ELOISE
ULTIMA PARTE
E anche il
mattino del nove settembre spuntò come se niente fosse cambiato sulla terra.
Sir Power si
svegliò e i suoi uomini gli servirono la colazione. Lì vicino c’erano gli abiti
che avrebbe dovuto indossare. Nessuno parlava, soltanto Leonard canticchiava
sottovoce mentre gli altri lo guardavano sorpresi.
Lo sposo si
preparò. Fuori c’era già fermento e la giornata era davvero piacevole. Sembrava
che anche il sole volesse benedire l’unione dei due recalcitranti sposi.
Il vescovo
era già vestito coi sacri paramenti e stava sistemando tutto sull’altare. Alla
sua destra c’erano gli scranni per i sovrani, subito dietro tutte le sedie per
gli invitati, e più infondo altro spazio per tutti quelli che volevano
assistere.
E’ ora, sir Power, dobbiamo andare. Disse Allen. Anche le sue guardie
vestivano una nuova uniforme e sarebbero rimasti molto vicini agli sposi.
Su un
piccolo palco alle spalle del vescovo c’erano alcuni musicanti che suonavano
musica sacra e avrebbero accompagnato tutta la funzione.
Ogni singolo
posto era occupato.
Arrivò la
regina, seguita dalla sposa in uno splendido abito. Il velo bianco le copriva
il volto e, sua altezza l’accompagnò all’altare dove lo sposo l’attendeva.
Il vescovo
disse a tutti che potevano rimanere seduti in attesa dell’arrivo del re e che
non avrebbe iniziato senza di lui.
I minuti
passavano e molti uomini e donne sudavano sotto i vestiti pomposi che
indossavano. C’era un certo nervosismo, sembrava che soltanto il vescovo e la
regina fossero immuni da tutto.
Finalmente
sentirono arrivare la carrozza reale e tutti si alzarono in piedi voltandosi
verso il loro re, pronti all’inchino.
Dalla
carrozza scese il re e poi una sconosciuta vestita in uno splendido abito da
sposa.
Ci fu un
mormorio generale ma nessuno osava dire niente.
Il re, con
la mano della sconosciuta poggiata sulla sua iniziò a dirigersi verso l’altare.
Miss
Mariclaire e sir Power erano esterrefatti.
Il vescovo
osservava la scena sorridendo, fra i pochi a sapere quello che sarebbe
successo.
Il re e la
sposa sconosciuta avanzavano verso l’altare mentre i presenti s’inchinavano
doverosamente.
A metà tragitto
si fermarono e tutti rimasero col fiato sospeso.
Senza
scomporsi di un millimetro il re prese la parola. Arrestate quella donna! Quattro delle sue guardie personali
raggiunsero Mariclaire e le bloccarono le mani dietro la schiena.
E’ accusata di alto tradimento.
Portatela nelle prigioni di palazzo e aspettate il mio ritorno. Ordinò il sovrano.
Si avvicinò
anche il comandante in capo di tutte le guardie e Leonard lo riconobbe. Il re
aveva usato i suoi migliori uomini per sventare il tradimento.
State commettendo un errore, sire! Gridò Mariclaire mentre le veniva
strappato il velo.
Il re attese
che fosse tradotta sulla carrozza blindata e riprese ad avanzare verso lo
sposo.
Sir Power, ecco la sua sposa. E gli passò la mano guantata.
Ci volle
qualche istante prima che si riprendesse, nel frattempo il re aveva raggiungo
il suo posto accanto alla regina. Spero
che tu sia estranea a tutto questo o la pagherai cara, in ogni modo dovrai
subire il tuo castigo, visto quello che è successo. Le disse in un orecchio.
La sovrana aveva la faccia sconvolta.
Il vescovo si spazientì. Vogliamo cominciare? Ben sapendo che tutti erano curiosi di sapere
chi fosse la sposa accompagnata dal re.
Sir Power le
sollevò il velo e non si trattenne. La strinse in un abbraccio e ci volle tutta
l’autorità del vescovo per dare inizio alla cerimonia.
Vi dichiaro marito e moglie. Ora può
baciare la sposa.
In fondo
alla folla Rose piangeva senza ritegno mentre Tom le teneva la mano. Quella era
la loro figlia che coronava il suo sogno d’amore.
Gli sposi
cominciarono a passare fra gli invitati per fare le presentazioni. I primi ad
essere ringraziati furono i sovrani.
Grazie, sire. Non sapeva cosa altro aggiungere.
Ci volle un
bel po’ prima che il banchetto iniziasse. Tutti volevano congratularsi e,
finalmente poterono sedersi mentre i camerieri cominciavano a servire il
banchetto.
In un tavolo
appartato le quattro guardie del corpo stavano bevendo del buon vino.
Allen
osservava Leonard che faceva finta di niente. Allora, mi sembra sia giunto il momento che tu ci dia spiegazioni.
Abbiamo atteso fin troppo a lungo. Disse.
Davvero volete che vi tedi con il
racconto? Li prese
in giro Leonard.
Quelli
fecero finta di arrabbiarsi e lui cominciò a spiegare.
