ELOISE
P. CINQUANTADUE E CINQUANTATRE
Non aveva
voglia di rientrare subito. La giornata era davvero bella e le fronde degli
alberi sembravano inchinarsi al suo passaggio. Sorrise a questo pensiero,
dopotutto lei era la principessa di casa ed era nel posto giusto per quel
titolo.
Le alte
siepi separavano ampi spazi di giardino, aiuole colorate e tenute come quadri
d’autore erano una meraviglia per gli occhi. Si sedette su una panchina ad
osservare alcuni giardinieri al lavoro, ecco quello era un lavoro che le
sarebbe piaciuto fare, a contatto con la natura dove le persone non invadevano
lo spazio altrui.
Un’ombra
comparve quasi dal nulla. Ancora col sorriso sulle labbra alzò lo sguardo e si
trovò al fianco sir Power. Il sorriso si trasformò in smorfia.
Eloise si
alzò per allontanarsi ma la mano dell’uomo le afferrò il braccio e la
trattenne. Sir Power deglutì quasi cercando le parole. Come sta miss Eloise? Chiese quasi bisbigliando. Sto meglio di Allen, questo è sicuro, e
starò meglio quando mi avrà tolto la mano dal braccio. Rispose piccata.
La risposta
irritò l’uomo, quella mocciosa non cambiava mai. Il nostro re è stato magnanimo con la punizione, la caduta di miss
Mariclaire poteva essere molto peggio di quello che è stata. Le disse.
E pensare che per un attimo ho
creduto che fosse venuto per scusarsi. Che mi dicesse che le dispiace per
quanto è successo e che non crede alla versione della sua fidanzata, o per lo
meno che la mette in dubbio. Gli disse sprizzando rabbia dagli occhi. La sua fidanzata è una bugiarda! Aggiunse piccata.
Sir Power strinse
le labbra e la cicatrice sbiancò. Alzò la mano a volerla colpire ma si
trattenne. Non osi più nominare il nome
della mia fidanzata in modo inappropriato o se la vedrà con me, nemmeno Oliver
o tutta la mia scorta potranno difenderla dalla mia furia. E’ stato un grosso
errore portarla qui, lei non sa come ci si comporta in questa società. Sono
venuto per dirle che se stasera non si comporterà più che correttamente assaggerà
la mia frusta. Ho una reputazione da difendere e una fidanzata da proteggere. Aggiunse.
Eloise
ribolliva di rabbia. Quell’uomo, quello che era diventato il signore delle
Terre del Green era un debole che si faceva manipolare da una donna. Scosse la
testa, delusa per aver creduto possibile che quella coppia di nobili signori
avrebbe potuto governare la sua gente con giustizia e onestà, ora non ne era
più sicura.
Si sforzò di
sorridere. Stasera sarò una dama
perfetta, l’ho promesso ad Oliver. Lei è certo che anche la sua fidanzata lo
sarà altrettanto? Buona giornata, sir Power, corra da miss Mariclaire prima che
le accorci il guinzaglio! Gli girò le spalle e se ne andò.
L’uomo
ribolliva di rabbia. Aveva ascoltato più volte la versione della sua fidanzata,
aveva visto i lividi sul suo braccio e non aveva motivo di non crederle.
La collera stava
scemando mentre raggiungeva la sua stanza. Alice si stava sottoponendo al rito
dell’acconciatura dei capelli. La moda voleva che fossero sollevati dal collo e
pettinati in modo elaborato. La cameriera era molto brava e mentre svolgeva il
suo lavoro le metteva a conoscenza di alcune regole che non dovevano essere
infrante quando si è al cospetto dei reali.
Alice aveva
terminato l’operazione, aveva gli occhi che brillavano dalla soddisfazione, era
davvero bellissima. Si mise di nuovo davanti allo specchio e cominciò a
truccarsi.
Era il turno
di Eloise. La ragazza diede alla cameriera la piccola coroncina d’oro e quella
cominciò il suo lavoro. Ci vollero due ore prima che terminasse, ma ne era
valsa davvero la pena. Se Alice era bellissima lei era semplicemente stupenda.
