venerdì 5 ottobre 2018

ELOISE



ELOISE

P. CINQUANTADUE E CINQUANTATRE






Non aveva voglia di rientrare subito. La giornata era davvero bella e le fronde degli alberi sembravano inchinarsi al suo passaggio. Sorrise a questo pensiero, dopotutto lei era la principessa di casa ed era nel posto giusto per quel titolo.
Le alte siepi separavano ampi spazi di giardino, aiuole colorate e tenute come quadri d’autore erano una meraviglia per gli occhi. Si sedette su una panchina ad osservare alcuni giardinieri al lavoro, ecco quello era un lavoro che le sarebbe piaciuto fare, a contatto con la natura dove le persone non invadevano lo spazio altrui.
Un’ombra comparve quasi dal nulla. Ancora col sorriso sulle labbra alzò lo sguardo e si trovò al fianco sir Power. Il sorriso si trasformò in smorfia.
Eloise si alzò per allontanarsi ma la mano dell’uomo le afferrò il braccio e la trattenne. Sir Power deglutì quasi cercando le parole. Come sta miss Eloise? Chiese quasi bisbigliando. Sto meglio di Allen, questo è sicuro, e starò meglio quando mi avrà tolto la mano dal braccio. Rispose piccata.
La risposta irritò l’uomo, quella mocciosa non cambiava mai. Il nostro re è stato magnanimo con la punizione, la caduta di miss Mariclaire poteva essere molto peggio di quello che è stata. Le disse.
E pensare che per un attimo ho creduto che fosse venuto per scusarsi. Che mi dicesse che le dispiace per quanto è successo e che non crede alla versione della sua fidanzata, o per lo meno che la mette in dubbio. Gli disse sprizzando rabbia dagli occhi. La sua fidanzata è una bugiarda! Aggiunse piccata.
Sir Power strinse le labbra e la cicatrice sbiancò. Alzò la mano a volerla colpire ma si trattenne. Non osi più nominare il nome della mia fidanzata in modo inappropriato o se la vedrà con me, nemmeno Oliver o tutta la mia scorta potranno difenderla dalla mia furia. E’ stato un grosso errore portarla qui, lei non sa come ci si comporta in questa società. Sono venuto per dirle che se stasera non si comporterà più che correttamente assaggerà la mia frusta. Ho una reputazione da difendere e una fidanzata da proteggere. Aggiunse.
Eloise ribolliva di rabbia. Quell’uomo, quello che era diventato il signore delle Terre del Green era un debole che si faceva manipolare da una donna. Scosse la testa, delusa per aver creduto possibile che quella coppia di nobili signori avrebbe potuto governare la sua gente con giustizia e onestà, ora non ne era più sicura.
Si sforzò di sorridere. Stasera sarò una dama perfetta, l’ho promesso ad Oliver. Lei è certo che anche la sua fidanzata lo sarà altrettanto? Buona giornata, sir Power, corra da miss Mariclaire prima che le accorci il guinzaglio! Gli girò le spalle e se ne andò.
