lunedì 22 ottobre 2018

ELOISE


ELOISE

P. OTTANTA E OTTANTUNO






Una parvenza di calma tornò al castello ed ognuno riprese i propri lavori.
Allen aveva dato ulteriori ordini ai suoi sottoposti e aveva ristretto ancora di più la sorveglianza al loro capo.
Nessuno di loro era uno sprovveduto, avevano capito molto bene che qualcosa bolliva in pentola ma si fidavano del loro capo e avrebbero fatto ancora di più del loro dovere.
Sir Power si presentò al loro alloggio. So che avete il preciso compito di proteggermi, ma sono venuto a chiedervi un piccolo strappo alla regola quando andrò a parlare con miss Eloise. Manderò Leonard a chiederle di incontrarmi all’ansa del fiume, così che possiate controllare ogni cosa ma lasciatemi la libertà di parlare con lei in privato. Preparate tutto per domani mattina, Leonard andrà da lei ancora oggi. Disse mentre quelli restavano in silenzio.
Uscì molto corrucciato seguito da Steven e Leroi.
Allen rimase in attesa che Leonard parlasse.
Non vorrei andarmene proprio ora, ma anche la ragazza è in pericolo. Andrò subito da lei e rimarrò fino a domani quando l’accompagnerò all’ansa del fiume. Disse Leonard.
Allen annuì, non capendo il vero motivo per il quale Eloise fosse in pericolo, ma sapeva di fidarsi della sua guardia.
Leonard sellò velocemente il suo cavallo e partì per la casa del fabbro.
Arrivò da Eloise che la famiglia stava pranzando. Rose aggiunse un piatto e mangiarono quasi senza parlare.
Eloise era la tristezza fatta persona, non aveva quasi toccato cibo e il viso dei suoi genitori esprimevano tutta la loro preoccupazione e dolore per la loro figlia.
Finito di mangiare Eloise e il suo amico uscirono sotto il portico, un angolo di ombra li accolse con un minimo di frescura.
Domani sir Power verrà a parlare con te, dolcezza. Mi ha chiesto di venire da te perché c’è ancora pericolo per tutti noi e vuole che tu sia adeguatamente protetta. Rimarrò con te fino a quando non sarà tutto finito. Le disse.
Con “tutto finito” intendi fino a dopo il suo matrimonio? Di cosa ha paura il re, che possa rapire sir Power? Gli rispose. Noi ce ne andremo, non sono di intralcio per nessuno, me ne vado, questo dovrebbe bastare. Aggiunse.
Magari fosse così semplice. Pensò l’uomo.
Che dici, dolcezza, facciamo una passeggiata? Con me sei al sicuro. Le chiese sorridendo, cercando di risollevarle un po’ il morale.
A malincuore lo seguì con King al seguito. Il boschetto lì vicino offriva refrigerio e vi si diressero. La ragazza non parlava, lui capiva bene che aveva il cuore spezzato e, al momento non poteva fare niente altro che consolarla.
La prese per mano. Camminavano senza guardarsi.
Mi sarebbe piaciuto corteggiarti, dolcezza, essere l’uomo della tua vita, quello che rende felice la donna che ama, ma non era questo il nostro destino. Il tuo è ben diverso da quello di essere la donna di un soldato, tu sei destinata a qualcosa di più. Le disse.
Anche a me sarebbe piaciuto. Gli rispose. Invece sono una ragazza destinata ad accontentarsi di qualcuno che mi accetterà così come sono diventata, senza pudore, disonorata. Questo è il mio destino, ma lo sarà solo quando sarò lontana da qui. Aggiunse.
Camminavano nel silenzio del boschetto. Anche gli uccelli si erano ritirati nei loro nidi per il gran caldo. Perfino i loro respiri si sentivano sotto le foglie leggere e frondose dei grandi alberi.
Ci fu uno scricchiolio. Un rumore leggero di ramo spezzato. Leonard strinse forte la mano di Eloise e le fece segno di stare in silenzio.
Entrambi sfoderarono il loro pugnale, avevano capito di essere seguiti. A gesti, l’uomo fece cenno alla ragazza di tenersi pronta ma di rimanere in disparte. Cominciò a fischiettare come se niente fosse mentre Eloise rimaneva riparata con la schiena appoggiata al tronco di un albero.
Leonard finse di abbracciarla lasciando che chiunque ci fosse lì pensasse di avere l’opportunità che cercava vedendoli così distratti.
L’aggressore si preparò a lanciare il suo pugnale nella schiena di Leonard per poi passare alla ragazza, ma sbagliò i suoi calcoli, Eloise fu più veloce e lanciò il suo, colpendolo molto vicino al cuore.
Un urlo lacerò il silenzio del boschetto e molti uccelli presero il volo abbandonando la sicurezza del loro nido.
I due amici si misero alla rincorsa dell’aggressore ferito, tracce di sangue si distinguevano molto bene ed erano facili da seguire, troppo facili.
Leonard si bloccò. Prese Eloise per un braccio e la costrinse a fermarsi, la buttò a terra e lei si lamentò per il dolore quando toccò il suolo. Fu più di un miracolo, una freccia si conficcò proprio dove avrebbe dovuto esserci la ragazza. Era lei l’obiettivo, lo sapeva bene.
Leonard copriva Eloise col suo corpo, era esposto, sapeva che poteva essere colpito se non avesse potuto difendersi.
Si sentirono rumori di lotta, ci mise poco a capire e si rialzò dicendo a lei di non muoversi.
Raggiunse il posto dove due uomini stavano lottando. Uno di loro fece segno a Leonard di seguire le tracce di sangue e lui raggiunse l’uomo ferito che tentava di salire in sella al suo cavallo.
Lo prese per una gamba e lo scaraventò a terra. Lo immobilizzò ma quello si dimenava con forza, nonostante la ferita.
Stava lottando quando furono raggiunti da un uomo che finì l’aggressore, senza indugio. Si portò la mano al cappello, salutò, si riconobbero e quello se ne andò.
Eloise raggiunse Leonard, frastornata.
E’ tutto a posto, dolcezza. E’ tutto a posto.  





