sabato 6 ottobre 2018

ELOISE


ELOISE

P. CINQUANTAQUATTRO E CINQUANTACINQUE





La regina, sembrava annoiata ma faceva di tutto per non darlo a vedere. Anche lei aveva degli obblighi e quello era uno dei tanti che mal sopportava.
Osservava la ragazza che si avvicinava con un’espressione che non denotava proprio niente di quello che le passava nella mente.
Eloise si inchinò davanti ai reali, mentre in distanza, Oliver cercava di non perdersi nemmeno una mossa e si avvicinò più che gli fu possibile per essere pronto ad intervenire in caso di bisogno.
Gli invitati lanciavano sguardi furtivi ma mai si sarebbero sognati di commentare o di mancare di creanza.
Buonasera, miss… si sta divertendo? Le chiese il re.
Miss Eloise è il mio nome, sire. Mi sto divertendo e le sono molto grata per essere qui. Rimaneva tesa e in attesa di scoprire cosa volesse.
Lo sguardo del re la trapassava dalla testa ai piedi. Era una bellissima ragazza e per un attimo si chiese se avesse potuto possederla come era abituato a fare con tante altre giovinette. La regina, intuendo i pensieri del marito prese la parola. Spero, miss Eloise che la potremo rivedere anche al matrimonio di sir Power e miss Mariclaire. Le disse con la sua voce gracchiante dalla erre moscia.
Non credo, mia regina. Sono la figlia del fabbro, non una nobildonna e so stare al mio posto. Le rispose il più dolcemente possibile.
La regina trattenne un sorriso. Lei è la giovinetta più bella di tutte stasera, e il re sarebbe onorato di ballare con lei.
Eloise aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse mentre il re si alzava e la musica cessava, tutte le coppie si ritirarono ai lati della pista.
Elegantemente il re prese la mano della ragazza e raggiunse il centro del salone. I suonatori ricominciarono a suonare e ragazzina e re diedero spettacolo a tutti i presenti.
Ad Eloise sembrava di danzare sui carboni ardenti mentre il re era davvero un ottimo cavaliere e ballerino e la guidava nella danza come se avessero sempre danzato insieme.
Per fortuna la musica finì. La dama fece un inchino impeccabile e il re un piccolo cenno con la testa. Ho l’impressione che lei sia una ragazza piena di sorprese. Le disse mentre ritornava al suo trono e dava cenno a che il ballo riprendesse.
Oliver la raggiunse e la prese per mano. Tutto bene, Eloise?  Le chiese con una certa apprensione.
Sì, tutto bene, ma non vedo l’ora di andarmene, non pensavo certo di dare spettacolo in questo modo. Disse col viso arrossato. Penso che sia proprio il caso che tu mi accompagni in giardino per una boccata d’aria. Gli disse mentre cercavano di farsi strada fra gli invitati.
Molte coppie erano sedute sulle panchine o passeggiavano. La serata tendeva a far affiorare il romanticismo e molti cavalieri ne avrebbero approfittato con le loro dame.
Si sedettero su una delle tante panchine davanti ad una zampillante fontana. Avresti mai pensato di ballare col re? Le chiese divertito Oliver.
Certamente no, nemmeno di essere qui ho mai pensato. Gli rispose.
Rientrarono dopo pochi minuti, nessuno abbandonava troppo a lungo la compagnia del re.
Il ballo era interrotto per il rinfresco che veniva servito su piatti dai disegni dorati. Il chiacchiericcio era quasi noioso ma nessuno lo dava a vedere. Oliver si era allontanato per prendere da bere. Alla giovane giunse chiaramente alle orecchie il commento sprezzante di Mariclaire che parlava con sir Power.
Ci sono davvero delle ragazze carine in mezzo a tante bifolche. Inutile negarlo. La gioventù gioca sempre a favore. Domani torneranno nelle loro case ma avranno un ricordo di questa serata. Poi si avvide di Eloise che ascoltava.
Chissà in quante hanno perso la loro virtù allargando le gambe pur di essere qui. La tua guardia del corpo non deve aver faticato per ottenere i favori della bella ragazza campagnola. Gli disse sorridendo. E’ la vita che è così per chi non è del nostro rango. Aggiunse con perfidia.
Eloise tremava dalla rabbia ma mantenne il contegno. Oliver la raggiunse e si allontanarono dalla coppia.
Erano in piedi insieme ad altri quando il re prese congedo insieme alla regina. Ringraziò i convenuti e disse loro di continuare la festa. La musica riprese quando se ne furono andati.
Sir Power e miss Mariclaire passarono loro vicino. La donna lanciò uno sguardo malefico alla ragazza che lo sostenne senza imbarazzo. La nobildonna commise uno sbaglio, alzò il calice in segno di brindisi che Eloise male interpretò e, a sua volta alzò il calice che le cadde malamente sul bel vestito della donna.
Mariclaire lanciò un grido soffocato. Ecco come sono le bifolche che non conoscono come ci si comporta in società. Prese il braccio del suo fidanzato e lo trascinò via non prima dia vere inveito di nuovo contro la ragazza. Se fossi un uomo la sfiderei a duello. Le disse adirata.
E perderebbe la sfida. Le rispose serafica Eloise.
Oliver sospirò, finalmente anche quella serata stava finendo e tutto sommato non c’erano stati incidenti di rilievo.
Cosa vuoi fare ora, Eloise? Le chiese.
Di sicuro non allargare le gambe con te. Gli rispose piccata. Posò il bicchiere e se ne andò, lasciandolo sconvolto.