La
cameriera, fiera del lavoro fatto si inchinò. Sarete le più belle. Disse mentre usciva.
Le due
ragazze indossarono i loro vestiti aiutandosi a vicenda, Eloise mise al collo
il ciondolo di girasole e, insieme alla sua compagna si specchiò. Non posso essere io quella! Disse
osservandosi. Siamo noi. Le rispose
Alice.
Si sentì un
leggero trambusto mentre alcune ragazze uscivano dalle loro stanze per
pavoneggiarsi davanti a tutte. Alice fece altrettanto ma Eloise rimase in piedi
come una statua ripassando le nozioni e i passi del ballo che avrebbe ballato
con Oliver.
Era ora di
andare, i loro cavalieri le stavano aspettando, il gran momento era arrivato, e
soprattutto sarebbe passato in fretta, sospirò Eloise.
Oliver
indossava un abito da cerimonia. Si osservarono a vicenda incapaci di dire una
parola dall’emozione che provavano. Sei
proprio tu, Oliver? Gli chiese per stemperare il momento. Sei proprio tu, Eloise? Le rispose di
rimando. Scoppiarono a ridere e si accodarono agli altri per raggiungere a
piedi il palazzo che era illuminato come tutti i giardini e i viali.
L’aria
profumava di fiori ma Eloise sentiva solo un intenso profumo di rosa. Il
pensiero corse al fantasma del castello e le parve di percepire una carezza
dietro l’orecchio.
Il grande
salone scintillava di luci e candele. Parecchi camerieri passavano fra gli
ospiti con vassoi di bicchieri di vino e dolciumi.
Oliver prese
due bicchieri e ne offrì alla sua dama, ma lei rifiutò. Avrebbe mantenuto la
promessa che gli aveva fatto e non voleva che il vino le potesse annebbiare la
mente.
Qui nessuna
distinzione fra coppie nobili e popolane, solo i gioielli e gli abiti molto
elaborati mettevano in evidenza la differenza.
Eloise
sgranava gli occhi cercando di mantenere un contegno decente, inutile
nasconderlo a se stessa: sarebbe voluta volentieri scappare da quel posto.
La musica
ammorbidiva il chiacchiericcio in attesa dell’arrivo dei reali. Tutti i
presenti si scambiavano sorrisi, inchini, battute futili e spesso acide. Si
fece silenzio e tutti si voltarono verso l’entrata riservata ai reali. Venne
annunciato il loro ingresso. La coppia reale scendeva i pochi gradini e passava
fra ali di gentildonne e gentiluomini che si inchinavano al loro cospetto. Lentamente,
salutando e ringraziando con impercettibili cenni di testa e sorrisi, raggiunsero
i loro scranni e vi presero posto.
Ad un
comando silenzioso i musicisti ripresero a suonare ma nessuno prese posto sulla
pista da ballo.
Eloise e
Oliver si guardavano intorno, sapevano bene che sarebbe stato il re a dare
l’ordine di riprendere le danze. Vassoi di bicchieri e di cibo sopraffino
passavano fra gli astanti ma Eloise non riusciva ad inghiottire nemmeno un
sorso di acqua.
Il re si
alzò in piedi e prese la mano della regina, alzarono il calice ringraziando
tutti i convenuti e diede libertà di iniziare le danze.
Oliver depose
il bicchiere. Vuole gentilmente
concedermi questo ballo, miss Eloise? Le chiese inchinandosi elegantemente.
La ragazza
gli porse la mano e raggiunsero il centro del salone, dove già alcune coppie
erano in attesa che la musica iniziasse.
Fu un ballo
lento e sobrio, non somigliava proprio ai balli popolari così allegri e
divertenti. Rimasero in pista e, al secondo ballo furono più rilassati e
cominciarono a divertirsi. Molti occhi erano puntati sulla coppia, la ragazza
era uno splendore, era l’invidia di molte donne che si erano coperte il viso
con trucco e cipria mentre la giovane non aveva nemmeno un velo di colore
artificiale. Le sue movenze erano eleganti e il suo sorriso stava conquistando
il cuore di molti uomini presenti.
Sei davvero la più bella, mia cara.
