ELOISE
P. SETTANTASEI E SETTANTASETTE
Leonard
ripensava agli ultimi sviluppi mentre andava da Eloise. Non capiva fino in
fondo le mosse del re, ma era assolutamente sicuro che si stesse muovendo nel
modo giusto. Lui era stato molto chiaro quando gli aveva parlato e gli pesava
non essere al corrente di quello che aveva scoperto e deciso di fare.
Era in
prossimità della casa del fabbro. Il pomeriggio estivo era piacevole ma non lo
sarebbe stato altrettanto il suo incontro con la ragazza. Per un attimo pensò
di metterla al corrente di tutto ma sapeva bene che non poteva rischiare e che
lui era un professionista che sapeva il fatto suo. Tutto questo, comunque lo
amareggiava e vedere la sofferenza di Eloise gli spezzava il cuore. Ah se
avesse potuto essere lui a poterla amare! Ma questo non era possibile.
Diversamente
dal solito, la ragazza non stava lavorando col padre. Era seduta sui gradini
del portico e lo guardava avanzare.
Leonard legò
il cavallo e si sedette al suo fianco. Rimasero in silenzio e Eloise gli poggiò
la testa alla spalla.
E’ tutto finito, vero? Gli chiese con un filo di voce.
Il suo amico
sospirò. Non è finita finchè non finisce,
dolcezza. Le rispose sottovoce.
Non puoi rendermi più facile tutto
questo, anche se so che lo vorresti. Lui non può mantenere la promessa che mi
ha fatto, così come non lo puoi tu. L’ho sempre saputo. Gli disse con un singhiozzo. Ma mi piaceva crederci.
Il dolore
che traspariva dal viso della ragazza gli devastava il cuore. Come poteva
aiutarla senza tradire il re? Maledisse quella situazione.
Eloise, so che ti può sembrare
impossibile ma credimi se ti dico che c’è ancora speranza. Rimarcò.
Ti prego Leonard, falla finita.
Nessuno va contro il volere del re, non sono stupida. Una volta che avrò
accettato tutto questo mi metterò il cuore in pace, e per farlo devo andarmene
da qui. Ho già parlato con i miei genitori e stiamo vendendo ogni cosa,
lasciamo il paese, ci trasferiamo il più lontano possibile, ne va della mia
sanità finisca e mentale. Non lo aveva ancora detto a nessuno.
Leonard
maledisse ancora una volta quella situazione. Quando ve ne andrete? Le chiese.
Prima dell’inverno. Siamo arrivati
con la neve e il ghiaccio e ce ne andremo prima che le strade diventino
impraticabili. Mio padre sta già facendo progetti e scegliendo dove stabilirci.
Per me qualunque posto va bene, purché sia lontano da qui. Gli rispose.
Aveva ancora
tempo, pensò l’uomo.
Ti ha mandato lui? Gli chiese.
No. Lui non mi ha chiesto niente e
sono sicuro che verrà appena potrà allontanarsi. La regina reclama la sua
presenza e deve assecondare i voleri reali. Le rispose.
L’hai vista? Volle sapere.
L’uomo capì
che si riferiva a Mariclaire. No,
dolcezza. E spero che se ne vadano prima possibile.
Ho vissuto la mia avventura, ora sono
pronta a voltare pagina. Mentì più a se stessa che al suo amico.
Leonard le
prese la mano. Promettimi che qualunque
cosa deciderai di fare parlerai con me ed io ti prometto che non ti tradirò. Le
baciò la mano. Ora devo tornare, sono
partito senza avvisare nessuno e c’è molto movimento al castello. La salutò
e, in sella al suo cavallo galoppò via veloce.
Raggiunse le
stalle e consegnò il cavallo. Doveva prendere servizio ed era in ritardo.
Sir Leonard? Si sentì chiamare.
Uno
stalliere lo stava aspettando e gli si avvicinò. Ci conosciamo? Gli chiese.
No, signore, ma ho un messaggio per
lei. Gli disse
mentre gli consegnava un foglio. Deve
leggerlo in mia presenza e restituirmelo, provvederò a bruciarlo. Gli
disse.
Leonard
ruppe il sigillo reale e lesse quanto riportava il messaggio. Un timido sorriso
gli rischiarò il volto. Ora sapeva quali erano le intenzioni del re, e come
aveva sempre creduto si stava muovendo nel modo più corretto. Rilesse di nuovo
la missiva e restituì il foglio allo stalliere. Grazie. Disse mentre con l’animo più sollevato raggiungeva il suo alloggio.
Steven e
Leroi non erano ancora tornati ma Allen era già pronto a prendere servizio.
Anche Leonard si preparò dopo aver mangiato un boccone dal piatto sul tavolo.
Com’è andata con la ragazza? Gli chiese Allen.
Non bene, purtroppo. Stanno organizzando
il loro trasloco, se ne andranno prima dell’inverno. Credo proprio che Eloise
non possa sopportare di rimanere qui. Gli rispose.
Allen lo
osservava e per la prima volta il viso del suo compagno esprimeva qualcosa,
sembrava sollevato, meno triste. Sorrise fra sé, qualcosa si stava muovendo.
Chiederai il mio aiuto quando ne
avrai bisogno? Gli
chiese Allen mentre uscivano.
Sarai il solo al quale mi rivolgerò. Gli rispose enigmatico.
La regina
era seduta con Mariclaire al fianco. La sovrana sorrise vedendo entrare sir
Power che rimase bloccato davanti alla vista della sua fidanzata. Si riprese
subito.
Mia regina, miss Mariclaire. Mi ha
mandato a chiamare? Chiese
rivolgendosi alla sovrana.
