mercoledì 17 ottobre 2018

ELOISE


ELOISE

P. SETTANTADUE E SETTANTATRE





Sir Power e la sua scorta giunsero a palazzo senza incontrare impedimenti. I quattro soldati erano particolarmente all’erta, sapevano che il pericolo si annidava proprio dove erano diretti.
Quando giunsero, sir Power fu accompagnato nella sua stanza. Leonard e Allen lo seguivano come un’ombra, non tentavano nemmeno di nascondersi, anzi rimanevano ben in vista, come monito per chiunque avesse cattive intenzioni.
Era quasi notte quando il paggio del re venne a chiamarlo per accompagnarlo nelle stanze private del sovrano.
Mentre attraversava quei corridoi semi bui teneva ben salda la mano sull’elsa della spada e tutti i sensi ben svegli, non si sarebbe fatto prendere di sorpresa un’altra volta.
Giunsero a destinazione e il paggio bussò prima di far entrare il cavaliere.
Il re era comodamente seduto sul suo scranno, era un ambiente spartano dove in pochi erano stati ammessi.
Fece avvicinare il suo ospite e lo invitò a sedere di fronte a lui. Sir Power fece un decoroso inchino e prese posto accettando il boccale di vino. Aspettò che fosse il re a parlare per primo. Si sentiva sotto esame e non capiva per quale motivo si sentisse così indifeso, non gli era mai capitato.
Il re si decise a parlare. Che ci fa qui, sir Power? Non avevamo incontri in programma. Gli chiese.
Sire, lo so bene ma ho urgenza di parlare con voi. Ho una richiesta che non potevo affidare a nessun altro. Gli disse con la voce ferma e con lo sguardo fisso e attento.
Parli in libertà. Gli rispose il re.
Vi chiedo umilmente di rompere le mie promesse matrimoniali con miss Mariclaire. Disse soltanto.
E perché mai? Chiese stupito il re.
Amo un’altra e non posso legarmi alla donna che voi mi avete così generosamente concesso. Fu ciò che disse.
Ah l’amore! L’amore non conta niente. Se le serve una donna che le scaldi un letto fuori dal matrimonio non sarò certo io ad avere qualcosa in contrario. Ma le apparenze devono sempre essere rispettate, soprattutto nel suo caso, dove tutto quello che le è stato donato è arrivato direttamente dal re! Gli rispose piccato.
Ne sono consapevole, sire. Anche se so molto bene che anch’io ho fatto tanto per il mio re. Si azzardò a rispondere.
Il silenzio cadde fra di loro. Sapevano bene entrambi quello che l’uno aveva fatto per l’altro e viceversa.
Il re riprese la parola. Quelle Terre hanno bisogno di un padrone giusto e leale e lei è sempre stato la mia scelta principale, insieme a miss Mariclaire sarete un ottimo esempio di famiglia e di rispetto per la casa reale. Perché dovrei cambiare le mie decisioni?  Aggiunse.
Sire, le Terre del Green hanno bisogno di tutto quello che voi sostenete, ed io sono pronto a darlo con tutto me stesso ma solo se al mio fianco c’è la donna giusta e non può essere miss Mariclaire. Disse sicuro.
Mi sta chiedendo molto, sir Power, lo sa vero? Gli disse serio.
Ne sono consapevole, sire e se non fosse così importante per me non sarei qui a prostrarmi per avere il diritto di amare la donna che il mio cuore ha scelto. Rispose quasi timido. Il pensare ad Eloise gli riempiva il cuore anche al cospetto del re.
Chi è questa ragazza che le ha rubato il cuore? Volle sapere.
L’ha conosciuta, sire. Ha danzato con lei e l’ha punita con una frustata. Lo so non è docile come dovrebbe essere una ragazza ma lei è diversa, e per di più non ne vuole saperne di me se non posso amarla davanti a Dio e agli uomini. Dovrebbe conoscerla, sire, apprezzerebbe le sue doti. Gli ripose col cuore in mano.
Il re era pensieroso, meditava e non parlava. Sir Power era angosciato.
Quelle terre mi stanno molto a cuore. La scelta di darle in sposa miss Mariclaire è stata molto ponderata ed è stata quella più giusta che ho trovato. Cosa dovrei fare secondo lei, sir Power? Chiese sarcastico il re.
Io sono venuto a chiedere di essere libero di scegliere la donna che amo, voi avete il potere di fare quello che riterrete giusto, ma… io sono disposto a rinunciare a tutto per Eloise. Ecco, lo aveva detto.
Il re alzò un sopracciglio, questo non se l’aspettava. I suoi piani erano stati elaborati da tempo e molte energie, soldi e tempo erano stati impiegati per la ricostruzione di quel castello.
Il castello a che punto è? Volle sapere il re.
Sire, il castello è praticamente finito. E’ una meraviglia di ingegneria e artigianato. Chiunque lo abiterà avrà tutto quello che si possa desiderare. Disse con gli occhi che gli luccicavano dalla fierezza.
E vorrebbe rinunciare a tutto questo? Per una donna? Gli chiese sarcastico il re.
Sir Power si alzò in piedi e portò la mano al cuore. Sì, sire. Abbassò il capo, finalmente lo aveva detto.
Il silenzio si prolungò parecchio. Il re tamburellava con le dita sul suo luccicante tavolo mentre il cuore di sir Power martellava allo stesso ritmo.
Il re si decise a riprendere la parola. Prenderò in considerazione la sua richiesta. Ora può andare. E lo congedò.



