venerdì 26 ottobre 2018

ELOISE


ELOISE

ULTIMA PARTE




E anche il mattino del nove settembre spuntò come se niente fosse cambiato sulla terra.
Sir Power si svegliò e i suoi uomini gli servirono la colazione. Lì vicino c’erano gli abiti che avrebbe dovuto indossare. Nessuno parlava, soltanto Leonard canticchiava sottovoce mentre gli altri lo guardavano sorpresi.
Lo sposo si preparò. Fuori c’era già fermento e la giornata era davvero piacevole. Sembrava che anche il sole volesse benedire l’unione dei due recalcitranti sposi.
Il vescovo era già vestito coi sacri paramenti e stava sistemando tutto sull’altare. Alla sua destra c’erano gli scranni per i sovrani, subito dietro tutte le sedie per gli invitati, e più infondo altro spazio per tutti quelli che volevano assistere.
E’ ora, sir Power, dobbiamo andare. Disse Allen. Anche le sue guardie vestivano una nuova uniforme e sarebbero rimasti molto vicini agli sposi.
Su un piccolo palco alle spalle del vescovo c’erano alcuni musicanti che suonavano musica sacra e avrebbero accompagnato tutta la funzione.
Ogni singolo posto era occupato.
Arrivò la regina, seguita dalla sposa in uno splendido abito. Il velo bianco le copriva il volto e, sua altezza l’accompagnò all’altare dove lo sposo l’attendeva.
Il vescovo disse a tutti che potevano rimanere seduti in attesa dell’arrivo del re e che non avrebbe iniziato senza di lui.
I minuti passavano e molti uomini e donne sudavano sotto i vestiti pomposi che indossavano. C’era un certo nervosismo, sembrava che soltanto il vescovo e la regina fossero immuni da tutto.
Finalmente sentirono arrivare la carrozza reale e tutti si alzarono in piedi voltandosi verso il loro re, pronti all’inchino.
Dalla carrozza scese il re e poi una sconosciuta vestita in uno splendido abito da sposa.
Ci fu un mormorio generale ma nessuno osava dire niente.
Il re, con la mano della sconosciuta poggiata sulla sua iniziò a dirigersi verso l’altare.
Miss Mariclaire e sir Power erano esterrefatti.
Il vescovo osservava la scena sorridendo, fra i pochi a sapere quello che sarebbe successo.
Il re e la sposa sconosciuta avanzavano verso l’altare mentre i presenti s’inchinavano doverosamente.
A metà tragitto si fermarono e tutti rimasero col fiato sospeso.
Senza scomporsi di un millimetro il re prese la parola. Arrestate quella donna! Quattro delle sue guardie personali raggiunsero Mariclaire e le bloccarono le mani dietro la schiena.
E’ accusata di alto tradimento. Portatela nelle prigioni di palazzo e aspettate il mio ritorno. Ordinò il sovrano.
Si avvicinò anche il comandante in capo di tutte le guardie e Leonard lo riconobbe. Il re aveva usato i suoi migliori uomini per sventare il tradimento.
State commettendo un errore, sire! Gridò Mariclaire mentre le veniva strappato il velo.
Il re attese che fosse tradotta sulla carrozza blindata e riprese ad avanzare verso lo sposo.
Sir Power, ecco la sua sposa. E gli passò la mano guantata.
Ci volle qualche istante prima che si riprendesse, nel frattempo il re aveva raggiungo il suo posto accanto alla regina. Spero che tu sia estranea a tutto questo o la pagherai cara, in ogni modo dovrai subire il tuo castigo, visto quello che è successo. Le disse in un orecchio. La sovrana aveva la faccia sconvolta.
 Il vescovo si spazientì. Vogliamo cominciare? Ben sapendo che tutti erano curiosi di sapere chi fosse la sposa accompagnata dal re.
Sir Power le sollevò il velo e non si trattenne. La strinse in un abbraccio e ci volle tutta l’autorità del vescovo per dare inizio alla cerimonia.
Vi dichiaro marito e moglie. Ora può baciare la sposa.
In fondo alla folla Rose piangeva senza ritegno mentre Tom le teneva la mano. Quella era la loro figlia che coronava il suo sogno d’amore.
Gli sposi cominciarono a passare fra gli invitati per fare le presentazioni. I primi ad essere ringraziati furono i sovrani.
Grazie, sire. Non sapeva cosa altro aggiungere.
Ci volle un bel po’ prima che il banchetto iniziasse. Tutti volevano congratularsi e, finalmente poterono sedersi mentre i camerieri cominciavano a servire il banchetto.
In un tavolo appartato le quattro guardie del corpo stavano bevendo del buon vino.
Allen osservava Leonard che faceva finta di niente. Allora, mi sembra sia giunto il momento che tu ci dia spiegazioni. Abbiamo atteso fin troppo a lungo. Disse.
Davvero volete che vi tedi con il racconto? Li prese in giro Leonard.
Quelli fecero finta di arrabbiarsi e lui cominciò a spiegare.
