venerdì 19 ottobre 2018

ELOISE


ELOISE

P. SETTANTASEI E SETTANTASETTE




Leonard ripensava agli ultimi sviluppi mentre andava da Eloise. Non capiva fino in fondo le mosse del re, ma era assolutamente sicuro che si stesse muovendo nel modo giusto. Lui era stato molto chiaro quando gli aveva parlato e gli pesava non essere al corrente di quello che aveva scoperto e deciso di fare.
Era in prossimità della casa del fabbro. Il pomeriggio estivo era piacevole ma non lo sarebbe stato altrettanto il suo incontro con la ragazza. Per un attimo pensò di metterla al corrente di tutto ma sapeva bene che non poteva rischiare e che lui era un professionista che sapeva il fatto suo. Tutto questo, comunque lo amareggiava e vedere la sofferenza di Eloise gli spezzava il cuore. Ah se avesse potuto essere lui a poterla amare! Ma questo non era possibile.
Diversamente dal solito, la ragazza non stava lavorando col padre. Era seduta sui gradini del portico e lo guardava avanzare.
Leonard legò il cavallo e si sedette al suo fianco. Rimasero in silenzio e Eloise gli poggiò la testa alla spalla.
E’ tutto finito, vero? Gli chiese con un filo di voce.
Il suo amico sospirò. Non è finita finchè non finisce, dolcezza. Le rispose sottovoce.
Non puoi rendermi più facile tutto questo, anche se so che lo vorresti. Lui non può mantenere la promessa che mi ha fatto, così come non lo puoi tu. L’ho sempre saputo. Gli disse con un singhiozzo. Ma mi piaceva crederci.
Il dolore che traspariva dal viso della ragazza gli devastava il cuore. Come poteva aiutarla senza tradire il re? Maledisse quella situazione.
Eloise, so che ti può sembrare impossibile ma credimi se ti dico che c’è ancora speranza. Rimarcò.
Ti prego Leonard, falla finita. Nessuno va contro il volere del re, non sono stupida. Una volta che avrò accettato tutto questo mi metterò il cuore in pace, e per farlo devo andarmene da qui. Ho già parlato con i miei genitori e stiamo vendendo ogni cosa, lasciamo il paese, ci trasferiamo il più lontano possibile, ne va della mia sanità finisca e mentale. Non lo aveva ancora detto a nessuno.
Leonard maledisse ancora una volta quella situazione. Quando ve ne andrete? Le chiese.
Prima dell’inverno. Siamo arrivati con la neve e il ghiaccio e ce ne andremo prima che le strade diventino impraticabili. Mio padre sta già facendo progetti e scegliendo dove stabilirci. Per me qualunque posto va bene, purché sia lontano da qui. Gli rispose.
Aveva ancora tempo, pensò l’uomo.
Ti ha mandato lui? Gli chiese.
No. Lui non mi ha chiesto niente e sono sicuro che verrà appena potrà allontanarsi. La regina reclama la sua presenza e deve assecondare i voleri reali. Le rispose.
L’hai vista? Volle sapere.
L’uomo capì che si riferiva a Mariclaire. No, dolcezza. E spero che se ne vadano prima possibile.
Ho vissuto la mia avventura, ora sono pronta a voltare pagina. Mentì più a se stessa che al suo amico.
Leonard le prese la mano. Promettimi che qualunque cosa deciderai di fare parlerai con me ed io ti prometto che non ti tradirò. Le baciò la mano. Ora devo tornare, sono partito senza avvisare nessuno e c’è molto movimento al castello. La salutò e, in sella al suo cavallo galoppò via veloce.
Raggiunse le stalle e consegnò il cavallo. Doveva prendere servizio ed era in ritardo.
Sir Leonard? Si sentì chiamare.
Uno stalliere lo stava aspettando e gli si avvicinò. Ci conosciamo? Gli chiese.
No, signore, ma ho un messaggio per lei. Gli disse mentre gli consegnava un foglio. Deve leggerlo in mia presenza e restituirmelo, provvederò a bruciarlo. Gli disse.
Leonard ruppe il sigillo reale e lesse quanto riportava il messaggio. Un timido sorriso gli rischiarò il volto. Ora sapeva quali erano le intenzioni del re, e come aveva sempre creduto si stava muovendo nel modo più corretto. Rilesse di nuovo la missiva e restituì il foglio allo stalliere. Grazie. Disse mentre con l’animo più sollevato raggiungeva il suo alloggio.
Steven e Leroi non erano ancora tornati ma Allen era già pronto a prendere servizio. Anche Leonard si preparò dopo aver mangiato un boccone dal piatto sul tavolo.
Com’è andata con la ragazza? Gli chiese Allen.
Non bene, purtroppo. Stanno organizzando il loro trasloco, se ne andranno prima dell’inverno. Credo proprio che Eloise non possa sopportare di rimanere qui. Gli rispose.
Allen lo osservava e per la prima volta il viso del suo compagno esprimeva qualcosa, sembrava sollevato, meno triste. Sorrise fra sé, qualcosa si stava muovendo.
Chiederai il mio aiuto quando ne avrai bisogno? Gli chiese Allen mentre uscivano.
Sarai il solo al quale mi rivolgerò. Gli rispose enigmatico.





