giovedì 11 ottobre 2018

ELOISE



ELOISE

P. SESSANTADUE E SESSANTATRE





Leonard arrivò al castello che era già buio. Tremava dal freddo e andò di corsa a scaldarsi nel suo alloggio. Era strano non vedere nessuno, prese un mantello e uscì.
Arrivò alla baracca di sir Power e, sentendo le voci dei suoi compagni entrò.
Lo sguardo del suo capo era truce più del solito. Come sta la ragazza? Gli chiese cercando di trattenere il risentimento che provava. Miss Eloise sta bene e si riprenderà. Rispose asciutto.
Si versò un boccale di vino caldo, era ancora intirizzito.
Dobbiamo scoprire una volta per tutte chi dirige questa faccenda. Cosa c’entra la ragazza? Il pericolo non può assolutamente venire da lei. Sono io, ad essere nel mirino, nemmeno voi c’entrate in questa faccenda, di qualunque cosa si tratti. Sono stanco di questa incertezza, di questi dubbi. Disse sir Power alle sue guardie.
Nessuno fiatava. Nessuno di loro aveva una risposta.
Dovrebbe tenere di più alla sua sicurezza, signore, e non allontanarsi da noi come fa troppo spesso. Gli disse Allen. Siamo in quattro e non possiamo perdere tempo a cercarla, ogni momento potrebbe esserle fatale, signore. Aggiunse.
Mi preoccupa rendermi conto che il nemico potrebbe essere in casa mia. Aggiunse più a se stesso che agli altri. Continuate il vostro lavoro e riferitemi tutto ciò che vi pare sospetto. E li liquidò.
Allen e Leonard tornarono al loro alloggio, mentre Leroi e Steven montavano la guardia.
I due compagni si sedettero vicino al fuoco con il piatto della cena. Cosa è successo al fiume? Chiese Allen.
Leonard glielo raccontò sommariamente, era stanco e non vedeva l’ora di sdraiarsi. Allen se ne avvide e lo lasciò alla sua branda.
Avrebbe voluto prendere sonno, era stanco dopo un lungo turno di lavoro e quello che era successo. Aveva lottato con l’uomo che aveva cercato di uccidere Eloise. Quando era arrivato non sapeva cosa fosse successo ma quell’uomo, mascherato e ben addestrato si era fiondato con la spada su di lui che non si era fatto sorprendere. Si era difeso e, mentre incrociava la spada con lo sconosciuto si era reso conto che era un uomo ben addestrato ma lui era riuscito a ferirlo ad una mano, gli aveva lasciato un segno che non avrebbe potuto tenere nascosto.
Si addormentò cercando di formulare un piano per scovare quel maledetto.
Rose aveva immerso Eloise in una tinozza di acqua calda con erbe profumate. Non aveva fatto ulteriori domande, non era una sciocca e aveva capito che sua figlia le nascondeva qualcosa ma che glielo avrebbe confidato solo quando lo avesse ritenuto necessario. Ora era a casa e, a parte un raffreddore in arrivo tutto andava bene.
La ragazza stava davanti al camino ad asciugarsi i capelli e ripensava a quello che le era successo. Come aveva potuto essere presa così alla sprovvista? Perché non ricordava niente? Si sforzava ma le uniche parole che le risuonavano nella mente erano quelle di Leonard. Doveva rivederlo.
L’inverno arrivò con tanto freddo e gelo ma dal cielo non scendeva nemmeno un fiocco di neve.
Era davvero inusuale e la gente cominciava ad avere timore che potesse essere il preludio alla siccità estiva. Alcune voci incontrollate aumentavano l’ansia e la preoccupazione e qualcuno cominciò ad insinuare che fosse colpa del fantasma che non voleva abbandonare la zona.
Fiorivano storie assurde e qualcuno cominciò a guardare Eloise e la sua famiglia in modo strano, come se fosse colpa loro per il persistente profumo di rosa che le circondava.
L’anno stava per terminare e presto Eloise avrebbe compiuto quindici anni.
Era una sera limpida e gelida come non se ne vedevano da quelle parti. Tom e Rose erano seduti a tavola mentre Eloise era vicino al camino col suo cane sul grembo.
Tom la chiamò. Eloise, anche questa settimana tre giovanotti sono venuti a chiedermi il permesso di farti la corte, si può sapere cosa aspetti? Le chiese dolcemente.
La risposta era sempre la stessa. Aspetto quello giusto.
Rose intervenne. Non abbiamo più visto il tuo amico, Leonard che ti piaceva tanto, è successo qualcosa?
Eloise sospirò. Sarebbe piaciuto anche a lei sapere che fine aveva fatto. Non lo aveva più rivisto ed erano passate parecchie settimane. Cominciava a pensare che, forse non gli interessasse poi così tanto. Accarezzava King cercando di sciogliere il dispiacere che portava nel cuore.
Andò in camera sua. Come faceva spesso prese i disegni di Oliver che ormai conosceva a memoria. Accarezzò la coroncina che le aveva regalato e che non avrebbe mai più avuto occasione di indossare. Le mancava il suo amico, lui non l’avrebbe abbandonata così a lungo.
Si addormentò sperando che il nuovo anno le portasse qualcosa di bello.
Era l’ultima settimana dell’anno e, finalmente la neve si era decisa a stendere il suo manto. Gli abitanti del villaggio tirarono un sospiro di sollievo.
Rose, Tom ed Eloise erano a tavola per il pranzo domenicale quando sentirono bussare.
Tom andò ad aprire e invitò Leonard ad unirsi a loro. Rose portò un altro piatto mentre Eloise lo guardava senza sapere se abbracciarlo o rimproverarlo.
Buon giorno Eloise, buon giorno anche a voi. Disse mentre prendeva posto a tavola.





