lui era un uomo di venticinque anni, aveva
fatto parecchie esperienze ma si era innamorato di lei come un ragazzino fin
dalla prima volta. Doveva tenere a freno i suoi impulsi o lei se ne sarebbe
andata senza pensarci due volte, non era ancora pronta ma lui aveva pazienza.
Passarono
una bellissima giornata. Tornarono al castello e lasciò che la ragazzina
osservasse tutto, sembrava che vedesse quel luogo come se fosse già abitato,
aveva gli occhi che le brillavano mentre passeggiava sulle fondamenta
dell’abitazione principale. Era un piacere osservarla e molti uomini alzavano
lo sguardo dai loro lavori per sorriderle. Oliver imparava a conoscerla sempre
di più e sempre di più gli piaceva. Aveva un’ingenuità disarmante ma molta
forza di carattere, sembrava fragile ma sapeva usare il pugnale che portava
sempre con sé. Non si accorsero che sir Power li osservava dalla sua baracca,
non riusciva a staccarle gli occhi. Fu con una certa rabbia che si rivolse alla
sua guardia. E’ ora che la riaccompagni a
casa. Quasi ringhiò. E lei, miss
Eloise non è la benvenuta al mio castello. Cerchi di ricordarlo. Girò
bruscamente su se stesso e rientrò.
Oliver ed
Eloise raggiunsero i cavalli. Era quasi il tramonto e avevano trascorso una
bella giornata. La prossima volta sarai
tu il mio ospite, spero tu possa liberarti dai tuoi impegni e passeremo
un’altra giornata insieme. Anch’io conosco alcuni bei posti da mostrarti. L’uomo
gongolava mentre accettava l’invito. Una volta arrivati l’uomo non scese
nemmeno da cavallo, si salutarono come vecchi amici.
Rose
l’aspettava in casa con la tavola apparecchiata. Suo padre entrò in quel
momento. Hai passato una bella giornata,
piccola Eloise? Le chiese sorridendo sua madre. Se non fosse stato per quell’odioso sir Power sarebbe stata perfetta,
ma ho gradito e apprezzato ogni minuto. Marito e moglie si scambiarono
un’occhiata soddisfatta, vedere la loro figlia uscire da quel periodo triste li
rendeva davvero molto contenti.
La notte
scese con miliardi di stelle che illuminavano il castello. Lucciole allegre
illuminavano la terra, sembrava una notte magica, senza luna.
Sir Power appoggiato
ad un grosso masso osservava lucciole e stelle. Il fantasma aveva cominciato a
lamentarsi e lui non riusciva a sopportarlo. Uscì a cavallo e raggiunse
l’altura. Rimase in sella ad osservare da lontano la muraglia del suo castello,
alcune torce illuminavano gli angoli più bui: stava prendendo forma e lui se ne
innamorava ogni giorno di più. Ancora un po’di pazienza, poi il suo sogno si
sarebbe realizzato e avrebbe potuto avere al fianco al sua sposa. Sorrise
mentre pensava a Mariclaire, si chiese cosa stesse facendo in quel momento alla
corte del re, gli mancava, aveva bisogno della sua donna, decise che appena
possibile sarebbe tornato per rivederla. Sorrise al pensiero piacevole e
riprese la strada del ritorno. Si sdraiò sulla sua branda pensando a come
sarebbe stata la sua camera da letto, a quanti bambini avrebbe contribuito a
far nascere. Si rilassò cercando nella mente il volto delizioso della sua
fidanzata ma… si ritrovò fra le braccia quella mocciosa che ballava ad occhi
chiusi. Dio com’era bella! Così vera! Odiò Oliver per averla potuta avere con
sé una giornata intera. Ricordò quello che aveva provato vedendoli insieme e si
chiese che cosa gli prendesse, era solo una mocciosa e lui non la voleva fra i
piedi. Come ogni volta che pensava ad Eloise si adirò con se stesso, cercò di
scacciare il pensiero, perfino il profumo dei suoi capelli era così delicato,
piacevole. Ripensò a Mariclaire ma i sogni lo tradirono, fu la mocciosa, come
lui si ostinava a chiamarla che trovò nei suoi sogni, e anche il fantasma rosa
diede tregua a tutti.
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