La regina era seduta con Mariclaire al fianco. La sovrana sorrise vedendo entrare sir Power che rimase bloccato davanti alla vista della sua fidanzata. Si riprese subito.
Mia regina, miss Mariclaire. Mi ha mandato a chiamare? Chiese rivolgendosi alla sovrana.
Mariclaire si alzò e andò incontro al suo fidanzato. Come al solito era perfetta e il suo sorriso avrebbe conquistato chiunque. Una fitta al cuore colpì l’uomo che, nonostante il suo amore per Eloise non poteva negare la travolgente bellezza della donna che aveva davanti.
Buon giorno, sir Power, da quanto tempo non ci vediamo! Gli disse mentre lui le baciava la mano. Lei lo accompagnò dalla regina.
Vorrei vedere il castello e la proprietà, ho fatto preparare la carrozza ma preferisco una sana cavalcata, faccia preparare i cavalli mentre mi mostra l’interno del castello.
L’uomo provvide e aspettò che le due donne finissero la loro colazione. La regina e miss Mariclaire furono accompagnate a visitare tutto il castello sia all’interno che all’esterno. Sir Power sembrava sulle spine davanti al silenzio delle due donne.
Fuori i cavalli erano già sellati. Uscirono dalle mura e mostrò loro, con orgoglio le terre fertili e ben coltivate, ma non si allontanarono troppo.
Le guardie del corpo erano numerose e intralciavano i sentieri, la regina era stanca e rientrarono in fretta.
Io mi ritiro a riposare, voi due potete passare un po’ di tempo insieme. Ci vediamo a cena. E se ne andò con le sue cameriere personali.
Miss Mariclaire prese sottobraccio il suo fidanzato e gli si strofinò facendogli sentire sul braccio il suo seno morbido. Sir Power non aveva ancora cambiato espressione e teneva le labbra serrate come se non volesse farsi sfuggire nemmeno una parola.
E’ un posto bellissimo. Disse la donna. C’è bisogno di qualche cambiamento e renderò questo posto come lo desidero. Disse sempre sorridendo.
Cos’ha che non va così com’è? Le chiese.
In quel momento il fantasma cominciò a gemere, era rimasto in silenzio fino a quel momento, quasi timoroso, ma ora stava dando sfogo al suo dolore e forse anche ad altro perché i suoi lamenti e sospiri erano più grevi del solito.
Cos’è?  Chiese curiosa.
E’ il fantasma che abita il castello. Si sente spesso. Le rispose senza aggiungere altro.
E non si può mandare via? Non si può vivere in un castello abitato da un fantasma inospitale come sembra questo. Era adirata e la sua espressione era ben diversa dal solito.
Per la prima volta sir Power notò, anche se solo per pochi attimi il vero volto della donna. Capì che non la conosceva se non per quello che lei voleva mostrargli. Ripensò ad Eloise e il suo cuore perse alcuni battiti. Chissà cosa pensava di tutto quello che stava succedendo. Avrebbe mai avuto il coraggio di andare a parlarle?
Il fantasma era già qui quando sono arrivato, questa è ancora casa sua per quanto ne so. Le rispose.
La donna si ricompose, non era il momento di fare la schizzinosa.
Si riprese. Il re ha stabilito la data del nostro matrimonio, il nove di settembre e lo celebrerà il vescovo in persona. I reali saranno presenti e per allora dovrà essere sistemato e finito il nostro appartamento. Ho portato tappeti e arazzi da sistemare, un regalo della regina stessa. Non so cosa abbia in mente e lo scopriremo stasera a cena. Voglio solo che arrivi presto il nostro giorno e finalmente passare insieme il resto della nostra vita. Gli disse stringendogli il braccio.
Stavano passeggiando all’interno delle mura e Allen e Leonard non li perdevano di vista, stavano discretamente distanti, ma non troppo e lei se ne avvide.
Dovremo sempre essere scortati? Gli chiese.
Fino a quando non troveremo chi attenta alla mia vita, anche lei, miss Mariclaire potrebbe essere in pericolo. Le rispose.
Mi accompagna nella mia stanza? Gli chiese con aria civettuola.
Lui non rispose ma prese il sentiero che portava all’entrata principale. Era primo pomeriggio ed erano liberi fino all’ora di cena. Avrebbe voluto andarsene e correre da Eloise ma non poteva, dio come sanguinava il suo cuore!
Entrarono nella camera ancora piuttosto spoglia. Miss Mariclaire non smetteva di sorridere mentre si svestiva. Il suo fidanzato era ancora fermo davanti alla porta che si erano chiusi alle spalle.
Non abbiamo mai finito quello che abbiamo iniziato a palazzo reale. Non vuole un assaggio di quello che ci aspetta? Gli disse lei che si era già denudata il seno. Era un corpo perfetto. Continuò a spogliarsi e, per la prima volta la vide completamente nuda. Nessuno sarebbe potuto rimanere insensibile davanti a tanto splendore. Lei si avvide della sua indecisione. Gli si avvicinò e gli prese una mano, poggiandola al suo seno morbido. Sir Power chiuse gli occhi, aveva nella mente il corpo nudo di Eloise. Doveva scacciare il ricordo.
La donna cominciò a sbottonargli la camicia. Lui non riusciva a muoversi.
Sentirono bussare con forza. Sir Power, deve venire immediatamente, c’è bisogno di lei. La voce di Leonard bloccò la donna e fece riprendere coscienza a lui.
Le fece un inchino e uscì veloce.
Cosa c’è di così urgente? Gli chiese.
Decida lei, sir Power. Può venire con me o rientrare da lei, scelga quello che vuole fare.
Uscirono insieme e un sorrisetto spuntò sulle labbra della guardia.



foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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