sabato 27 ottobre 2018

VISANO E LA MALEDIZIONE DEL ROGO (un assaggio)


TRATTO DA “VISANO E LA MALEDIZIONE DEL ROGO”



 Con i polsi ben stretti, Lena fu condotta davanti al suo patibolo. Tone aspettava che anche gli altri si avvicinassero.
Procedi. L’uomo strattonò la ragazza fino al palo e la legò senza che lei si ribellasse. Lena levò lo sguardo e trafisse con gli occhi ognuno di loro. Io, Lena Ferdinandi vi maledico. Tu, Mariano Livorni, sai già cosa ti aspetta. Tu, Tina Livorni, ogni volta che sentirai il mio odore saprai che una disgrazia sta per capitarti. Tu, Tone Anastase, non riuscirai a godere di quello che otterrai. Tu, Antonio Anacleto Spiga (e qui fece una lunga pausa senza mai abbassare gli occhi) tu otterrai onori, ricchezze, terre e ogni cosa che desideri, ma la tua stirpe finirà prima che il 1000 e non più 1000 scocchi i rintocchi. La tua discendenza sarà quella che più soffrirà per causa tua. E voi, uomini di chiesa, verrete giudicati dalla storia ma soprattutto da quel Dio che avete così spudoratamente tradito. Io sono pronta, ma ricordate, non sono finita.
Tina tremava visibilmente, ricordando lo strano odore che aveva percepito.
Mariano ribolliva di rabbia e non vedeva l’ora che quella puttana andasse in fumo per correre da Agata e dimostrare che il suo calvario era finito.
Tone sorrideva senza timore.
Antonio Anacleto Spiga si rigirava il sigaro fra le labbra, imperturbabile come sempre.
L’inquisitore, avvezzo a tutto questo, aveva solo il desiderio di porvi fine in fretta.
Il Vicario alzò gli occhi al cielo e gli sembrò di vedere un lampo, come se il suo Dio gli mandasse un segno, e cominciò ad avere paura.
Procedete.
Tone aveva già acceso la torca e cominciò a dare fuoco alle fascine.
Lentamente il fuoco si avvicinava alla ragazza e le vesti cominciarono a bruciare. Nessuno dei presenti riusciva a staccare gli occhi dalla scena che avrebbero ricordato per tutta la vita.
Quando le fiamme cominciarono a lambire la carne di Lena, la ragazza cominciò ad urlare.
Che Dio vi maledica. Che siate maledetti, tutti quanti maledetti. Continuò a ripetere le stesse parole fino a quando il fuoco l’avvolse.


pubbicato da Gilgamesh edizioni - scritto da Milena Ziletti

Nessun commento:

Posta un commento