ELOISE
P. OTTANTA E OTTANTUNO
Una parvenza
di calma tornò al castello ed ognuno riprese i propri lavori.
Allen aveva
dato ulteriori ordini ai suoi sottoposti e aveva ristretto ancora di più la
sorveglianza al loro capo.
Nessuno di
loro era uno sprovveduto, avevano capito molto bene che qualcosa bolliva in
pentola ma si fidavano del loro capo e avrebbero fatto ancora di più del loro
dovere.
Sir Power si
presentò al loro alloggio. So che avete
il preciso compito di proteggermi, ma sono venuto a chiedervi un piccolo
strappo alla regola quando andrò a parlare con miss Eloise. Manderò Leonard a
chiederle di incontrarmi all’ansa del fiume, così che possiate controllare ogni
cosa ma lasciatemi la libertà di parlare con lei in privato. Preparate tutto
per domani mattina, Leonard andrà da lei ancora oggi. Disse mentre quelli
restavano in silenzio.
Uscì molto
corrucciato seguito da Steven e Leroi.
Allen rimase
in attesa che Leonard parlasse.
Non vorrei andarmene proprio ora, ma
anche la ragazza è in pericolo. Andrò subito da lei e rimarrò fino a domani
quando l’accompagnerò all’ansa del fiume. Disse Leonard.
Allen annuì,
non capendo il vero motivo per il quale Eloise fosse in pericolo, ma sapeva di
fidarsi della sua guardia.
Leonard
sellò velocemente il suo cavallo e partì per la casa del fabbro.
Arrivò da
Eloise che la famiglia stava pranzando. Rose aggiunse un piatto e mangiarono
quasi senza parlare.
Eloise era
la tristezza fatta persona, non aveva quasi toccato cibo e il viso dei suoi
genitori esprimevano tutta la loro preoccupazione e dolore per la loro figlia.
Finito di
mangiare Eloise e il suo amico uscirono sotto il portico, un angolo di ombra li
accolse con un minimo di frescura.
Domani sir Power verrà a parlare con
te, dolcezza. Mi ha chiesto di venire da te perché c’è ancora pericolo per tutti
noi e vuole che tu sia adeguatamente protetta. Rimarrò con te fino a quando non
sarà tutto finito. Le
disse.
Con “tutto finito” intendi fino a
dopo il suo matrimonio? Di cosa ha paura il re, che possa rapire sir Power? Gli rispose. Noi ce ne andremo, non sono di intralcio per nessuno, me ne vado,
questo dovrebbe bastare. Aggiunse.
Magari fosse
così semplice. Pensò l’uomo.
Che dici, dolcezza, facciamo una
passeggiata? Con me sei al sicuro. Le chiese sorridendo, cercando di risollevarle un po’ il
morale.
A malincuore
lo seguì con King al seguito. Il boschetto lì vicino offriva refrigerio e vi si
diressero. La ragazza non parlava, lui capiva bene che aveva il cuore spezzato
e, al momento non poteva fare niente altro che consolarla.
La prese per
mano. Camminavano senza guardarsi.
Mi sarebbe piaciuto corteggiarti,
dolcezza, essere l’uomo della tua vita, quello che rende felice la donna che
ama, ma non era questo il nostro destino. Il tuo è ben diverso da quello di
essere la donna di un soldato, tu sei destinata a qualcosa di più. Le disse.
Anche a me sarebbe piaciuto. Gli rispose. Invece sono una ragazza destinata ad accontentarsi di qualcuno che mi
accetterà così come sono diventata, senza pudore, disonorata. Questo è il mio
destino, ma lo sarà solo quando sarò lontana da qui. Aggiunse.
Camminavano
nel silenzio del boschetto. Anche gli uccelli si erano ritirati nei loro nidi
per il gran caldo. Perfino i loro respiri si sentivano sotto le foglie leggere
e frondose dei grandi alberi.