Sir Power lasciò le stanze del re. Il paggio e Allen lo accompagnarono alla sua stanza.
Aspettarono che il paggio si allontanasse e, Leonard e Allen entrarono con loro capo.
Che ordini abbiamo sir Power? Gli chiese il capo scorta.
Partiamo subito. Rispose soltanto.
I suoi uomini erano pronti, avrebbero dato un braccio per sapere come era andato l’incontro ma, ufficialmente nessuno di loro era a conoscenza del vero motivo e dovevano continuare a fare finta di niente.
Allen e Leonard si scambiarono uno sguardo e, in silenzio andarono alle stalle a prendere cavalli e sacche per il viaggio di ritorno.
Finalmente la primavera era sbocciata nelle Terre del Green e tutto era rinascita.
Leonard bussò alla casa di Tom. Fu Rose ad aprire. I due si scambiarono un eloquente sguardo senza dirsi niente. La donna andò a chiamare sua figlia che, come vide l’uomo sulla porta si adirò parecchio.
Vai tesoro, è ancora il tuo amico, dopo tutto. Le disse la madre.
Eloise sellò Beatrice senza dire nemmeno una parola e seguì l’uomo. Erano in prossimità dell’ansa del fiume quando la ragazza riconobbe il cavallo di sir Power.
Mi hai teso un tranello, Leonard? Non sono stata abbastanza chiara con te? Gli disse stizzita.
Ti prego, Eloise, ascoltalo soltanto. In nome della nostra amicizia ti chiedo solo di ascoltarlo. Le rispose Leonard prendendo le redini di Beatrice.
Senza aggiungere una parola la ragazza raggiunse sir Power sulla spiaggetta di pietre. Un brivido la percorse mentre lo osservava. Aveva il viso pallido e tirato e la cicatrice risaltava ancora di più. Cercò di tenere a freno il battito del suo cuore ma i suoi occhi la tradivano, per questo evitava di guardarlo in viso mentre si avvicinava a lui.
Voleva vedermi, sir Power? Gli chiese freddamente.
Ti prego, Eloise, guardami. Le chiese senza avvicinarsi troppo.
La ragazza alzò lo sguardo sul viso dell’uomo che amava immensamente ma che voleva, assolutamente voleva tenere a distanza.
Sono stato a palazzo reale, ho parlato col re. Gli ho detto di noi e del mio desiderio di prenderti in moglie. Di liberarmi dalla promessa di matrimonio con miss Mariclaire. Ho fatto tutto quello che era in mio potere. Le disse senza muovere un passo.
Scommetto che le ha risposto subito di sì! Gli rispose sarcastica. Sir Power io sono una semplice campagnola, figlia di un fabbro e di una donna dal dubbio passato, crede davvero che il re possa sostituire miss Mariclaire con me? Vorrei che lei ponesse fine a questo stillicidio di speranze, sa bene quanto me che non potremo mai sposarci, e che io non ho nessuna intenzione di diventare la sua puttana! Aggiunse rabbiosa.
L’uomo la guardava, vedeva la sua fierezza, la sua bellezza, il suo carattere onesto e sincero, e la rivide con la mente nuda nel suo letto. Alla notte d’amore che avevano passato, alla verginità che gli aveva donato. Il suo cuore traboccava d’amore e non aveva il coraggio nemmeno di sfiorarla ora, per la paura che lei se ne andasse e non volesse più nemmeno parlare con lui. Aveva il cuore che sanguinava, doveva trovare il modo di far breccia nel suo cuore.
Gli ho detto che rinuncerò a tutto, ma sei tu la donna che amo! Le disse.
Eloise era sbalordita. E cosa le ha risposto? Volle sapere.
Ha preso in considerazione la mia richiesta. Non poteva dire subito sì o no, è il re e non obbedisce agli ordini di nessuno, tanto meno alle richieste come la mia. Le rispose.
Un sorriso amaro spuntò sulle labbra della ragazza.
Non mi ha detto di no. C’è speranza, è un re giusto e mi conosce molto bene. Aggiunse.
Non ha detto nemmeno di sì. E’ la stessa cosa, non cambia niente. Gli rispose tagliente.
Sir Power le si avvicinò. Erano talmente vicini che i loro respiri si fondevano nella foschia umida del fiume che, indifferente a tutto continuava la sua canzone.
Hai la mia parola, Eloise, il mio cuore, il mio amore. Ti prego dammi la possibilità di dimostrartelo. Le disse prendendole le mani.
Aveva paura che lei si allontanasse, non lo avrebbe sopportato. Si era messo a nudo, era stato sincero e lei doveva saperlo che di più non poteva fare.
La ragazza sospirò. Il muro che circondava il suo cuore si stava sgretolando. L’amore che provava era troppo forte e stava abbattendo tutti i mattoni che aveva usato per isolarsi dai sentimenti. Alcune lacrime le bagnarono le guance, si sentiva una stupida, piangeva senza motivo.
Va bene, se entro l’anno non sarò sua moglie non mi vedrà mai più. Gli disse volando fra le sue braccia.
Finalmente potevano tornare ad amarsi. Le loro bocche si cercarono avidamente. La passione li prese come se fossero affamati. L’uomo le bisbiglio qualcosa all’orecchio e lei ridacchiò. Da troppo tempo non sorrideva.
Tornarono ai cavalli e anche lo sguardo di Leonard era finalmente sereno.
Sir Power la fece salire sul suo cavallo e, abbracciati tornarono al castello.
Tutti sentirono il fantasma rosa ridere.


foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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