Io sono un agente del re, quello che
voi chiamate semplicemente una spia. Lavoro per lui direttamente e sono stato
mandato qui per scoprire quello che stava succedendo dopo l’attentato a sir
Power. Devo confessarvi che non è stato facile trovare il bandolo della matassa
fino a quando Eloise mi ha mostrato i ritratti che Oliver aveva fatto. Ero
sicuro di riconoscere uno di loro ma non sapevo come collocarlo. Poi quando
hanno tentato di annegare Eloise ho avuto dei sospetti: chi poteva volere morta
una semplice ragazza? Soltanto una donna
potente e gelosa poteva ordinare la sua morte. All’inizio miss Mariclaire la
voleva morta solo per gelosia poi per molto altro. Era lei a capo delle spie
nemiche e se fosse venuta a vivere qui non avrebbe più potuto avere sotto
controllo i movimenti del palazzo reale, ed essendo molto vicina alla regina
aveva un posto privilegiato.
Intervenne
Leroi, la regina è sua complice?
Non credo. Continuò Leonard. Ma pagherà lo stesso se conosco bene il re.
Sono andato a parlare col re e gli ho esposto i miei sospetti, non potevo
indagare dentro il palazzo ma lui poteva farlo e mi ha inviato un aiuto quando
ha scoperto quello che stava succedendo. Mariclaire voleva morti sia sir Power
che Eloise, o almeno la ragazza che la riteneva una preda più facile per
discreditare sir Power davanti al re dimostrando che questo è un posto insicuro
e che il padrone del castello non riusciva a proteggere nemmeno una ragazzina,
figurarsi la sua stessa moglie. Sapeva di avere la regina dalla sua parte e si
faceva forte di questo. Ci hanno provato in tanti modi e non è stato facile
riuscire ad arrivare in fondo salvaguardando la vita di Eloise.
Ci fu
silenzio mentre assimilavano le notizie di Leonard.
Hai avuto un bel da fare! Gli disse Allen. Non ci sarei riuscito senza di voi, siete uomini leali e avete
mantenuto la vostra lealtà anche nei miei confronti. Sir Power può essere fiero
di avervi al suo servizio. Non potete allentare la sorveglianza, i nemici sono
sempre in agguato. Gli rispose.
Rimarrai con i noi? Gli chiesero. Mi piacerebbe ma per altri dieci anni vado dove il mio re mi manderà.
Se fossi rimasto mi sarei proposto io prima di sir Power ed Eloise sarebbe
stata mia moglie. Aggiunse ridendo e brindando.
Cos’è questa storia? Chiese sir Power giungendo al loro
tavolo con la sua sposa al braccio.
Eloise era
splendente, la felicità le si irradiava dagli occhi. Abbracciò Leonard. Avevi ragione a dire che non finisce finchè
non è finita. Lo hai sempre saputo? Gli disse nell’orecchio.
Sir Power, miss Eloise vi auguro una
vita lunga e felice rallegrata di tanti bambini e tante femmine belle come te. Disse facendo un inchino.
Quasi dimenticavo, Eloise, ho una
cosa per te.
Estrasse dal
taschino un pezzo di carta sgualcito che lei riconobbe subito. Sir Power
osservava quel pezzo di carta. Non ce lo
vuoi mostrare? Le chiese.
Eloise
mostrò ai presenti quel pezzo di disegno rimasto: una mano che teneva una rosa
la donava ad un’altra mano che la riceveva, erano due donne che si scambiavano
un pegno.
In quel
momento tutti udirono il sospiro di sollievo del fantasma rosa e il profumo di
rose avvolse tutti i presenti.
Un lampo di
calore esplose nel cielo e cadde nel piccolo cimitero, proprio dove c’era il pozzo.
Una nube di polvere che tutti videro benissimo somigliante ad una donna volò
col fulmine e sparì. Finalmente Sara aveva raggiunto i suoi cari, ben sapendo
che il suo castello, ora era ben custodito.
Verrai a salutarmi prima di partire? Chiese a Leonard.
L’uomo le
baciò la mano. Sparirò e nessuno se ne
accorgerà. Ma ti prometto che tornerò a trovarti. Ora andate, il re vi sta
chiamando.
I due sposi
raggiunsero i sovrani.
Non vi ho ancora dato il mio regalo. Disse il re porgendo ad Eloise un
piccolo scrigno. Lo apra misiss Power. Le
suggerì il re.
Eloise aveva
le mani che le tremavano, non si aspettava nessun regalo dal re, le aveva già
dato tutto quello che desiderava.
Sollevò il
coperchio e sul fondo era posta un splendida rosa d’oro e di pietre preziose. Grazie, sire. Disse con gli occhi colmi
di lacrime.
Guardò
Leonard che le strizzò l’occhio.
Mi vuole concedere il primo ballo,
missis Power? Le chiese il re.
La festa
continuò per tutta la sera e parte della notte.
Finalmente
gli sposi si ritrovarono stanchi ma felice nella loro camera che qualcuno aveva
provveduto a liberare dai bauli di Mariclaire.
Benvenuta nel mio castello, amore
mio.
Poi non ci
furono più parole, ma solo tanta passione.
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