Ci fu uno
scricchiolio. Un rumore leggero di ramo spezzato. Leonard strinse forte la mano
di Eloise e le fece segno di stare in silenzio.
Entrambi
sfoderarono il loro pugnale, avevano capito di essere seguiti. A gesti, l’uomo
fece cenno alla ragazza di tenersi pronta ma di rimanere in disparte. Cominciò
a fischiettare come se niente fosse mentre Eloise rimaneva riparata con la
schiena appoggiata al tronco di un albero.
Leonard
finse di abbracciarla lasciando che chiunque ci fosse lì pensasse di avere
l’opportunità che cercava vedendoli così distratti.
L’aggressore
si preparò a lanciare il suo pugnale nella schiena di Leonard per poi passare
alla ragazza, ma sbagliò i suoi calcoli, Eloise fu più veloce e lanciò il suo,
colpendolo molto vicino al cuore.
Un urlo
lacerò il silenzio del boschetto e molti uccelli presero il volo abbandonando
la sicurezza del loro nido.
I due amici
si misero alla rincorsa dell’aggressore ferito, tracce di sangue si distinguevano
molto bene ed erano facili da seguire, troppo facili.
Leonard si
bloccò. Prese Eloise per un braccio e la costrinse a fermarsi, la buttò a terra
e lei si lamentò per il dolore quando toccò il suolo. Fu più di un miracolo,
una freccia si conficcò proprio dove avrebbe dovuto esserci la ragazza. Era lei
l’obiettivo, lo sapeva bene.
Leonard
copriva Eloise col suo corpo, era esposto, sapeva che poteva essere colpito se
non avesse potuto difendersi.
Si sentirono
rumori di lotta, ci mise poco a capire e si rialzò dicendo a lei di non
muoversi.
Raggiunse il
posto dove due uomini stavano lottando. Uno di loro fece segno a Leonard di
seguire le tracce di sangue e lui raggiunse l’uomo ferito che tentava di salire
in sella al suo cavallo.
Lo prese per
una gamba e lo scaraventò a terra. Lo immobilizzò ma quello si dimenava con
forza, nonostante la ferita.
Stava
lottando quando furono raggiunti da un uomo che finì l’aggressore, senza
indugio. Si portò la mano al cappello, salutò, si riconobbero e quello se ne
andò.
Eloise
raggiunse Leonard, frastornata.
E’ tutto a posto, dolcezza. E’ tutto
a posto.
Leonard si
stava togliendo alcune foglie che gli erano rimaste attaccate.
Che sta succedendo, Leonard? Perché
qualcuno mi vuole morta? Io non capisco. Disse la ragazza mentre recuperava il pugnale e glielo
ridava.
Tu sai chi sono io e sai che sono
obbligato al giuramento che ho fatto al mio re. Ti posso dire che tutto si sta
compiendo e i delinquenti che ci sono dietro a tutto questo stanno perdendo le
staffe, vedono la loro sconfitta. Le rispose.
Ma ancora non capisco cosa c’entro io! Ribadì lei.
Lo capirai presto, dolcezza. Le rispose soltanto.
Si
fermarono, mentre King rincorreva le foglie.
Inutile chiederti di non parlare di
quanto è successo. Le
disse. La discrezione è alla base delle
buona riuscita del nostro piano. Domani, quando incontrerai sir Power non
dovrai farne parola. Aggiunse.
E i cadaveri che abbiamo lasciato nel
boschetto? Gli
chiese spalancando i suoi meravigliosi occhi.
Quali cadaveri? Le rispose prendendola per mano e
tornando verso casa.
La ragazza
era sempre più confusa.
Io non voglio incontrare sir Power. Sbottò prima di uscire dal boschetto.
Devi farlo, dolcezza. Dagli la
possibilità di rivederti, credo che sarà un incontro difficile anche per lui. Le rispose.