Leonard si stava togliendo alcune foglie che gli erano rimaste attaccate.
Che sta succedendo, Leonard? Perché qualcuno mi vuole morta? Io non capisco. Disse la ragazza mentre recuperava il pugnale e glielo ridava.
Tu sai chi sono io e sai che sono obbligato al giuramento che ho fatto al mio re. Ti posso dire che tutto si sta compiendo e i delinquenti che ci sono dietro a tutto questo stanno perdendo le staffe, vedono la loro sconfitta. Le rispose.
Ma ancora non capisco cosa c’entro io! Ribadì lei.
Lo capirai presto, dolcezza. Le rispose soltanto.
Si fermarono, mentre King rincorreva le foglie.
Inutile chiederti di non parlare di quanto è successo. Le disse. La discrezione è alla base delle buona riuscita del nostro piano. Domani, quando incontrerai sir Power non dovrai farne parola. Aggiunse.
E i cadaveri che abbiamo lasciato nel boschetto? Gli chiese spalancando i suoi meravigliosi occhi.
Quali cadaveri? Le rispose prendendola per mano e tornando verso casa.
La ragazza era sempre più confusa.
Io non voglio incontrare sir Power. Sbottò prima di uscire dal boschetto.
Devi farlo, dolcezza. Dagli la possibilità di rivederti, credo che sarà un incontro difficile anche per lui. Le rispose.
La mattina arrivò fin troppo presto. Leonard e Eloise in sella ai loro cavalli si diressero al loro appuntamento. Il cavallo di sir Power era già lì e di sicuro anche le guardie non erano molto distanti.
Eloise alzò lo sguardo triste verso il suo compagno.
Vai Eloise, io sono qui vicino, un tuo richiamo e sono subito da te. Le disse mentre prendeva le redini di Beatrice.
Sir Power la stava aspettando, aveva passato una notte insonne cercando le parole da dirle, ed ora che l’aveva di fronte sentiva solo il suo cuore sanguinare.
Credo che tu abbia saputo. La regina è venuta a nome del re per organizzare il matrimonio. E’ come se mi avesse messo una catena al collo, o la tengo o soffocherò cercando di liberarmene. Non aveva usato giri di parole.
Eloise non parlava. Teneva lo sguardo basso, aveva paura che guardandolo in viso tutti i sentimenti che stava cercando di soffocare potessero esplodere e renderla ancora più vulnerabile nei confronti dell’uomo che amava.
Ti amo, Eloise. Non glielo aveva mai detto e lei alzò gli occhi già colmi di lacrime.
Lui aprì le braccia e lei si fece stringere, sapendo che non ci sarebbe stata un’altra volta. Le teneva il viso premuto al petto e sentiva le sue lacrime e il suo dolore mentre le accarezzava i capelli. Non posso chiederti di aspettarmi, o di essere la donna che amo anche quando sarò sposato a Mariclaire, non meriti una vita di sotterfugi e pettegolezzi, perciò ti lascio libera di andare incontro ad un altro uomo che possa amarti come meriti. Le disse piano fra i capelli.
Ora piangeva senza ritegno. Stavano mettendo la parola fine a un qualcosa che non era mai potuto iniziare del tutto.
Le prese gentilmente il viso e le sfiorò la bocca con un bacio. Si trattenne, sapeva che l’autocontrollo che si era imposto stava cedendo, ma per amore di lei doveva essere un addio senza complicazioni.
Ho mandato un messaggio al re, accettando le nozze. Sei la prima a saperlo. Ora vai, Leonard rimarrà con te ancora per qualche giorno, hai bisogno di avere un amico vicino. Le disse mentre si allontanava.
Lei non aveva detto nemmeno una parola. Con gli occhi gonfi di lacrime voltò le spalle a sir Power e raggiunse Beatrice.
Al suo amico non era sfuggito niente. L’aiutò a montare in sella e, insieme si allontanarono.
Giunsero a casa e, come sempre Rose li stava aspettando. Le bastò uno sguardo ai due per capire. Aspettò che sua figlia smontasse da cavallo e la strinse fra le braccia. Eloise piangeva senza vergogna, sua madre l’accompagnò nella sua camera e la spogliò come quando era bambina. Le accarezzava i capelli e le mormorava la stessa cantilena che la faceva addormentare fin da piccola. Poco alla volta cedette al sonno e si addormentò. Rose sentiva un gran profumo di rosa e chiese al fantasma di avere pietà del cuore infranto di sua figlia e di lasciarla in pace.
Raggiunse Leonard che si stava godendo un boccale di birra e uscirono sotto il portico.
Te l’ha detto che presto ce ne andremo? Gli chiese.
L’uomo annuì.
 Sapevo fin dall’inizio che non sarebbe finita bene, ma aveva bisogno della sua avventura, di capire cosa significa vivere. Comunque non sarei riuscita a fermarla, tu la conosci, sa sbagliare di testa sua. Aggiunse con grande fatica.
Un groviglio di sensazioni ed emozioni torcevano le budella dell’uomo. Doveva portare a termine il suo compito senza deviare dagli ordini, ma quanta fatica gli costava.
Rimarrò qualche giorno, per stare con lei come amico. Disse soltanto a Rose.



foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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