Era arrabbiata e non ne capiva nemmeno bene il motivo. Teneva sollevata da terra la gonna mentre a lunghe falcate attraversava il giardino per arrivare alla sua stanza.
Ancora prima di entrare dalla porta si era già disfatta della complicata acconciatura. Si spogliò velocemente e indossò i calzoni e la camiciola. Ficcò tutto nella sacca e, senza nemmeno un ultimo sguardo alla stanza uscì e si diresse alle stalle. Preferiva passare la notte con Beatrice piuttosto che un altro solo minuto in quel posto. Era ferita dalle parole di Mariclaire, e più ferita ancora per il silenzio di sir Power, quell’uomo era davvero ottuso se non si accorgeva di come la sua fidanzata lo manipolava.
Trovò il box di Beatrice e vi entrò. Calma, amica mia. Dovrai farmi un po’ di spazio per stanotte. Le disse accarezzandole il muso.
Posò la sacca in un angolo e si sedette con la schiena contro la parete. Non sarebbe stata comoda ma mancavano solo poche ore alla partenza e lei voleva stare sola.
I rumori erano attutiti, soltanto lo sbuffare degli animali riempivano il silenzio della notte, per questo fu sorpresa quando si accorse che qualcuno era entrato nelle stalle. Pensando che si trattasse di Oliver venuto a cercarla spostò lentamente la cavalla che le fece da scudo, nessuno poteva vederla. Sentì distintamente i passi di alcuni uomini, potevano essere quattro o cinque e si appiattì ancora di più contro la parete.
Il gruppo si fermò molto vicino al box di Beatrice.
Parlavano a voce bassa ma Eloise sentì ogni parola, e le venne la pelle d’oca.
Hai preparato tutto? Chiese una voce. Secondo gli ordini che ho ricevuto. Rispose un altro.
Il primo, che doveva essere il capo riprese la parola. Rivediamo un’ultima volta il piano prima di partire. Massi e corde sono nascosti fra i rovi. Voi avete provveduto a ostruire il passaggio? Sir Power e la sua scorta saranno costretti a deviare verso le Paludi Nere e noi saremo lì, pronti ad attaccarli. Gli ordini sono chiari: tutti devono morire, compresa la ragazza, dopo di che verranno legati insieme con i massi e gettati nella palude, nessuno sentirà più parlare di loro. Ai cavalli penserò io. E’ tutto chiaro? Avete già ricevuto la vostra ricompensa, ora tocca a noi. Dobbiamo sfruttare la sorpresa, sono guardie ben addestrate ma noi lo siamo altrettanto. Ci vorranno pochi minuti per sopraffarli poi ognuno per la propria strada, ci ritroveremo oltre confine, come d’accordo. Ci sono domande? Nessuno rispose. Allora andiamo.
Gli uomini si allontanarono e la ragazza sentì aprirsi alcuni box. Molto silenziosamente uomini e cavalli uscirono nella notte.
Eloise tremava, si era ficcata in bocca il pugno chiuso per la paura che la potessero sentire. Cercò di ascoltare i rumori per accertarsi che non ci fosse più nessuno. Attese ancora qualche minuto che il suo cuore tornasse alla normalità, poi silenziosamente uscì e corse all’alloggio delle guardie tenendosi il più nascosta possibile.
Cercò l’alloggio della scorta di sir Power e vi entrò prima che qualcuno la vedesse.
Oliver, Allen e Steven stavano dormendo, evidentemente Leroi era di guardia al capo.
Si avvicinò a Oliver e lo chiamò sottovoce. Fu come se avesse suonato una tromba, tutti e tre gli uomini scattarono in piedi con un’arma in mano.
Che ci fai qui? Non è un posto per donne. Le disse Oliver. La ragazza tremava visibilmente e solo in quel momento si avvidero del suo viso sconvolto.
Siediti, calmati e racconta cosa ti è successo. La sollecitò Allen. Steven le diede dell’acqua e la circondarono con i loro corpi.
Eloise prese fiato e raccontò loro quello che aveva sentito. Nessuno le chiese cosa ci facesse nelle stalle talmente erano preoccupati.
Rimani qui con noi, ora andiamo da Leroi e svegliamo sir Power, dobbiamo preparare un piano di difesa. Le disse Oliver mentre Allen era già uscito, era lui il capo della scorta e toccava a lui pianificare il ritorno a casa.
Nessuno deve sapere quello che vi ho detto, nemmeno sir Power. Lo informerete durante il tragitto. Questo posto è pieno di spie che sono più velenose delle vipere. Disse loro la ragazza. Allen si bloccò e tornò indietro.
Gli uomini rimasero pensierosi. Non aveva tutti i torti, era impossibile capire di chi potevano fidarsi, forse perfino il re era coinvolto, troppi agguati avevano subìto senza capire chi fosse il mandante.
Passarono le ore successive a mettere a punto un piano, anche se non c’era molto che potessero fare se non essere vigili e sfruttare loro la sorpresa.
Oliver prese da parte Eloise. Quando saremo tornati a casa dovrai darmi alcune spiegazioni, non si tratta così un amico. Le disse.
Eloise provava vergogna, sapeva che lui non aveva meritato la sua collera. Va bene, dovrò certamente scusarmi. Gli rispose.
Le ore passavano lente. Era quasi ora di partire e i cavalli erano già sellati. Aspettavano solo l’arrivo di Sir Power per mettersi in viaggio.
Il sole stava spuntando quando il loro capo li raggiunse. Aveva ancora gli occhi assonnati, sembrava avere dormito poco ma non interessava a nessuno.
Si misero in marcia e lasciarono il palazzo reale.
Erano distanti alcune miglia quando Allen fermò la comitiva e chiese a sir Power di ascoltarlo.

foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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