Io sono un agente del re, quello che voi chiamate semplicemente una spia. Lavoro per lui direttamente e sono stato mandato qui per scoprire quello che stava succedendo dopo l’attentato a sir Power. Devo confessarvi che non è stato facile trovare il bandolo della matassa fino a quando Eloise mi ha mostrato i ritratti che Oliver aveva fatto. Ero sicuro di riconoscere uno di loro ma non sapevo come collocarlo. Poi quando hanno tentato di annegare Eloise ho avuto dei sospetti: chi poteva volere morta una semplice ragazza?  Soltanto una donna potente e gelosa poteva ordinare la sua morte. All’inizio miss Mariclaire la voleva morta solo per gelosia poi per molto altro. Era lei a capo delle spie nemiche e se fosse venuta a vivere qui non avrebbe più potuto avere sotto controllo i movimenti del palazzo reale, ed essendo molto vicina alla regina aveva un posto privilegiato.
Intervenne Leroi, la regina è sua complice?
Non credo. Continuò Leonard. Ma pagherà lo stesso se conosco bene il re. Sono andato a parlare col re e gli ho esposto i miei sospetti, non potevo indagare dentro il palazzo ma lui poteva farlo e mi ha inviato un aiuto quando ha scoperto quello che stava succedendo. Mariclaire voleva morti sia sir Power che Eloise, o almeno la ragazza che la riteneva una preda più facile per discreditare sir Power davanti al re dimostrando che questo è un posto insicuro e che il padrone del castello non riusciva a proteggere nemmeno una ragazzina, figurarsi la sua stessa moglie. Sapeva di avere la regina dalla sua parte e si faceva forte di questo. Ci hanno provato in tanti modi e non è stato facile riuscire ad arrivare in fondo salvaguardando la vita di Eloise.
Ci fu silenzio mentre assimilavano le notizie di Leonard.
Hai avuto un bel da fare! Gli disse Allen. Non ci sarei riuscito senza di voi, siete uomini leali e avete mantenuto la vostra lealtà anche nei miei confronti. Sir Power può essere fiero di avervi al suo servizio. Non potete allentare la sorveglianza, i nemici sono sempre in agguato. Gli rispose.
Rimarrai con i noi? Gli chiesero. Mi piacerebbe ma per altri dieci anni vado dove il mio re mi manderà. Se fossi rimasto mi sarei proposto io prima di sir Power ed Eloise sarebbe stata mia moglie. Aggiunse ridendo e brindando.
Cos’è questa storia? Chiese sir Power giungendo al loro tavolo con la sua sposa al braccio.
Eloise era splendente, la felicità le si irradiava dagli occhi. Abbracciò Leonard. Avevi ragione a dire che non finisce finchè non è finita. Lo hai sempre saputo? Gli disse nell’orecchio.
Sir Power, miss Eloise vi auguro una vita lunga e felice rallegrata di tanti bambini e tante femmine belle come te. Disse facendo un inchino.
Quasi dimenticavo, Eloise, ho una cosa per te.
Estrasse dal taschino un pezzo di carta sgualcito che lei riconobbe subito. Sir Power osservava quel pezzo di carta. Non ce lo vuoi mostrare?  Le chiese.
Eloise mostrò ai presenti quel pezzo di disegno rimasto: una mano che teneva una rosa la donava ad un’altra mano che la riceveva, erano due donne che si scambiavano un pegno.
In quel momento tutti udirono il sospiro di sollievo del fantasma rosa e il profumo di rose avvolse tutti i presenti.
Un lampo di calore esplose nel cielo e cadde nel piccolo cimitero, proprio dove c’era il pozzo. Una nube di polvere che tutti videro benissimo somigliante ad una donna volò col fulmine e sparì. Finalmente Sara aveva raggiunto i suoi cari, ben sapendo che il suo castello, ora era ben custodito.
Verrai a salutarmi prima di partire? Chiese a Leonard.
L’uomo le baciò la mano. Sparirò e nessuno se ne accorgerà. Ma ti prometto che tornerò a trovarti. Ora andate, il re vi sta chiamando.
I due sposi raggiunsero i sovrani.
Non vi ho ancora dato il mio regalo. Disse il re porgendo ad Eloise un piccolo scrigno. Lo apra misiss Power. Le suggerì il re.
Eloise aveva le mani che le tremavano, non si aspettava nessun regalo dal re, le aveva già dato tutto quello che desiderava.
Sollevò il coperchio e sul fondo era posta un splendida rosa d’oro e di pietre preziose. Grazie, sire. Disse con gli occhi colmi di lacrime.
Guardò Leonard che le strizzò l’occhio.
Mi vuole concedere il primo ballo, missis Power?  Le chiese il re.
La festa continuò per tutta la sera e parte della notte.
Finalmente gli sposi si ritrovarono stanchi ma felice nella loro camera che qualcuno aveva provveduto a liberare dai bauli di Mariclaire.
Benvenuta nel mio castello, amore mio.
Poi non ci furono più parole, ma solo tanta passione.


 Foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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