Sono davvero felice che tu sia qui con me. Le sussurrò Oliver mentre l’accompagnava a bordo
pista. La lasciò seduta su un piccolo divanetto mentre andava a prendere un
piatto con del cibo.
Eloise
guardava quell’elegante folla, così formale che non sbagliava un passo, un
gesto e pensò a quanto era difficile per lei mantenere la concentrazione per
non sbagliare quello che per loro sembrava così naturale.
Un giovane,
un po’ goffo e impacciato si inchinò e le chiese di ballare. Per un attimo non
seppe cosa rispondere, poi gli diede la mano ed entrò in pista. Il ballo
scorreva senza intoppi e fu con un sospiro di sollievo che ringraziò il
cavaliere e riprendeva posto sul divanetto. Oliver la stava aspettando. Conosci quel giovanotto? Le chiese. No. Gli rispose. Mi hai chiesto di essere gentile e lo sono stata.
Rimasero
seduti ad osservare le coppie che ballavano. Eloise vide Mariclaire ballare con
uno sconosciuto. Era perfetta dalla punta dei piedi alla punta dei capelli e,
inutile nasconderlo era una bellissima donna. Era immersa nelle sue
considerazioni quando sir Power si inchinò davanti a lei chiedendole l’onore
del ballo. Lei si irrigidì, avrebbe voluto mandarlo al diavolo ma un’occhiata
di Oliver la fece desistere. Si sforzò di sorridere e raggiunsero la pista da
ballo.
Si costrinse
a sorridere mentre iniziava a ballare col padrone delle Terre del Green, aveva
promesso di comportarsi bene e così sarebbe stato fino alla fine del viaggio.
E’ davvero bellissima, miss Eloise e
sono onorato che indossi il ciondolo che le ho regalato. Le disse mentre non sbagliavano
nemmeno una mossa o un passo di danza.
Grazie, sir Power. Gli rispose soltanto.
Mariclaire
li osservava e non poteva non notare che il suo fidanzato quando era presente
quella ragazzina cambiava qualcosa nello sguardo. Inutile anche per lei far
finta di niente o negarlo ma era una giovane bellissima e di sicuro con un
carattere forte che per qualunque uomo sarebbe stata una bella sfida cercare di
domare.
Anche il re
li osservava, non aveva perdonato al suo cavaliere la sua mancanza di
partecipazione alla difesa della sua gente, anche a lui non sfuggiva il modo in
cui sir Power osservava la ragazza. Chiamò un servitore e gli diede un ordine.
Il ballo era
terminato e, mentre la dama si inchinava doverosamente le giunsero le parole
appena sussurrate dal suo cavaliere. Nonostante
quello che può pensare di me, sappia che lei ha sempre un posto speciale nel
mio cuore.
Senza
abbandonare il sorriso, gli puntò gli occhi infuocati in viso. Lei no, non entra proprio nel mio cuore.
Finalmente
raggiunse Oliver. Aveva il viso in fiamme e lui se ne accorse. Vuoi prendere una boccata d’aria? Le
chiese, e lei accettò subito.
Altre coppie
erano in giardino ma, mentre raggiungevano l’uscita il paggio del re li raggiunse
e chiese ad Eloise di seguirlo, il re le voleva parlare.
Oliver sentì
un brivido trapassargli la schiena. Conosceva bene il temperamento della
ragazza. Vai con lui, Eloise, e ti prego,
ti supplico di non commettere disastri, ricordati che sarai davanti al re. Le
disse mentre le teneva la mano.
Ti ho promesso che mi sarei
comportata bene e ho intenzione di mantenere la mia parola. Gli rispose mentre seguiva il paggio.
Aveva il
cuore che le martellava nel petto. Cosa voleva da lei il re? Non poteva lasciarla
perdere?
Molto
preoccupata ma decisa a non lasciarsi sopraffare dagli eventi, qualunque
fossero, sorrise mentre attraversava il salone sotto gli occhi di tutti i presenti
che si domandavano cosa volesse il re da una semplice campagnola.
Nessuno
osava fiatare e la musica continuava ad accompagnare dame e cavalieri sulla
pista da ballo.
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