La mattina
arrivò fin troppo presto. Leonard e Eloise in sella ai loro cavalli si
diressero al loro appuntamento. Il cavallo di sir Power era già lì e di sicuro
anche le guardie non erano molto distanti.
Eloise alzò
lo sguardo triste verso il suo compagno.
Vai Eloise, io sono qui vicino, un
tuo richiamo e sono subito da te. Le disse mentre prendeva le redini di Beatrice.
Sir Power la
stava aspettando, aveva passato una notte insonne cercando le parole da dirle,
ed ora che l’aveva di fronte sentiva solo il suo cuore sanguinare.
Credo che tu abbia saputo. La regina
è venuta a nome del re per organizzare il matrimonio. E’ come se mi avesse
messo una catena al collo, o la tengo o soffocherò cercando di liberarmene. Non aveva usato giri di parole.
Eloise non
parlava. Teneva lo sguardo basso, aveva paura che guardandolo in viso tutti i
sentimenti che stava cercando di soffocare potessero esplodere e renderla
ancora più vulnerabile nei confronti dell’uomo che amava.
Ti amo, Eloise. Non glielo aveva mai detto e lei alzò
gli occhi già colmi di lacrime.
Lui aprì le
braccia e lei si fece stringere, sapendo che non ci sarebbe stata un’altra
volta. Le teneva il viso premuto al petto e sentiva le sue lacrime e il suo
dolore mentre le accarezzava i capelli. Non
posso chiederti di aspettarmi, o di essere la donna che amo anche quando sarò
sposato a Mariclaire, non meriti una vita di sotterfugi e pettegolezzi, perciò
ti lascio libera di andare incontro ad un altro uomo che possa amarti come
meriti. Le disse piano fra i capelli.
Ora piangeva
senza ritegno. Stavano mettendo la parola fine a un qualcosa che non era mai
potuto iniziare del tutto.
Le prese
gentilmente il viso e le sfiorò la bocca con un bacio. Si trattenne, sapeva che
l’autocontrollo che si era imposto stava cedendo, ma per amore di lei doveva
essere un addio senza complicazioni.
Ho mandato un messaggio al re,
accettando le nozze. Sei la prima a saperlo. Ora vai, Leonard rimarrà con te
ancora per qualche giorno, hai bisogno di avere un amico vicino. Le disse mentre si allontanava.
Lei non
aveva detto nemmeno una parola. Con gli occhi gonfi di lacrime voltò le spalle
a sir Power e raggiunse Beatrice.
Al suo amico
non era sfuggito niente. L’aiutò a montare in sella e, insieme si
allontanarono.
Giunsero a
casa e, come sempre Rose li stava aspettando. Le bastò uno sguardo ai due per
capire. Aspettò che sua figlia smontasse da cavallo e la strinse fra le
braccia. Eloise piangeva senza vergogna, sua madre l’accompagnò nella sua
camera e la spogliò come quando era bambina. Le accarezzava i capelli e le
mormorava la stessa cantilena che la faceva addormentare fin da piccola. Poco
alla volta cedette al sonno e si addormentò. Rose sentiva un gran profumo di
rosa e chiese al fantasma di avere pietà del cuore infranto di sua figlia e di
lasciarla in pace.
Raggiunse
Leonard che si stava godendo un boccale di birra e uscirono sotto il portico.
Te l’ha detto che presto ce ne
andremo? Gli chiese.
L’uomo
annuì.
Sapevo fin dall’inizio che non sarebbe finita
bene, ma aveva bisogno della sua avventura, di capire cosa significa vivere.
Comunque non sarei riuscita a fermarla, tu la conosci, sa sbagliare di testa
sua. Aggiunse con
grande fatica.
Un groviglio
di sensazioni ed emozioni torcevano le budella dell’uomo. Doveva portare a
termine il suo compito senza deviare dagli ordini, ma quanta fatica gli
costava.
Rimarrò qualche giorno, per stare con
lei come amico. Disse
soltanto a Rose.
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