Mangiarono in un’atmosfera serena. Appena terminato Rose e Tom si ritirarono nella loro camera lasciando soli i due giovani.
Eloise prese una coperta e ricoprì le spalle di entrambi, sedevano davanti al fuoco mentre fuori il gelo intensificava il suo velo su ogni cosa.
Lasciarono passare alcuni minuti. Osservavano la fiamma come se le risposte potessero venire da quella. Eloise sospirò.
Sto aspettando una spiegazione. Come mai sei stato assente così a lungo? Gli chiese.
Ho molte cose da raccontarti, prima su tutte è che non sei mai stata in pericolo.
Iniziò a raccontare. Quando sono tornato al castello, quel giorno avevo idee confuse ma una certezza. Volevo trovare l’uomo con il quale avevo lottato e che avevo ferito ad una mano. Pensavo fosse semplice trovarlo ed ho cominciato a trascorrere tutto il mio tempo libero mescolandomi ai lavoranti. Purtroppo erano in parecchi ad avere la mano fasciata, il duro lavoro che svolgono li ferisce spesso. Così ho cominciato a fare delle scelte: struttura fisica, età, espressione, in pratica ho messo in moto quello che è il mio lavoro. Alla fine erano rimasti in tre a poter essere l’uomo che cercavo.
Purtroppo non ho potuto parlargli, credo che avesse capito che lo stavo controllando, così è partito con l’ultima carovana. Non mi sono dato per vinto, io non lo faccio mai ed ho continuato le mie indagini, le mie ricerche. Credo che Allen sospetti qualcosa ma non ne ha mai fatto parola, è un grande capitano. Aggiunse.
E tutto questo a cosa ti ha portato? Gli chiese la ragazza.
A molti sospetti. Ma servono prove e quelle ancora non sono riuscito ad ottenerle. Quello che posso assicurarti è che ho le idee ben chiare, e questo grazie a te. Le rispose.
A me? Chiese meravigliata.
Sì, ai ritratti che mi hai consegnato. Alla fine sono riuscito a ricordare dove ho visto uno di loro, anche questo fa parte del bagaglio dei sospetti, anzi questa è quasi una certezza e molto presto sarò in grado di provare quello che dico.
Eloise lo osservava attentamente. Leonard non aveva cambiato espressione, era consapevole che non poteva rivelarle ogni cosa. Mi dirai mai tutta la verità? Gli chiese.
Ti giuro sul mio onore che ti rivelerò ogni cosa, tutta la verità non appena tutte le pedine saranno andate al loro posto. Penso che tu capisca la mia reticenza, non avevo mai rivelato a nessuno in passato quello che sto dicendo a te. Le disse sincero.
Rimasero in silenzio osservando le fiamme del camino. Eloise passò il suo braccio sotto quello dell’uomo e gli poggiò la testa sulla spalla. Leonard assimilò quel sentimento che gli saliva nel cuore prima di allontanarla e guardarla negli occhi.