L’uomo ribolliva di rabbia. Aveva ascoltato più volte la versione della sua fidanzata, aveva visto i lividi sul suo braccio e non aveva motivo di non crederle.
La collera stava scemando mentre raggiungeva la sua stanza. Alice si stava sottoponendo al rito dell’acconciatura dei capelli. La moda voleva che fossero sollevati dal collo e pettinati in modo elaborato. La cameriera era molto brava e mentre svolgeva il suo lavoro le metteva a conoscenza di alcune regole che non dovevano essere infrante quando si è al cospetto dei reali.
Alice aveva terminato l’operazione, aveva gli occhi che brillavano dalla soddisfazione, era davvero bellissima. Si mise di nuovo davanti allo specchio e cominciò a truccarsi.
Era il turno di Eloise. La ragazza diede alla cameriera la piccola coroncina d’oro e quella cominciò il suo lavoro. Ci vollero due ore prima che terminasse, ma ne era valsa davvero la pena. Se Alice era bellissima lei era semplicemente stupenda.
La cameriera, fiera del lavoro fatto si inchinò. Sarete le più belle. Disse mentre usciva.
Le due ragazze indossarono i loro vestiti aiutandosi a vicenda, Eloise mise al collo il ciondolo di girasole e, insieme alla sua compagna si specchiò. Non posso essere io quella! Disse osservandosi. Siamo noi. Le rispose Alice.
Si sentì un leggero trambusto mentre alcune ragazze uscivano dalle loro stanze per pavoneggiarsi davanti a tutte. Alice fece altrettanto ma Eloise rimase in piedi come una statua ripassando le nozioni e i passi del ballo che avrebbe ballato con Oliver.
Era ora di andare, i loro cavalieri le stavano aspettando, il gran momento era arrivato, e soprattutto sarebbe passato in fretta, sospirò Eloise.
Oliver indossava un abito da cerimonia. Si osservarono a vicenda incapaci di dire una parola dall’emozione che provavano. Sei proprio tu, Oliver? Gli chiese per stemperare il momento. Sei proprio tu, Eloise? Le rispose di rimando. Scoppiarono a ridere e si accodarono agli altri per raggiungere a piedi il palazzo che era illuminato come tutti i giardini e i viali.
L’aria profumava di fiori ma Eloise sentiva solo un intenso profumo di rosa. Il pensiero corse al fantasma del castello e le parve di percepire una carezza dietro l’orecchio.
Il grande salone scintillava di luci e candele. Parecchi camerieri passavano fra gli ospiti con vassoi di bicchieri di vino e dolciumi.
Oliver prese due bicchieri e ne offrì alla sua dama, ma lei rifiutò. Avrebbe mantenuto la promessa che gli aveva fatto e non voleva che il vino le potesse annebbiare la mente.
Qui nessuna distinzione fra coppie nobili e popolane, solo i gioielli e gli abiti molto elaborati mettevano in evidenza la differenza.
Eloise sgranava gli occhi cercando di mantenere un contegno decente, inutile nasconderlo a se stessa: sarebbe voluta volentieri scappare da quel posto.