Mariclaire
si alzò e andò incontro al suo fidanzato. Come al solito era perfetta e il suo
sorriso avrebbe conquistato chiunque. Una fitta al cuore colpì l’uomo che,
nonostante il suo amore per Eloise non poteva negare la travolgente bellezza
della donna che aveva davanti.
Buon giorno, sir Power, da quanto
tempo non ci vediamo! Gli disse mentre lui le baciava la mano. Lei lo accompagnò dalla regina.
Vorrei vedere il castello e la
proprietà, ho fatto preparare la carrozza ma preferisco una sana cavalcata,
faccia preparare i cavalli mentre mi mostra l’interno del castello.
L’uomo
provvide e aspettò che le due donne finissero la loro colazione. La regina e
miss Mariclaire furono accompagnate a visitare tutto il castello sia
all’interno che all’esterno. Sir Power sembrava sulle spine davanti al silenzio
delle due donne.
Fuori i
cavalli erano già sellati. Uscirono dalle mura e mostrò loro, con orgoglio le
terre fertili e ben coltivate, ma non si allontanarono troppo.
Le guardie
del corpo erano numerose e intralciavano i sentieri, la regina era stanca e rientrarono
in fretta.
Io mi ritiro a riposare, voi due
potete passare un po’ di tempo insieme. Ci vediamo a cena. E se ne andò con le sue cameriere
personali.
Miss
Mariclaire prese sottobraccio il suo fidanzato e gli si strofinò facendogli
sentire sul braccio il suo seno morbido. Sir Power non aveva ancora cambiato
espressione e teneva le labbra serrate come se non volesse farsi sfuggire
nemmeno una parola.
E’ un posto bellissimo. Disse la donna. C’è bisogno di qualche cambiamento e renderò questo posto come lo
desidero. Disse sempre sorridendo.
Cos’ha che non va così com’è? Le chiese.
In quel
momento il fantasma cominciò a gemere, era rimasto in silenzio fino a quel
momento, quasi timoroso, ma ora stava dando sfogo al suo dolore e forse anche
ad altro perché i suoi lamenti e sospiri erano più grevi del solito.
Cos’è? Chiese curiosa.
E’ il fantasma che abita il castello.
Si sente spesso. Le
rispose senza aggiungere altro.
E non si può mandare via? Non si può vivere
in un castello abitato da un fantasma inospitale come sembra questo. Era adirata e la sua espressione era
ben diversa dal solito.
Per la prima
volta sir Power notò, anche se solo per pochi attimi il vero volto della donna.
Capì che non la conosceva se non per quello che lei voleva mostrargli. Ripensò
ad Eloise e il suo cuore perse alcuni battiti. Chissà cosa pensava di tutto
quello che stava succedendo. Avrebbe mai avuto il coraggio di andare a
parlarle?
Il fantasma era già qui quando sono
arrivato, questa è ancora casa sua per quanto ne so. Le rispose.
La donna si
ricompose, non era il momento di fare la schizzinosa.
Si riprese. Il re ha stabilito la data del nostro
matrimonio, il nove di settembre e lo celebrerà il vescovo in persona. I reali
saranno presenti e per allora dovrà essere sistemato e finito il nostro
appartamento. Ho portato tappeti e arazzi da sistemare, un regalo della regina
stessa. Non so cosa abbia in mente e lo scopriremo stasera a cena. Voglio solo
che arrivi presto il nostro giorno e finalmente passare insieme il resto della
nostra vita. Gli disse stringendogli il braccio.
Stavano
passeggiando all’interno delle mura e Allen e Leonard non li perdevano di
vista, stavano discretamente distanti, ma non troppo e lei se ne avvide.
Dovremo sempre essere scortati? Gli chiese.
Fino a quando non troveremo chi
attenta alla mia vita, anche lei, miss Mariclaire potrebbe essere in pericolo. Le rispose.
Mi accompagna nella mia stanza? Gli chiese con aria civettuola.
Lui non
rispose ma prese il sentiero che portava all’entrata principale. Era primo
pomeriggio ed erano liberi fino all’ora di cena. Avrebbe voluto andarsene e
correre da Eloise ma non poteva, dio come sanguinava il suo cuore!
Entrarono
nella camera ancora piuttosto spoglia. Miss Mariclaire non smetteva di
sorridere mentre si svestiva. Il suo fidanzato era ancora fermo davanti alla
porta che si erano chiusi alle spalle.
Non abbiamo mai finito quello che
abbiamo iniziato a palazzo reale. Non vuole un assaggio di quello che ci
aspetta? Gli disse
lei che si era già denudata il seno. Era un corpo perfetto. Continuò a
spogliarsi e, per la prima volta la vide completamente nuda. Nessuno sarebbe
potuto rimanere insensibile davanti a tanto splendore. Lei si avvide della sua
indecisione. Gli si avvicinò e gli prese una mano, poggiandola al suo seno
morbido. Sir Power chiuse gli occhi, aveva nella mente il corpo nudo di Eloise.
Doveva scacciare il ricordo.
La donna
cominciò a sbottonargli la camicia. Lui non riusciva a muoversi.
Sentirono
bussare con forza. Sir Power, deve venire
immediatamente, c’è bisogno di lei. La voce di Leonard bloccò la donna e
fece riprendere coscienza a lui.
Le fece un
inchino e uscì veloce.
Cosa c’è di così urgente? Gli chiese.
Decida lei, sir Power. Può venire con
me o rientrare da lei, scelga quello che vuole fare.
Uscirono
insieme e un sorrisetto spuntò sulle labbra della guardia.
foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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