Eloise, devo dirti anche un’altra cosa. Tu sei una ragazza bellissima e capisco che qualcosa sta nascendo fra di noi, ma NON deve succedere. Io sono una spia del re e sono qui in missione. Appena sarà conclusa io me ne andrò e il re mi manderà in altri luoghi, nemmeno io so quali potranno essere, non posso avere legami. Osservava il volto bellissimo della ragazza e vedeva i suoi meravigliosi occhi che si inumidivano. La prese fra le braccia. Potrei approfittare di te, della tua giovinezza ma io sono un uomo d’onore e ti rispetto per come sei, una ragazza fantastica dal cuore immenso e dal carattere di ferro. Ti posso garantire che quello che tu hai fatto e sopportato non sarebbe stato semplice nemmeno per un maschio non addestrato, tu meriti qualcosa di molto, molto importante. Teneva la testa della ragazza sulla sua spalla e sentiva i silenziosi singhiozzo di lei, le sue lacrime che gli bagnavano la camicia, sapeva che la stava ferendo ma era l’unico modo per mettere in chiaro le cose.
Il profumo di rosa si intensificò e li avvolse come il calore della fiamma del camino.
Avevi detto che mi avresti parlato del fantasma, ricordi? Le disse dolcemente.
Lei rimaneva col viso nascosto sulla sua spalla. Non voleva che le vedesse il volto rigato di lacrime. Per la prima volta nella sua vita si stava innamorando e il suo sogno veniva infranto ancora prima di cominciare. Sapeva bene che lui aveva ragione e le era molto grata della sua sincerità e onestà, ma questo non bastava a farla sentire meglio.
Sei un uomo meraviglioso, Leonard. Gli sussurrò all’orecchio.
Stava conoscendo il dolore del cuore, quello che non lascia cicatrici sul corpo ma nel profondo dei sentimenti. Lui continuava a tenerla abbracciata, lasciava che il suo dolore fluisse insieme alle lacrime. Avrebbe voluto poter cambiare le cose, ma il suo destino, la sua vita era legata al giuramento fatto al re. Gli doveva ancora dieci anni di servizio prima di essere libero, così come era successo a sir Power prima di mettere la parola fine alle sue missioni.
Ti devo dire ancora una cosa, dolcezza. Le disse allontanandola gentilmente dalla sua spalla.
Lei aveva gli occhi arrossati ma si stava riprendendo. Si era lasciata andare ma non sarebbe successo di nuovo, capiva molto bene la situazione e Leonard sarebbe rimasto per sempre nel suo cuore, custodito come il suo primo amore mai sbocciato. Tentò di sorridere. Era davvero bellissima. Cosa vuoi dirmi, ancora?
L’uomo la tenne di fronte a sé, con le sue lunghe e bellissime mani sulle spalle.
Ti devo dire che sir Power è innamorato di te. Le disse mentre la osservava e vedeva milioni di emozioni, fra incertezza, incredulità, passare nei suoi bellissimi occhi.
Non può essere. Gli rispose convinta. Lui ha già una fidanzata, ed io sono solo la figlia del fabbro.

foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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