La musica ammorbidiva il chiacchiericcio in attesa dell’arrivo dei reali. Tutti i presenti si scambiavano sorrisi, inchini, battute futili e spesso acide. Si fece silenzio e tutti si voltarono verso l’entrata riservata ai reali. Venne annunciato il loro ingresso. La coppia reale scendeva i pochi gradini e passava fra ali di gentildonne e gentiluomini che si inchinavano al loro cospetto. Lentamente, salutando e ringraziando con impercettibili cenni di testa e sorrisi, raggiunsero i loro scranni e vi presero posto.
Ad un comando silenzioso i musicisti ripresero a suonare ma nessuno prese posto sulla pista da ballo.
Eloise e Oliver si guardavano intorno, sapevano bene che sarebbe stato il re a dare l’ordine di riprendere le danze. Vassoi di bicchieri e di cibo sopraffino passavano fra gli astanti ma Eloise non riusciva ad inghiottire nemmeno un sorso di acqua.
Il re si alzò in piedi e prese la mano della regina, alzarono il calice ringraziando tutti i convenuti e diede libertà di iniziare le danze.
Oliver depose il bicchiere. Vuole gentilmente concedermi questo ballo, miss Eloise? Le chiese inchinandosi elegantemente.
La ragazza gli porse la mano e raggiunsero il centro del salone, dove già alcune coppie erano in attesa che la musica iniziasse.
Fu un ballo lento e sobrio, non somigliava proprio ai balli popolari così allegri e divertenti. Rimasero in pista e, al secondo ballo furono più rilassati e cominciarono a divertirsi. Molti occhi erano puntati sulla coppia, la ragazza era uno splendore, era l’invidia di molte donne che si erano coperte il viso con trucco e cipria mentre la giovane non aveva nemmeno un velo di colore artificiale. Le sue movenze erano eleganti e il suo sorriso stava conquistando il cuore di molti uomini presenti.
Sei davvero la più bella, mia cara. Sono davvero felice che tu sia qui con me. Le sussurrò Oliver mentre l’accompagnava a bordo pista. La lasciò seduta su un piccolo divanetto mentre andava a prendere un piatto con del cibo.
Eloise guardava quell’elegante folla, così formale che non sbagliava un passo, un gesto e pensò a quanto era difficile per lei mantenere la concentrazione per non sbagliare quello che per loro sembrava così naturale.
Un giovane, un po’ goffo e impacciato si inchinò e le chiese di ballare. Per un attimo non seppe cosa rispondere, poi gli diede la mano ed entrò in pista. Il ballo scorreva senza intoppi e fu con un sospiro di sollievo che ringraziò il cavaliere e riprendeva posto sul divanetto. Oliver la stava aspettando. Conosci quel giovanotto? Le chiese. No. Gli rispose. Mi hai chiesto di essere gentile e lo sono stata.
Rimasero seduti ad osservare le coppie che ballavano. Eloise vide Mariclaire ballare con uno sconosciuto. Era perfetta dalla punta dei piedi alla punta dei capelli e, inutile nasconderlo era una bellissima donna. Era immersa nelle sue considerazioni quando sir Power si inchinò davanti a lei chiedendole l’onore del ballo. Lei si irrigidì, avrebbe voluto mandarlo al diavolo ma un’occhiata di Oliver la fece desistere. Si sforzò di sorridere e raggiunsero la pista da ballo.
Si costrinse a sorridere mentre iniziava a ballare col padrone delle Terre del Green, aveva promesso di comportarsi bene e così sarebbe stato fino alla fine del viaggio.
E’ davvero bellissima, miss Eloise e sono onorato che indossi il ciondolo che le ho regalato. Le disse mentre non sbagliavano nemmeno una mossa o un passo di danza.
Grazie, sir Power. Gli rispose soltanto.
Mariclaire li osservava e non poteva non notare che il suo fidanzato quando era presente quella ragazzina cambiava qualcosa nello sguardo. Inutile anche per lei far finta di niente o negarlo ma era una giovane bellissima e di sicuro con un carattere forte che per qualunque uomo sarebbe stata una bella sfida cercare di domare.
Anche il re li osservava, non aveva perdonato al suo cavaliere la sua mancanza di partecipazione alla difesa della sua gente, anche a lui non sfuggiva il modo in cui sir Power osservava la ragazza. Chiamò un servitore e gli diede un ordine.
Il ballo era terminato e, mentre la dama si inchinava doverosamente le giunsero le parole appena sussurrate dal suo cavaliere. Nonostante quello che può pensare di me, sappia che lei ha sempre un posto speciale nel mio cuore.
Senza abbandonare il sorriso, gli puntò gli occhi infuocati in viso. Lei no, non entra proprio nel mio cuore.
Finalmente raggiunse Oliver. Aveva il viso in fiamme e lui se ne accorse. Vuoi prendere una boccata d’aria? Le chiese, e lei accettò subito.
Altre coppie erano in giardino ma, mentre raggiungevano l’uscita il paggio del re li raggiunse e chiese ad Eloise di seguirlo, il re le voleva parlare.
Oliver sentì un brivido trapassargli la schiena. Conosceva bene il temperamento della ragazza. Vai con lui, Eloise, e ti prego, ti supplico di non commettere disastri, ricordati che sarai davanti al re. Le disse mentre le teneva la mano.
Ti ho promesso che mi sarei comportata bene e ho intenzione di mantenere la mia parola. Gli rispose mentre seguiva il paggio.
Aveva il cuore che le martellava nel petto. Cosa voleva da lei il re? Non poteva lasciarla perdere?
Molto preoccupata ma decisa a non lasciarsi sopraffare dagli eventi, qualunque fossero, sorrise mentre attraversava il salone sotto gli occhi di tutti i presenti che si domandavano cosa volesse il re da una semplice campagnola.
Nessuno osava fiatare e la musica continuava ad accompagnare dame e cavalieri sulla pista da ballo.


foto dal web - proprietà e diritti riservati di Milena Ziletti

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